Giovanni

Indice

Capitolo 1

CEI 2008 - Audio - Interconfessionale

Prologo

1 In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Gen 1,1-5
Gv 8,24+
1 Gv 1,1-2
Gv 10,30
2 Egli era in principio presso Dio:
3 tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
Col 1,15-20
Eb 1,1-3
4 In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini;
Gv 3,11.35+
5 la luce spende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta.
Gv 8,12+
1 Gv 2,8
6 Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni.
7 Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.
Gv 1,19-34
8 Egli non era la luce, ma doveva rendere testimonianza alla luce.
9 Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.
Gv 3,19
Gv 8,12+
Gv 12,46
10 Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe.
11 Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto.
12 A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome,
Gv 3,11+
Gv 10,35
Gc 1,18.21
1 Gv 3,2
1 Gv 5,13
13 i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.
1 Gv 5,18
14 E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.
Es 25,8+
Dt 4,7+
1 Gv 1,1-3
Gv 17,5+
Is 40,5
Es 34,6+
Os 2,22
15 Giovanni gli rende testimonianza e grida: « Ecco l'uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me ».
Gv 1,30
16 Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia.
Col 2,9-10
17 Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Gv 1,21+
18 Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre lui lo ha rivelato.
Es 33,20+
Sir 43,31
Gv 6,46
1 Gv 4,12
Gv 3,11+
Gv 17,6+
Col 1,15

II Il ministero di Gesù

1. L'annunzio della nuova economia

A. La settimana inaugurale

La testimonianza di Giovanni

19 E questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: « Chi sei tu? ».
Gv 1,7-8.15
Gv 5,33
20 Egli confessò e non negò, e confessò: « Io non sono il Cristo ».
At 13,25
Lc 3,15
21 Allora gli chiesero: « Che cosa dunque? Sei Elia? ».
Rispose: « Non lo sono ».
« Sei tu il profeta? ». Rispose: « No ».
Mt 17,10-13+
Mt 16,14+
22 Gli dissero dunque: « Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato.
Che cosa dici di te stesso? ».
23 Rispose: « Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia ».
Is 40,3
Mt 3,3+
24 Essi erano stati mandati da parte dei farisei.
25 Lo interrogarono e gli dissero: « Perché dunque battezzi se tu non sei il Cristo, né Elia, né il Profeta? ».
26 Giovanni rispose loro: « Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete,
Mt 3,6+
Gv 7,27+
27 uno che viene dopo di me, al quale io non sono degno di sciogliere il legaccio del sandalo ».
Mc 1,7p
28 Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
Gv 10,40
29 Il giorno dopo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: « Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!
Es 12,1+
Is 53,7.12
30 Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me.
Gv 4,42+
31 Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele ».
Gv 8,58
Gv 1,1+
32 Giovanni rese testimonianza dicendo: « Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui.
Is 11,2
Is 61,1
Gv 3,34
Mt 3,16p
33 Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua, mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo.
1 Sam 9,17
34 E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio ».
Mt 3,11+
Gv 3,5
Is 42,1
Lc 9,35
Lc 23,35

I primi discepoli

35 Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli
Mt 4,18-20p
36 e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: « Ecco l'agnello di Dio! ».
37 E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
38 Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: « Che cercate? ».
Gli risposero: « Rabbì ( che significa maestro ), dove abiti? ».
39 Disse loro: « Venite e vedrete ».
Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
40 Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro.
41 Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: « Abbiamo trovato il Messia ( che significa il Cristo) »
42 e lo condusse da Gesù.
Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: « Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa ( che vuol dire Pietro ) ».
Mt 16,18-19+
Mc 3,16
43 Il giorno dopo Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea; incontrò Filippo e gli disse: « Seguimi ».
44 Filippo era di Betsàida; la città di Andrea e di Pietro.
Mt 9,9
Gv 12,21
45 Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: « Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nàzaret ».
Gv 5,39+
Gv 1,21+
46 Natanaèle esclamò: « Da Nàzaret può mai venire qualcosa di buono? ».
Filippo gli rispose: « Vieni e vedi ».
At 26,22+
Dt 18,18+
Mt 13,54s
Gv 7,41-42
47 Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: « Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità ».
Rm 2,29
48 Natanaèle gli domandò: « Come mi conosci? ».
Gli rispose Gesù: « Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico ».
49 Gli replicò Natanaèle: « Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele! ».
Gv 6,15
Gv 12,13
50 Gli rispose Gesù: « Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi?
Vedrai cose maggiori di queste! ».
51 Poi gli disse: « In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo ».
Gen 28,10-17
Mt 8,20+
Indice

Abbreviazioni
1,1-18 Prologo
1,1 Verbo corrisponde al greco Logos, "Parola", un termine polivalente e d'uso comune nella filosofia greca di quel tempo, ma che Giovanni intende alla luce dell'AT ( Pr 8,22-36; Sir 24,1-29 ) e della tradizione cristiana.
Aprendo questo inno, in cui valorizza materiale tradizionale, con le parole In principio era il Verbo, Giovanni ci fa subito comprendere che Gesù è la trasparenza del Padre.
Essere il rivelatore del Padre non è soltanto il compito terreno, missionario, di Gesù, ma l'identità profonda della sua persona.
L'AT conosceva il tema della parola di Dio e quello della sapienza, che esiste da prima del mondo in Dio ( cf. Pr 8,22+; Sap 7,22+ ),
per mezzo della quale fu creato tutto.
Fu mandata sulla terra per rivelarvi i segreti della volontà divina.
Terminata la sua missione, tornò a Dio ( Is 55,10-11; Pr 8,22-36+; Sir 24,3-32;
Sap 9,9-12;
cf. anche, sul ruolo creatore, Gen 1,3.6 ecc.; Is 40,8.26; Is 44,24-28; Is 48,13;
Sal 33,6; Gdt 16,14; Sir 42,15;
sulla missione: Sap 18,14-16+; Sal 107,20; Sal 147,15-18 ).
Anche per san Giovanni ( Gv 13,3; Gv 16,28 ),
il Verbo era in Dio, preesistente ( Gv 1,1.2; Gv 8,24+; Gv 10,30+ );
è venuto nel mondo ( Gv 1,9-14; Gv 3,19; Gv 9,39; Gv 12,46; cf. Mc 1,38+ ),
mandato dal Padre ( Gv 3,17.34; Gv 5,36.43; Gv 6,29; Gv 7,29; Gv 8,42; Gv 9,7; Gv 10,36; Gv 11,42; Gv 17,3.25; cf. Lc 4,43 ),
per compiervi una missione ( Gv 4,34+ ),
cioè trasmettere al mondo un messaggio di salvezza ( Gv 3,11+; Gv 1,33+ );
compiuta la sua missione, torna presso il Padre ( Gv 1,18; Gv 7,33; Gv 8,21;
Gv 12,35; Gv 13,3; Gv 16,5; Gv 17,11.13; Gv 20,17 ).
Nel NT toccava a Giovanni rivelare pienamente grazie al fatto dell'incarnazione
( Gv 1,14+ ),
la natura personale di questa Parola ( sapienza ) sussistente ed eterna.
Ma tale personificazione era già preparata da altri passi ( come Eb 1,1-2; Ap 19,13; 1 Gv 1,1-2 ).
1,3 Nell'AT è sottolineata la potenza creatrice della Parola di Dio ( Gen 1,3.6.9;
Sal 33,6 ),
che è anche rivelazione ( Am 3,1; Ger 1,4; Ez 1,3 ).
Probabilmente qui Giovanni vuole suggerire che la Parola – che poi prenderà il nome di Gesù Cristo
– è il "progetto" ( Logos può significare anche progetto ) con cui tutta la realtà è stata pensata.
Gesù Cristo è il progetto del mondo e della storia.
tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste: così anche volg.
Le parole « tutto ciò che esiste » possono anche essere riferite al v 4 successivo: « ciò che esiste in lui era la vita »: così BJ.
1,4 Giovanni ama parlare per simboli: vita e luce sono due simboli che nel vangelo ricorrono molte volte riferiti a Gesù:
vedi Gv 3,15; Gv 5,26; Gv 6,57; Gv 11,25; Gv 14,6.
era la vita: con B e altre testimonianze; S, D, vet. lat. ecc. hanno: « egli è la vita ».
1,5 Le tenebre sono le potenze del male che si oppongono a Dio e, più in concreto, i malvagi.
non l'hanno vinta: il verbo greco può significare "comprendere" e anche "vincere".
Giovanni ha inteso ambedue i significati: le tenebre non hanno compreso la luce e l'hanno rifiutata, tuttavia non sono riuscite a vincerla.
non l'hanno accolta.
Altri traducono « non l'hanno compresa »;
BJ: « non han potuto raggiungerla » o « coglierla ».
La luce ( il bene, il Verbo ) sfugge alle prese delle tenebre ( il male, le potenze del male, cf. Gv 7,33s.; Gv 8,12+; Gv 8,21; Gv 12,31.32; Gv 14,30; 1 Gv 2,8.14;
1 Gv 4,4; 1 Gv 5,18 ).
1,6-8 Giovanni il Battista non era la luce, come forse qualcuno allora pensava.
La luce è soltanto Gesù.
Il Battista è il testimone.
I vv 6-8 costituiscono una parentesi sulla missione di Giovanni Battista
( così anche Gv 1,15; cf. Mt 3,1p, ecc. ).
1,9 La luce vera: nel senso di piena, definitiva.
Anche altri possono essere luce, ma nel senso della preparazione, dell'avvio:
la pienezza è solo Gesù.
Con B, S e la quasi totalità delle testimonianze.
Altra traduzione possibile ( di senso affine ): « il Verbo era la luce vera, che illumina ogni uomo; egli veniva nel mondo », con BJ;
di diverso senso: « egli ( il Verbo ) era la luce vera che illumina ogni uomo che viene nel mondo » con volg. e alcuni padri.
1,10 il « mondo » designa ora l'universo o la terra, ora il genere umano, ora l'insieme degli uomini che rifiutano Dio e perseguitano con odio il Cristo e i suoi discepoli
( Gv 7,7; Gv 15,18.19; Gv 17,14 ).
In questo ultimo senso, Giovanni riprende l'opposizione, abituale nel giudaismo, tra « questo mondo » ( Gv 8,23 e passim ),
sottomesso al potere di Satana ( Gv 12,31; Gv 14,30; Gv 16,11; 1 Gv 5,19 )
e al male,
e « il mondo avvenire », che egli indica forse con il termine « vita eterna »
( Gv 12,25 ).
Per ora, i discepoli devono rimanere nel mondo ( Gv 17,11.14s;
cf. il senso peggiorativo di « terra » in Ap 6,15; Ap 13,3.8; Ap 14,3; Ap 17,2.5.8;
cf. anche Rm 8,16+ ).
1,11 i suoi: probabilmente il popolo giudaico.
1,12 Credere nel nome di Cristo è aderire alla sua persona, accettare il suo mistero.
Il nome è la persona.
di diventare: una variante legge: « di essere chiamati ».
- a quelli che credono nel suo nome: omesso da molti padri.
Quelli che credono nel Figlio di Dio ( Gv 3,15+ )
divengono figli di Dio ( Mt 5,9; Mt 6,9 ecc,; Rm 8,14; Gal 3,26+; Gal 4,5+;
Gc 1,27+; 1 Gv 3,1 ).
1,13 Con volg. e la quasi totalità delle testimonianze;
BJ traduce: « lui che non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio fu generato », basandosi su D ( prima mano ) e poche altre testimonianze.
Questa variante fa allusione alla generazione eterna del Verbo, ma forse anche alla nascita verginale di Gesù ( cf. Mt 1,16.18-23 e Lc 1,26-38 ).
- non da sangue … né da volere di uomo: la lezione originale è forse il testo breve: « né dal sangue né dalla carne ».
1,14 si fece carne: divenne uomo, uno di noi.
carne: nel linguaggio biblico non è il corpo, ma l'uomo con tutti i suoi risvolti di caducità, debolezza e divenire. ( cf. Gv 3,6; Gv 17,2; Gen 6,3; Sal 56,5; Is 40,6 ).
I due termini grazia e verità sono noti nell'AT ed esprimono l'atteggiamento di Dio verso il mondo e l'uomo: amore gratuito ( grazia ) e fedeltà incrollabile ( verità ).
L'uso di questo termine ( cf. Rm 7,5+ ) sottolinea il realismo della venuta del Figlio nell'umanità, che Giovanni mette continuamente in rilievo.
Più tardi si parlerà di « incarnazione » ( cf. 1 Gv 4,2; 2 Gv 7;
e in Paolo, Rm 1,3; Gal 4,4; Fil 2,7; Col 1,19 ).
- e venne ad abitare in mezzo a noi: alla presenza invisibile e temibile di Dio nella tenda o nel tempio dell'antica alleanza ( Es 25,8+; cf. Nm 35,34 ),
alla presenza spirituale della sapienza in Israele mediante la legge ( Sir 24,7-22;
Bar 3,36-4,4 ),
succede, mediante l'incarnazione del Verbo, la presenza personale e sensibile di Dio tra gli uomini.
- la sua gloria: la gloria era la manifestazione della presenza di Dio ( Es 24,16+ ),
è lo splendore del volto di Dio che si manifesta.
Il suo temibile splendore, che nessun vivente poteva vedere ( Es 33,20+ ),
un tempo era velato dalla nube, ora è velato dall'umanità del Verbo incarnato.
La gloria tuttavia traspare, sia in occasione di episodi come la trasfigurazione
( cf. Lc 9,32.35; se ne fa qui un'allusione? ),
Lc 9,32.35; se ne fa qui un'allusione? ),
sia attraverso i miracoli, « segni » dai quali risulta che Dio abita e agisce nel Cristo
( Gv 2,11+; Gv 11,40; cf. Es 14,24-27 e Es 15,7; Es 16,7s ),
in attesa della piena manifestazione della resurrezione ( Gv 17,5+ ).
grazia … verità: cf. Gv 1,17; corrispondono a « grazia ( o amore )
e fedeltà » nella definizione che Dio dà di se stesso a Mosè ( Es 34,6+; cf. Os 2,16-22 ).
1,16 e grazia su grazia: BJ con volg. traduce: « grazia per grazia »,
cioè una « grazia corrispondente alla grazia ( che è nel Figlio unico ) » o
una grazia ( quella della nuova alleanza ) in luogo di una ( altra ) grazia ( quella dell'antica alleanza ) ».
1,17 La Legge non dava la grazia e non era la verità, cioè la pienezza della rivelazione, come invece è Gesù.
1,18 Dio, nessuno lo ha mai visto: Giovanni afferma, anzitutto, l'invisibilità di Dio che i soli sforzi dell'uomo non riescono a penetrare.
Ma ora Dio si è rivelato in Gesù.
il Figlio unigenito: con volg. e molte altre testimonianze;
B, S e molti padri leggono: « un Dio Figlio unico ».
Gesù è il Figlio unico ( Gv 1,14.18; Gv 3,16-18 ),
amato dal Padre ( Gv 15,9; Gv 17,23 ),
in intimità perfettamente reciproca con lui ( Gv 10,30-38+; Gv 14,10-11;
Gv 17,21 ),
nella conoscenza e nell'amore ( Gv 5,20.30; Gv 10,15; Gv 14,31; cf. Mt 11,27p ).
Dio è invisibile, oppure è stato visto?
1,19-4,54 Prima pasqua
1,19-34 Testimonianza di Giovanni
1,19 Giudei: in Giovanni il termine "Giudei" significa talvolta i membri del popolo d'Israele
( ad esempio in Gv 3,25; Gv 4,9.22 ), alcuni dei quali credono in Gesù ( ad esempio Gv 8,31; Gv 10,42 ).
Nella maggior parte dei casi però, il termine "Giudei" indica gli avversari di Gesù, coloro che ne vollero la morte: in questo senso il termine designa particolarmente le autorità costituite ( ad esempio Gv 2,18; Gv 5,10-18; Gv 7,1.13; Gv 9,22; Gv 18,12; Gv 19,38; Gv 20,19 ).
Talvolta anche i giudei in generale
È da escludere un'interpretazione dei testi in chiave antiebraica, come condanna del popolo d'Israele in quanto tale, tanto meno dell'Israele dei secoli seguenti.
1,21 Sei Elia?: sull'atteso ritorno di Elia, cf. Ml 3,22-23 e Mt 17,10-13.
- Sei tu il profeta?: sulla base di Dt 18,18 ( cf. la nota ), i giudei aspettavano il Messia come un nuovo Mosè ( il profeta per eccellenza, cf. Nm 12,7+ ), che avrebbe rinnovato al centuplo i prodigi dell'esodo ( cf. Gv 3,14; Gv 6,14.30-31.58; Gv 7,40.52; Gv 13,1+; At 3,22-23; At 7,20-44; Eb 3,1-11; cf. anche Mt 16,14+ ).
Giovanni il battista era Elia?
1,23 Citazione di Is 40,3.
1,25 Che cosa era il battesimo di Giovanni il battista?
1,28 Betania al di là del Giordano: distinta da Betania vicino a Gerusalemme
( Gv 11,18 ).
1,29 Ecco l'agnello di Dio: alcuni vedono in questa immagine l'agnello pasquale
di Es 12,7-13 ( il cui sangue asperso sugli stipiti delle porte era segno di liberazione e salvezza );
altri il Servo del Signore di Is 53,7 ( paragonato all'agnello che si offre in silenzio );
altri ancora, un riferimento all'offerta quotidiana di un agnello al tempio.
Nella espressione colui che toglie il peccato del mondo, il verbo greco che Giovanni utilizza ha due significati: "prendere sulle proprie spalle" e "togliere via".
L'agnello di Dio: uno dei simboli maggiori della cristologia giovannea
( cf. Ap 5,6.12 ecc. ).
Fonde in una sola realtà l'immagine del « servo » di Is 53, che porta il peccato degli uomini e si offre come « agnello di espiazione » ( Lv 14 ),
e il rito dell'agnello pasquale ( Es 12,1+; cf. Gv 19,36 ),
simbolo della redenzione di Israele ( cf. At 8,31-35; 1 Cor 5,7; 1 Pt 1,18-20 ).
1,31-33 Se Giovanni il battista e Gesù erano parenti, come mai Giovanni dice che non conosceva Gesù?
1,32 come una colomba: una variante omette.
1,33 è colui che battezza in Spirito santo: questa espressione definisce l'opera essenziale del Messia ( cf. Gv 1,1+ ), annunziata dall'AT ( cf. At 2,33+ ):
rigenerare l'umanità nel lo Spirito santo.
Poiché lo Spirito riposa su di lui ( Is 11,2; Is 42,1 ), il Messia potrà darlo agli uomini ( battesimo nello Spirito, cf. qui e At 1,5+ ), ma soltanto dopo la resurrezione
( Gv 7,39; Gv 14,26+; Gv 16,7.8; Gv 20,22+; Lc 24,49; At 2 ).
Infatti soltanto dopo che sarà stato « elevato » e sarà passato al Padre, Gesù,
« venuto nella carne » ( Gv 1,14+ ), sarà pienamente investito, nel suo corpo glorificato, della potenza vivificatrice di Dio:
allora da questo corpo, come da sorgente, lo Spirito si espanderà sul mondo
( Gv 7,37-39; Gv 19,34; cf. Rm 5,5+;
vedere il simbolismo dell'acqua, Gv 4,1+ ).
1,34 il Figlio di Dio: con volg.; BJ traduce: « l'eletto di Dio », con S, alcuni mss della vet. lat., ecc.
1,35-51 I primi discepoli
Quando furono chiamati gli apostoli?
1,37 I due discepoli lasciano il Battista, per seguire colui che egli ha indicato: un modo concreto per dire che Gesù è più grande del Battista.
1,38 dove dimori: non significa semplicemente "dove abiti", ma "chi sei veramente".
1,39 le quattro del pomeriggio: alla lettera « l'ora decima ».
Questo particolare dà a tutto il racconto il carattere di una testimonianza personale.
1,41 incontrò per primo: con volg. e la maggior parte delle testimonianze; tre mss della vet. lat. e altri hanno: « sul far del giorno ».
1,42 Cefa: in aramaico significa "pietra ", "roccia" ( Mt 16,18 ).
Nella Bibbia mutare il nome di una persona significa prenderne possesso, dare una identità, una direzione nuova alla sua vita.
1,44 Betsàida: sulla riva nord-orientale del lago di Tiberiade.
1,45 Natanaele: è l'apostolo Bartolomeo ( Mt 10,3p; cf. Gv 21,2 ).
1,46 Dall'espressione di Natanaele si comprende che Nàzaret non godeva di grande fama.
Nell'AT Nàzaret non è nominata neppure una volta.
1,47 disse di lui: si registrano le varianti: « di Natanaele », o « gli ( disse ) ».
Altre testimonianze omettono.
1,48 La conoscenza soprannaturale degli uomini e degli avvenimenti è una delle caratteristiche del Cristo giovanneo ( cf. Gv 2,24s; Gv 4,17-19.29; Gv 6,61.64.71; Gv 13,1.11.27.28; Gv 16,19.30; Gv 18,4; Gv 21,17 ).
1,49 re d'Israele: equivale a messia.
il figlio di Dio: qui semplice titolo messianico, come « re di Israele » ( cf. Mt 4,3+ ).
1,51 Allusione alla visione di Giacobbe in Gen 28,11-17.
Con questo si vuole significare che i discepoli avranno prove ben più grandi riguardo alla divinità di Gesù.
Si realizzerà quando il figlio dell'uomo sarà « elevato » ( Gv 3,14+ ).