Balthasar

Hans Urs Von ...

Teologo svizzero ( Lucerna 1905 - Basilea 1988 ).

Uno dei massimi teologi del sec. XX e, a dire di uno dei suoi maestri, Henri de Lubac, "forse l'uomo più colto del nostro tempo".

Compiuti gli studi di germanistica e filosofia a Monaco, Vienna, Berlino e Zurigo, a ventiquattro anni entrò nella Compagnia di
Gesù, dalla quale uscì nel 1948 per dare inizio ( nel 1949 ) alla Johannes Gesellschaft ( Compagnia di Giovanni ), un Istituto secolare.

La sua formazione teologica subì l'influsso di Karl Barth ( v. ), di Erich Przywara e di Henri de Lubac ( v. ).

Determinante fu poi l'amicizia con la mistica Adrienne von Speyr, senza la quale, per ammissione dello stesso Balthasar, molti saggi e la prospettiva fondamentale della sua teologia non sarebbero nati.

Venne nominato cardinale poco prima della morte.

L'estetica teologica

La sua produzione spazia dagli studi patristici ai saggi letterari, alle agiografie, alle riflessioni spirituali, alle opere di teologia sistematica.

È in queste ultime che Balthasar si presenta come un gigante nell'orizzonte teologico del sec. XX.

La sua comprensione del mistero cristiano viene sviluppata sulla scorta delle specificazioni trascendentali dell'essere ( il bello, il buono, il vero ).

Costruisce infatti un sistema diviso in tre momenti: l'estetica teologica ( depositata nei sette volumi di Gloria, Una estetica teologica, 1961-65 ), nella quale descrive l'apparire della gloria di Dio e il fascino che questa determina in chi la guarda con "occhi semplici"; la teodrammatica ( in cinque volumi ), nella quale illustra il gioco della libertà divina e di quella umana che l'apparire di Dio nella storia mette in movimento; la teologica ( in tre volumi ), nella quale delinea la logica che presiede al manifestarsi di Dio nel Figlio e nello Spirito.

Tutto è dominato dalla gratuità e dalla incomprensibilità dell'amore di Dio, sul quale si fonda la speranza che alla fine nessuno e nulla andrà perduto.

Da questa prospettiva fondamentale Balthasar si espone anche a valutare la situazione della Chiesa nel nostro mondo e a delinearne il compito: la testimonianza fino al martirio, nel quale si evidenzia che solo mediante un amore radicale si può rendere credibile il cristianesimo.

Nelle sue opere Balthasar, che sempre rifiutò le cattedre universitarie, rivela un'impareggiabile conoscenza della storia del pensiero in tutte le sue espressioni.

Questo rende a volte difficoltoso trovare il filo conduttore dell'argomentazione.

Per rendere ragione di questo, a partire dal 1945, periodicamente Balthasar tracciò un resoconto dello sviluppo del suo pensiero.

I vari resoconti sono ora raccolti nel volume La mia opera ed epilogo ( 1990 ): uno strumento indispensabile per non smarrirsi nella foresta di un sistema troppo ricco per essere dominato da un lettore senza guida.