Cerimoniale dei Vescovi

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Capitolo II - Le altre messe celebrate dal Vescovo

171. Anche quando il vescovo celebra la messa con minore concorso di popolo e di clero, tutto sia predisposto in maniera tale che egli appaia il grande sacerdote del suo gregge, che agisce a vantaggio di tutta la sua Chiesa.

Cosi quando visita le parrocchie o le comunità della sua diocesi, conviene che i presbiteri della parrocchia o della comunità concelebrino con lui.

172. Vi sia un solo diacono rivestito dei paramenti dei suo ordine; in sua mancanza proclami il vangelo e presti servizio all'altare un presbitero che, se non concelebra, indossa camice e stola.

173. Siano osservate tutte le norme descritte nel "Messale Romano" per la messa con il popolo.103

Inoltre il vescovo, mentre indossa i paramenti, prende anche la croce pettorale e di norma lo zucchetto.

Se le circostanze lo consigliano, porta mitra e pastorale.

All'inizio della messa saluta il popolo dicendo: La pace sia con voi, oppure La grazia del Signore nostro.

Prima di proclamare il vangelo, non solo il diacono, ma anche il presbitero, anche se concelebra, chiede al vescovo e da lui riceve la benedizione.

Dopo aver letto il vangelo, porta al vescovo il libro da baciare, oppure è lo stesso diacono o presbitero a baciare il libro.

Prima del prefazio, il diacono consegna al ministro lo zucchetto del vescovo.

Nelle preghiere eucaristiche I, II e III, dopo le parole: il nostro Papa N., il vescovo soggiunge: e me indegno tuo servo; invece nella preghiera eucaristica IV, dopo le parole: del tuo servo e nostro Papa N., soggiunge: di me indegno tuo servo.

Alla fine della messa, il vescovo benedice come è descritto più sotto ai nn. 1120-1121.

174. Il vescovo, che non è ordinario di luogo, può celebrare usando la cattedra e portando il pastorale, se lo consente il vescovo diocesano ( cf. più sopra n. 47 e n. 59 ).

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103 Cf. Messale Romano, Principi e norme, nn. 77-152