Segretario del Crocifisso

La prima voce interiore

« Una mattina nella chiesa di S. Dalmazzo ero ansioso di ricevere la S. Comunione,

e appena l'ebbi ricevuta, sento il mio buon Gesù dirmi:

"Tra me e te, in avvenire, ci sarà una grande intimità".

A questo tratto della Misericordia di Dio andavo meditando, nella mia semplicità, dentro di me:

come è possibile che un Dio voglia abbassarsi fino a me poveretto peccatore?

Eppure si vedrà in appresso quanto sia grande la bontà e la Misericordia di Dio verso di noi poveri mortali.

Col trascorrere dei giorni la grazia del Signore operava sempre maggiormente in me, indegno di così gran favore,

e infondeva nel mio povero cuore tanta dolcezza da farmi dimenticare le amarezze della vita.

Per quanto mi deliziassi nel servire la S. Messa, che suscitava pure in me le sante memorie delle cose eterne,

un giorno, attratto dolcemente ai piedi d'un gran Crocifisso, scolpito in legno,

nel coro dell'accennata chiesa di S. Dalmazzo, là solo col mio Gesù e inebriata la mente nei gaudi del Paradiso,

mi scioglievo tutto in lacrime, né sapevo come allontanarmi dalla Croce.

In quel momento il buon Gesù Crocifisso mi disse: "Va' a servire la S. Messa, non ti far aspettare".

Non era ancora passato un minuto che si presenta il Padre Cozzi,

dicendomi di andare subito a servire la S. Messa, e mi fece come un dolce rimprovero del mio ritardo.

Questo mi bastò per essere sempre persuaso che la premura nel servire il Signore

e nel sacrificare in ciò un po' di tempo è dolce e santa cosa: il buon Gesù non tarda, anche su questa terra,

a dar grazie e dolcezze ineffabili ai suoi figli che lo amano, lo servono e lo temono.

Nel vedermi da Dio favorito, risolvetti di rimettermi interamente, anima e corpo, in Gesù Crocifisso,

perché solo in Dio si trova la sorgente di ogni virtù.

Io, tutto acceso di amor santo di Dio, risolsi di darmi interamente a Lui,

mettendo sotto i piedi il rispetto umano, le derisioni, le beffe degli uomini,

pensando che non sono essi che devono giudicarmi in punto di morte, ma Dio solo. » ( D 5 )

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