Cirillo

di Alessandria

Vescovo e Padre della Chiesa, santo ( Alessandria ca 376-444 ); festa: 9 febbraio per la Chiesa cattolica, 9 giugno per la Chiesa ortodossa.

Fu vescovo di Alessandria d'Egitto tra il 412 e il 444.

Dedicò la prima parte del suo episcopato al consolidamento della sua autorità ( alla quale poterono appoggiarsi anche espressioni di intolleranza e di fanatismo verso la comunità ebraica e i rappresentanti dell'antica tradizione culturale, come la neoplatonica Ipazia ), e all'approfondimento della dottrina trinitaria ( specialmente nei Dialoghi sulla Trinità e nel commento al Vangelo di Giovanni ), come continuazione ideale dell'opera di Atanasio contro l'arianesimo.

Nella seconda parte dell'episcopato, a partire dal 428, Cirillo si impegnò nella questione sollevata da Nestorio circa il modo con cui il Figlio di Dio fa propria l'esistenza umana di Gesù.

Di fronte al tentativo di limitare la verità dell'Incarnazione, contestando la divina maternità di Maria, drillo reagì vigorosamente, sottolineando (con particolare riferimento a Giovanni 1,14: "il Verbo si fece carne" ), che è proprio il Figlio di Dio che è divenuto personalmente uomo, nascendo da Maria.

L'esistenza umana è esperienza diretta e propria del Verbo di Dio.Nel concilio tenuto sulla questione a Efeso nel 431, Cirillo non usò solo gli argomenti della Scrittura e della teologia, ma fece ricorso anche al  suo peso politico e al suo carattere autoritario.

Proprio il malessere suscitato nelle Chiese d'Oriente da questo suo comportamento lo indusse immediatamente dopo a rimeditare gli atteggiamenti e i compiti di pace e di riconciliazione propri di un vescovo e nel 433 poté salutare con gioia la ritrovata comunione delle Chiese nella comune fede nel Piglio di Dio fatto uomo per noi.

... di Gerusalemme

Padre della Chiesa, santo ( Gerusalemme ca 315 - ca 387); festa: 18 marzo.

A Cirillo, vescovo di Gerusalemme tra il 348 e il 387, dobbiamo l'esempio più completo di catechesi rivolte ai candidati al battesimo che l'antichità cristiana ci ha trasmesso. si tratta di un complesso di 18 catechesi prebattesimali, distribuite nell'arco della Quaresima, e di cinque  che seguono immediatamente il battesimo, nulla settimana successiva alla Pasqua.

L'interesse di questo testo risiede nel fatto che esso, insieme con altri, meno completi, di s. Ambrosio di Milano, s. Giovanni Crisostomo e Teodoro di Mopsucstia, documenta come era organizzata la formazione della vita cristiana nel sec. IV.

Una catechesi di apertura ( protocatechesi ) si incarica di stabilire il contatto con quanti intendono accedere al battesimo.

Cirillo si preoccupa di sollecitare la correttezza delle motivazioni e la comprensione della logica del battesimo.

L'atto di fede non può che essere infatti  un atto della libertà, poiché Dio ha fatto l'uomo capace di autodeterminarsi e questa è "bellissima opera di Dio".

Poi, seguendo lo schema del Credo, vengono esposti i contenuti centrali della fede, attraverso continui riferimenti alla Scrittura. Frequentemente l'attenzione si concentra sui personaggi biblici di maggiore rilievo, come Abramo, Mosè, Elia, Pietro, Paolo, Marta e Maria; in tal modo la fede viene presentata nella sua qualità di vita vissuta.

La settimana che segue il battesimo, celebrato nella veglia pasquale, ha luogo la catechesi mistagogica, ossia la spiegazione approfondita dei riti della iniziazione cristiana: il battesimo, l'unzione cresimale, l'eucaristia.
Grande rilievo ha il commento del Padre nostro.

... e Metodio

Santi, evangelizzatori dei popoli slavi, patroni d'Europa insieme a s. Benedetto (Cirillo: Tessalonica 827 o 828 - Roma 869; Metodio: Tessalonica ca 825 - Moravia 885 ); festa: 6 giugno per la Chiesa ortodossa e 9 marzo per la  Chiesa cattolica.

Cirillo ( il nome di battesimo era Costantino ) si fece monaco a Roma.

Presbitero, dimorò a lungo in Costantinopoli, insieme al fratello maggiore Metodio, monaco e abate, distinguendosi per acume intellettuale e ampiezza di cultura, così da essere chiamato "il filosofo".

L'imperatore Michele III ( 842-867 ) e il patriarca Fozio inviarono i due fratelli a predicare i] cristianesimo in Moravia. Un quadriennio di fecondo apostolato assicurò a Cirillo e Metodio grandi successi,destinati a ripetersi in Pannonia e a consolidarsi, specie dopo il prestigioso avallo del papa, quando i due fratelli, sul finire del1'867, ebbero raggiunto Roma.

Morto Cirillo, il pontefice Adriao II nominò Metodio arcivescovo della Pannonia, dove la sua opera continuò a suscitare risposte numerose e convinte.

Anche la Bulgaria fu raggiunta dall'azione dei seguaci dei due fratelli.

Il cardine sul quale questi avevano fatto ruotare la predicazione e la missione consisteva nello sforzo di adattamento culturale alla
mentalità dei popoli raggiunti.

Il segno più vistoso di simile attitudine fu la traduzione, da loro iniziata, della Bibbia e dei testi liturgici romani in un dialetto ma-
cedonico-bulgaro, allora idioma popolare slavo.

A tal fine, Cirillo introdusse una scrittura slava, fissandola con grafia fondamentalmente formata da segni greci L'intrapresa dei due fratelli rappresentò, in un periodo di acute tensioni fra Oriente e Occidente, un fattore di riconciliazione per le componenti slave bizantine e romane di una compagine cristiana ormai notevolmente differenziata.