Istruzione sul Battesimo dei bambini

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Parte III - Alcune direttive pastorali

27. Anche se non è possibile ammettere certe proposte di oggi, quali l'abbandono definitivo del battesimo dei bambini e la libertà di scelta, qualunque ne sia il motivo, tra battesimo immediato e battesimo differito, non si può tuttavia negare la necessità di un approfondito sforzo pastorale, sotto certi aspetti rinnovato.

Merita indicarne qui i principi e le grandi linee.

Principi di questa pastorale

28. È molto importante richiamare innanzi tutto che il battesimo dei bambini deve essere considerato come una grave missione.

Le questioni che essa pone ai curatori di anime non possono essere risolte se non tenendo fedelmente presenti la dottrina e la prassi costante della Chiesa.

Concretamente, la pastorale del battesimo dei bambini dovrà ispirarsi a due grandi principi, di cui il secondo è subordinato al primo:

1) Il battesimo, necessario alla salvezza, è il segno e lo strumento dell'amore preveniente di Dio che libera dal peccato e comunica la partecipazione alla vita divina: per sé, il dono di questi beni non deve essere differito ai bambini.

2) Devono essere prese delle garanzie perché tale dono possa svilupparsi mediante una vera educazione nella fede e nella vita cristiana, sicché il sacramento possa raggiungere pienamente la sua « realtà ».37

Di solito esse sono date dai genitori o dai parenti stretti, benché possano essere supplite in diverso modo nella comunità cristiana.

Ma se tali garanzie non sono veramente serie, si potrà essere indotti a differire il sacramento, o addirittura a rifiutarlo, qualora siano certamente inesistenti.

Il dialogo tra i curatori d'anime e le famiglie credenti

29. In base ai due principi di cui sopra, si valuterà la reale situazione dei singoli casi mediante un colloquio pastorale tra il sacerdote e la famiglia.

Per il colloquio con genitori cristiani regolarmente praticanti, le norme sono stabilite nella Introduzione del Rituale, di cui basterà ricordare qui i due punti più significativi.

Innanzi tutto, è attribuita grande importanza alla presenza e alla partecipazione attiva dei genitori nella celebrazione; essi hanno ormai la priorità rispetto ai padrini e alle madrine, la cui presenza è tuttavia ancora richiesta, poiché il loro concorso nell'educazione rimane prezioso e talvolta necessario.

In secondo luogo, si deve attribuire grande importanza alla preparazione del battesimo.

I genitori devono preoccuparsene, avvertire i loro pastori d'anime della nascita attesa, prepararsi spiritualmente.

Da parte loro i pastori visiteranno le famiglie, anzi cercheranno di riunirne insieme diverse e impartiranno loro la catechesi ed altri opportuni suggerimenti, e inoltre le inviteranno a pregare per i bambini, che si accingono a ricevere.38

Nel fissare la data della celebrazione stessa ci si atterrà alle indicazioni del Rituale: « Si tenga conto anzitutto della salute del bambino, perché non resti privo del beneficio del sacramento; poi delle condizioni di salute della madre, affinché - per quanto è possibile - possa essere presente di persona; si tenga conto infine - salvo il bene preminente del bambino - delle esigenze pastorali, e cioè del tempo indispensabile per preparare i genitori e disporre la celebrazione in modo che appaia chiaramente il significato e la natura del rito ».

Il battesimo, quindi, avrà luogo senza alcun ritardo « se il bambino è in pericolo di morte », altrimenti, di solito « entro le prime settimane dopo la nascita del bambino ».39

Il dialogo dei curatori d'anime con le famiglie poco credenti o non cristiane

30. Potrebbe capitare che si rivolgano ai parroci dei genitori poco credenti e praticanti solo occasionalmente, o anche non cristiani, i quali per motivi degni di considerazione chiedono il battesimo per il loro bambino.

In questo caso si cercherà, con un colloquio perspicace e pieno di comprensione, di suscitare il loro interesse per il sacramento che chiedono e di richiamarli alla responsabilità che si assumono.

La Chiesa, infatti, non può venire incontro al desiderio di questi genitori, se essi non danno la garanzia che, una volta battezzato, il bambino riceverà l'educazione cattolica richiesta dal sacramento; essa deve avere la fondata speranza che il battesimo porterà i suoi frutti.40

Se le garanzie offerte - ad esempio la scelta di padrini e madrine che si prenderanno seria cura del bambino, o l'aiuto della comunità dei fedeli - sono sufficienti, il sacerdote non potrà rifiutarsi di amministrare senza indugio il battesimo, come nel caso dei bambini di famiglie cristiane.

Ma se le garanzie sono insufficienti, sarà prudente differire il battesimo; tuttavia i parroci dovranno mantenersi in contatto con i genitori, in modo da ottenere da essi, per quanto è possibile, le condizioni richieste da parte loro per la celebrazione del sacramento.

Se poi non fosse possibile neppure questa soluzione, si potrebbe proporre, come ultimo tentativo, l'iscrizione del bambino in vista di un catecumenato, all'epoca della scolarità.

31. Le presenti norme, già promulgate ed entrate in vigore,41 richiedono alcuni chiarimenti.

Deve essere chiaro, anzitutto, che il rifiuto del battesimo, non è una forma di pressione.

Del resto non si deve parlare di rifiuto, né tanto meno di discriminazione, ma di un rinvio di natura pedagogica, che tende, secondo i casi, a far progredire la famiglia nella fede o a renderla più cosciente delle proprie responsabilità.

Quanto alle garanzie, si deve ritenere che ogni assicurazione che offra una fondata speranza circa l'educazione cristiana dei bambini merita di essere giudicata sufficiente.

L'eventuale iscrizione in vista di un futuro catecumenato non deve essere accompagnata da un apposito rito, che potrebbe essere considerato come l'equivalente del sacramento stesso.

Deve essere chiaro, inoltre, che tale iscrizione non è veramente un ingresso nel catecumenato e che i bambini così iscritti non sono da considerarsi catecumeni con tutte le prerogative proprie di quello stato.

Essi dovranno essere presentati, in seguito, ad un catecumenato adeguato alla loro età.

A questo proposito, si deve precisare che l'esistenza di un Rituale per i bambini giunti all'età della catechesi, nell'Ordo initiationis christianae adultorum,42 non significa affatto che la Chiesa preferisca o consideri come normale il rinvio del battesimo a quella età.

Infine, in quelle regioni in cui le famiglie poco credenti o non cristiane costituiscono la maggioranza della popolazione, al punto da giustificare da parte delle Conferenze Episcopali l'introduzione di una pastorale d'insieme che prevede un intervallo più lungo di quello stabilito dalla legge generale prima della celebrazione del battesimo,43 le famiglie cristiane che vi dimorano conservano integro il loro diritto di far battezzare prima i loro bambini.

In questo caso si amministrerà, dunque, il battesimo, come desidera la Chiesa e come meritano la fede e la generosità di quelle famiglie.

Il ruolo delle famiglie e della comunità parrocchiale

32. L'impegno pastorale svolto in occasione del battesimo dei bambini deve essere inserito in un'attività più ampia, estesa alle famiglie e a tutta la comunità cristiana.

In tale prospettiva è importante intensificare l'azione pastorale dei fidanzati, negli incontri in preparazione al matrimonio, e poi degli sposi novelli.

Secondo le circostanze, si farà appello a tutta la comunità ecclesiale, e in particolare agli educatori, agli sposi cristiani, ai movimenti impegnati nella pastorale familiare, alle Congregazioni religiose e agli Istituti secolari.

Nel loro ministero i sacerdoti dedichino ampio spazio a questo apostolato.

Soprattutto richiamino i genitori alla loro responsabilità di suscitare ed educare la fede dei loro bambini.

Spetta infatti ad essi dare avvio all'iniziazione cristiana del bambino ed insegnargli ad amare Cristo come un amico intimo, e inoltre formarne la coscienza.

Tale compito sarà tanto più fecondo e facile, quanto più si appoggerà sulla grazia battesimale infusa nell'animo del bambino.

33. Come indica chiaramente il Rituale, la comunità parrocchiale e in particolare il gruppo di cristiani che costituiscono l'ambiente umano della famiglia, devono svolgere un loro ruolo nella pastorale del battesimo.

Infatti « il popolo di Dio, cioè la Chiesa, che trasmette e alimenta la fede ricevuta dagli Apostoli, considera suo compito fondamentale la preparazione al battesimo e la formazione cristiana ».44

Questa partecipazione attiva del popolo cristiano, già entrata nella prassi quando si tratta di adulti, è richiesta anche nel battesimo dei bambini, nel quale « il popolo di Dio, cioè la Chiesa, presente nella comunità locale, ha un compito importante ».45

D'altra parte la comunità stessa trarrà un grande vantaggio spirituale e apostolico dalla cerimonia del battesimo.

Infine, l'azione della comunità si prolungherà, anche dopo la celebrazione liturgica, nel concorso degli adulti alla educazione della fede dei giovani, sia con la testimonianza della loro vita cristiana che con la partecipazione alle diverse attività catechistiche.

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37 Cf. Ordo baptismi parvulorum, Praenotanda, n. 3, p. 15
38 Cf. ibid., n. 8, § 2, p. 17; n. 5, §§ 1 e 5, p. 16
39 Ibid., n. 8, § 1, p. 17
40 Cf. ibid., n. 3, p. 15
41 Stabilite una prima volta da una Lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede, in risposta alla richiesta di S. E. Mons. Barthélemy Hanrion, Vescovo di Dapango (Togo), queste direttive sono state pubblicate contemporaneamente alla richiesta del Vescovo su Notitiae, n. 61 (71971), pp. 6470
42 Cf. Ordo initiationis christianae adultorum, ed. typica, Romae, 6 gennaio 1972, cap. 5, pp. 125-149
43 Cf. Ordo baptismi parvulorum, Praenotanda, n. 8, §§ 3 e 4, p. 17
44 Ibid. De initiatione christiana, Praenotanda generalia, n. 7, p. 9
45 Ibid. Praenotanda, n. 4, p. 15