Messaggio Urbi et Orbi di Natale 1978

25 dicembre 1978

1. Questo messaggio lo rivolgo ad ogni uomo; all'uomo; all'uomo, nella sua umanità.

Natale è la festa dell'uomo.

Nasce l'Uomo.

Uno dei miliardi di uomini che sono nati, nascono e nasceranno sulla terra.

L'uomo, un elemento componente della grande statistica.

Non a caso Gesù è venuto al mondo nel periodo del censimento; quando un imperatore romano voleva sapere quanti sudditi contasse il suo paese.

L'uomo, oggetto del calcolo, considerato sotto la categoria della quantità; uno fra miliardi.

E nello stesso tempo, uno, unico e irripetibile.

Se noi celebriamo così solennemente la nascita di Gesù, lo facciamo per testimoniare che ogni uomo è qualcuno, unico e irripetibile.

Se le nostre statistiche umane, le catalogazioni umane, gli umani sistemi politici, economici e sociali, le semplici umane possibilità non riescono ad assicurare all'uomo che egli possa nascere, esistere e operare come un unico e irripetibile, allora tutto ciò glielo assicura Iddio.

Per lui e di fronte a lui, l'uomo è sempre unico e irripetibile;

qualcuno eternamente ideato ed eternamente prescelto;

qualcuno chiamato e denominato con il proprio nome.

Così come quel primo uomo, Adamo; e come quel nuovo Adamo, che nasce dalla Vergine Maria nella grotta di Betlemme: "lo chiamerai Gesù" ( Lc 1,31 ).

2. Questo messaggio è indirizzato ad ogni uomo, proprio in quanto uomo, alla sua umanità.

È infatti l'umanità che viene elevata nella nascita terrestre di Dio.

L'umanità, "la natura" umana, è assunta nell'unità della divina Persona del Figlio; nell'unita dell'eterno Verbo, in cui Dio esprime eternamente Se stesso; questa divinità Dio la esprime in Dio: Dio vero in Dio vero: il Padre nel Figlio e ambedue nello Spirito Santo.

Nella solennità odierna ci innalziamo anche verso il mistero inscrutabile di questa nascita divina.

Contemporaneamente, la nascita di Gesù a Betlemme testimonia che Dio ha espresso questa Parola eterna – il suo Figlio Unigenito – nel tempo, nella storia.

Di questa "espressione" egli ha fatto e continua a fare la struttura della storia dell'uomo.

La nascita del Verbo Incarnato è l'inizio di una nuova forza dell'umanità stessa; la forza aperta ad ogni uomo, secondo le parole di San Giovanni: "ha dato potere di diventare figli di Dio" ( Gv 1,12 ).

Nel nome di questo irripetibile valore di ogni uomo, e nel nome di questa forza, che porta ad ogni uomo il Figlio di Dio diventando uomo, mi rivolgo in questo messaggio soprattutto all'uomo: ad ogni uomo; dovunque lavori, crei, soffra, combatta, pecchi, ami, odi, dubiti; dovunque viva e muoia; mi rivolgo a lui oggi con tutta la verità della nascita di Dio; con il suo messaggio.

3. L'uomo vive, lavora, crea, soffre, combatte, ama, odia, dubita, cade e si rialza in comunione con gli altri.

Mi rivolgo perciò a tutte le varie comunità.

Ai Popoli, alle Nazioni, ai Regimi, ai Sistemi politici, economici, sociali e culturali, e dico:

– Accettate la grande verità sull'uomo.

– Accettate la piena verità sull'uomo pronunziata nella notte di Natale.

– Accettate questa dimensione dell'uomo, che si è aperta a tutti gli uomini in questa Santa Notte!

– Accettate il mistero, nel quale vive ogni uomo da quando è nato Cristo.

– Rispettate questo mistero!

– Permettete a questo mistero di agire in ogni uomo!

– Permettetegli di svilupparsi nelle condizioni esteriori del suo essere terreno.

In questo mistero si trova la forza dell'umanità.

La forza che irradia su tutto ciò che è umano.

Non rendete difficile questa irradiazione.

Non la distruggete.

Tutto ciò che è umano, cresce da questa forza; senza di essa deperisce; senza di essa va in rovina.

E perciò ringrazio voi tutti ( Famiglie, Nazioni, Stati, Organizzazioni internazionali, sistemi politici, economici, sociali e culturali ) per tutto quello che fate affinché la vita degli uomini possa diventare nei suoi vari aspetti sempre più umana, cioè sempre più degna dell'uomo.

Auspico di cuore e vi supplico di non stancarvi in tale sforzo, in tale impegno.

4. "Gloria a Dio nel più alto dei cieli!" ( Lc 2,14 ).

Dio si è avvicinato.

È in mezzo a noi.

E l'Uomo.

È nato a Betlemme.

Giace nella mangiatoia perché non c'era per lui posto nell'albergo ( cf. Lc 2,7 ).

Il suo nome: Gesù!

La sua missione: Cristo!

È Messaggero di grande Consiglio, "Consigliere ammirabile" ( Is 9,5 ); e noi così spesso siamo irresoluti, e i nostri consigli non portano i frutti desiderati.

E "Padre per sempre" ( Is 9,5 ), "Pater futuri saeculi, Princeps pacis"; e, nonostante che duemila anni ci separino dalla sua nascita, egli è sempre davanti a noi e sempre ci precede.

Dobbiamo "corrergli dietro", e cercare di "raggiungerlo".

È la nostra Pace!

La Pace degli uomini!

La Pace per gli uomini, che egli ama ( Lc 2,14 ).

Dio si è compiaciuto dell'uomo per Cristo.

L'uomo non lo si può distruggere; non è permesso umiliarlo; non è permesso odiarlo!

Pace agli uomini di buona volontà.

A tutti rivolgo l'invito pressante a pregare insieme col Papa per la Pace, in particolare oggi e fra otto giorni, quando celebreremo in tutto il mondo la "Giornata della Pace".

5. Buon Natale ad ogni uomo e a ciascun uomo!

Il mio pensiero augurale, pieno di cordiale affetto e di sincero rispetto, si rivolge a voi, Sorelle e Fratelli,

che siete presenti in questa piazza: a tutti voi che, mediante gli strumenti della comunicazione sociale, avete la possibilità di mettervi in sintonia con questa breve cerimonia;

a tutti voi, che cercate sinceramente la verità;

che avete fame e sete di giustizia;

che anelate alla bontà e alla gioia.

A voi, padri e madri di famiglia;

a voi, lavoratori e professionisti;

a voi, giovani;

a voi, ragazzi;

a voi, bambini;

a voi, poveri, malati;

a voi, anziani;

a voi, carcerati,

e a voi tutti, che siete nella impossibilità di trascorrere il Santo Natale in famiglia, insieme ai vostri cari.

Buon Natale, nella pace e nel gaudio di Cristo.