Concilio di Costantinopoli IV

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Canone 21

Il primato romano tra le sedi patriarcali

[ Testo greco assente ] La parola di Dio che Cristo ha rivolto ai santi apostoli e ai suoi discepoli: "Chi accoglie voi accoglie me" ( Mt 10,40 ), e "chi disprezza voi disprezza me" ( Lc 10,16 ), noi crediamo sia stata rivolta anche a tutti coloro che, dopo di loro e a loro somiglianza, sono divenuti sommi pontefici e principi dei pastori nella chiesa cattolica.

Pertanto ordiniamo che nessuno dei potenti di questo mondo oltraggi o tenti di rimuovere dalla propria sede coloro che occupano la carica di patriarca, ma al contrario accordino loro onore e rispetto: in primo luogo al santissimo papa dell'antica Roma, poi al patriarca di Costantinopoli, e infine a quelli di Alessandria, Antiochia e Gerusalemme.

E nessuno altro rediga scritti o discorsi contro il santissimo papa dell'antica Roma, sotto il pretesto di crimini da lui commessi, come ha fatto recentemente Fozio e molto prima di lui Dioscoro.

Chiunque si comporterà con tanta insolenza e audacia da recare ingiuria per scritto o a voce, seguendo l'esempio di Fozio e Dioscoro, contro la sede di Pietro, il principe degli apostoli, riceverà una condanna uguale e identica alla loro.

Se poi qualche autorità civile o qualche potente tentasse di cacciare il papa dalla sede apostolica o qualcuno degli altri patriarchi, sia colpito da anatema.

Inoltre se sarà convocato un concilio ecumenico e vi sarà qualche sospetto o controversia nei riguardi della santa chiesa di Roma, converrà, con il dovuto rispetto e deferenza, informarsi sul punto controverso e accogliere una soluzione che giovi a sé o agli altri, ma mai avere l'audacia di pronunciare una sentenza contro i sommi pontefici dell'antica Roma.

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