Istruzione sul Battesimo dei bambini

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Parte II - Risposta alle difficoltà sollevate oggi

16. Alla luce della dottrina ricordata sopra, devono essere giudicate alcune opinioni espresse ai nostri giorni a proposito del battesimo dei bambini, tendenti a mettere in discussione la legittimità di tale prassi, come norma generale.

Battesimo e atto di fede

17. Dalla considerazione che negli scritti del Nuovo Testamento il battesimo segue la predicazione del Vangelo, suppone la conversione e s'accompagna alla professione di fede e che, inoltre, gli effetti della grazia ( remissione dei peccati, giustificazione, rigenerazione e partecipazione alla vita divina ) generalmente dipendono dalla fede più che dal sacramento, ( Cf. Mt 28,19; Mc 16,16; At 2,37-41; At 8,35-38; Rm 3,22-26; Gal 3,26 ) alcuni propongono che la successione « predicazione-fede-sacramento » venga eretta a norma, da applicarsi ai bambini, eccettuato il caso di pericolo di morte, e che per essi venga istituito un catecumenato obbligatorio.

18. Indubbiamente la predicazione apostolica era indirizzata, di solito, agli adulti e i primi battezzati furono uomini convertiti alla fede cristiana.

Poiché tali fatti sono riportati nei libri del Nuovo Testamento, ne può derivare l'opinione che in essi si consideri solo la fede degli adulti.

Tuttavia, come si è ricordato sopra, la prassi del battesimo dei bambini si fonda su di una tradizione immemorabile di origine apostolica, la cui importanza non può essere disconosciuta: inoltre il battesimo non è mai amministrato senza la fede, che nel caso dei bambini è la fede della Chiesa.

D'altra parte, secondo la dottrina del Concilio di Trento sui sacramenti, il battesimo non è soltanto un segno della fede: ne è anche la causa.29

Esso opera nel battezzato « l'illuminazione interiore », e perciò giustamente la liturgia bizantina lo chiama « sacramento dell'illuminazione » o semplicemente « illuminazione », cioè fede ricevuta, che pervade l'anima perché cada, davanti allo splendore del Cristo, il velo della cecità. ( Cf. 2 Cor 3,15-16 )

Battesimo e appropriazione personale della grazia

19. Si dice anche che ogni grazia, poiché destinata ad una persona, deve essere accolta coscientemente e fatta propria da colui che la riceve: cosa di cui il bambino è assolutamente incapace.

20. In realtà, il bambino è persona molto prima di essere in grado di manifestarlo mediante atti di coscienza e di libertà, e come tale può già diventare figlio di Dio e coerede di Cristo mediante il sacramento del battesimo.

La sua coscienza e la sua libertà potranno in seguito, a partire dal loro risveglio, disporre delle forze infuse nell'anima dalla grazia battesimale.

Battesimo e libertà del bambino

21. Si obietta anche che il battesimo dei bambini sarebbe un attentato alla loro libertà, in quanto è contro la loro dignità di persona imporre loro per il futuro degli obblighi religiosi che essi, in seguito, saranno forse portati a rifiutare.

Sarebbe quindi meglio conferire il sacramento ad una età, in cui siano in grado di impegnarsi liberamente.

Nel frattempo i genitori e gli educatori dovrebbero comportarsi in maniera riservata e astenersi da ogni pressione.

22. Ma un tale comportamento è assolutamente illusorio: non esiste una libertà umana così pura, da poter essere immune da qualsiasi condizionamento.

Già sul piano naturale, i genitori operano delle scelte indispensabili per la vita dei loro figli e li orientano verso i veri valori.

Un comportamento della famiglia che pretendesse di essere neutrale per quanto riguarda la vita religiosa del bambino, in pratica risulterebbe una scelta negativa, che lo priverebbe di un bene essenziale.

Quando si pretende che il sacramento del battesimo comprometta la libertà del bambino, si dimentica soprattutto che ogni uomo, anche non battezzato, in quanto è creatura, ha verso Dio degli obblighi imprescrittibili, che il battesimo ratifica ed eleva con l'adozione filiale.

Si dimentica inoltre che il Nuovo Testamento ci presenta l'ingresso nella vita cristiana non come una servitù o una costrizione, ma come l'accesso alla vera libertà. ( Gv 8,36; Rm 6,17-22; Rm 8,21; Gal 4,31; Gal 5,1.13; 1 Pt 2,16 ecc )

Indubbiamente potrà capitare che il bambino, giunto all'età adulta, rifiuti gli obblighi derivanti dal suo battesimo.

I genitori, nonostante la sofferenza che possono provarne, non hanno nulla da rimproverarsi per aver fatto battezzare il loro bambino e avergli dato una educazione cristiana, come era loro diritto e dovere.32

Infatti, nonostante le apparenze, i germi della fede deposti nella sua anima potranno un giorno riprendere vita, e i genitori vi contribuiranno con la loro pazienza, il loro amore, la loro preghiera e la testimonianza autentica della loro fede.

Il battesimo nell'attuale situazione sociologica

23. Attenti ai legami della persona con la società, alcuni ritengono che in una società di tipo omogeneo, in cui i valori, i giudizi e i costumi formano un sistema coerente, il battesimo dei bambini sarebbe ancora conveniente; esso però sarebbe controindicato nelle odierne società pluralistiche, caratterizzate dall'instabilità dei valori e dai conflitti ideologici.

In una situazione del genere, dicono, converrebbe differire il battesimo, finché la personalità del candidato non sia sufficientemente maturata.

24. Senza dubbio la Chiesa non ignora di dover tener conto della realtà sociale.

Ma i criteri dell'omogeneità e del pluralismo sono soltanto indicativi e non possono essere eretti a principi normativi, perché sono inadeguati a risolvere una questione propriamente religiosa, che di sua natura spetta alla Chiesa e alla famiglia cristiana.

Il criterio della « società omogenea » permetterebbe di affermare la legittimità del battesimo dei bambini, se la società è cristiana; ma porterebbe anche a negarla quando le famiglie cristiane fossero minoritarie, sia in una società a predominanza ancora pagana, sia in un regime di ateismo militante; il che, evidentemente, è inammissibile.

Anche il criterio della « società pluralistica » non vale più del precedente, poiché in questo tipo di società la famiglia e la Chiesa possono agire liberamente, e quindi dare una formazione cristiana.

Del resto, una riflessione sulla storia dimostra chiaramente come l'applicazione di tali criteri « sociologici » nei primi secoli avrebbe paralizzato l'espansione missionaria della Chiesa.

Si deve inoltre aggiungere che ai nostri giorni troppo spesso ci si appella paradossalmente al pluralismo per imporre ai fedeli dei comportamenti, che in realtà impediscono l'uso della loro libertà cristiana.

In una società, in cui la mentalità, i costumi e le leggi non si ispirano più al Vangelo, è dunque di somma importanza che nelle questioni poste dal battesimo dei bambini si tenga conto soprattutto della natura e della missione proprie della Chiesa.

Il Popolo di Dio, anche se mescolato con la società umana e costituito di diverse nazioni e culture, tuttavia possiede una propria identità, caratterizzata dall'unità della fede e dei sacramenti.

Animato dallo stesso spirito e dalla stessa speranza, esso è un tutto organico, capace di creare, nei diversi gruppi umani, le strutture necessarie alla sua crescita.

La pastorale sacramentale della Chiesa, in particolare quella del battesimo dei bambini, deve inserirsi in questo contesto, e non dipendere da criteri riferibili unicamente alle scienze umane.

Battesimo dei bambini e pastorale sacramentale

25. Si riscontra, da ultimo, un'altra critica contro il battesimo dei bambini: esso deriverebbe da una pastorale priva di slancio missionario, più preoccupata di amministrare un sacramento, che di suscitare la fede e di promuovere l'impegno evangelico.

Nel conservarlo, la Chiesa cederebbe alla tentazione del numero e della « istituzione » ( establishment ); essa incoraggerebbe il mantenimento di una « concezione magica » dei sacramenti, mentre il suo vero compito sarebbe di dedicarsi all'attività missionaria, di far maturare la fede dei cristiani, di promuovere il loro impegno libero e cosciente, ammettendo, di conseguenza, delle tappe nella sua pastorale sacramentale.

26. Senza dubbio, l'apostolato della Chiesa deve tendere a suscitare una fede viva e a favorire una esistenza autenticamente cristiana, ma non si possono applicare, tali e quali, le esigenze della pastorale sacramentale degli adulti ai bambini che sono battezzati, come si è ricordato sopra, « nella fede della Chiesa ».

Inoltre non si può trattare alla leggera la necessità del sacramento, che conserva tutto il suo valore e la sua urgenza, soprattutto quando si tratta di assicurare a un bambino il bene infinito della vita eterna.

Quanto alla preoccupazione del numero, se ben compresa, essa non è una tentazione o un male per la Chiesa, ma un dovere e un bene.

Infatti la Chiesa, definita da S. Paolo « Corpo » di Cristo e sua « pienezza », ( Ef 1,23 ) è nel mondo il sacramento visibile di Cristo; la sua missione è di estendere a tutti gli uomini il vincolo sacramentale che l'unisce al suo Signore glorificato.

Per cui non può fare a meno di voler conferire a tutti, ai bambini come agli adulti, il sacramento primo e fondamentale del battesimo.

Così compresa, la prassi del battesimo dei bambini è autenticamente evangelica, poiché ha valore di testimonianza; manifesta infatti l'iniziativa di Dio nei nostri confronti e la gratuità del suo amore che circonda tutta la nostra vita: « Non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi …

Noi amiamo, perché egli ci ha amati per primo ». ( 1 Gv 4,10.19 )

Anche nel caso dell'adulto, le esigenze legate alla recezione del battesimo35 non devono far dimenticare che Dio « ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo ». ( Tt 3,5 )

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29 Concilio di Trento, sessio VII, Decr. de sacramentis, can. 6
32 Questo dovere e diritto, precisato dal Concilio Vaticano II nella Dichiarazione Dignitatis Humanae, n. 5, è riconosciuto sul piano internazionale dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, art. 26, n. 3
35 Cf. Concilio di Trento, sessio VI, De iustificatione, cap. 56 e can. 4 e 9