Pascal

Blaise ...

Pensatore religioso, filosofo e scienziato francese ( Clermont 1623 - Parigi 1662 ).

Precoce genio scientifico, contribuì con scritti ed esperimenti di fisica al dibattito sul vuoto.

Si avvicinò alla spiritualità giansenista ( v. giansenismo ), prendendone le difese nella polemica contro i gesuiti con le Provinciali ( 1657 ), capolavoro della letteratura francese, in cui sottili argomenti dottrinali diventano pretesto per una grottesca, anche se ingiusta, caricatura della Compagnia di Gesù.

Oltre agli scritti di carattere fisico-matematico pubblicati in vita, e a quelli postumi di carattere teologico ( tra cui: Scritti sulla grazia; Sunto della vita di Gesù; La conversione del peccatore; Colloquio con il Signore de Saci; Preghiera per chiedere a Dio un buon uso delle malattie ), Pascal lasciò una vasta raccolta di annotazioni a cui si da ormai comunemente il titolo di Pensieri ( 1670 ).

Al cuore della meditazione pascaliana c'è la teologia della Croce, l'esperienza folgorante ( il Memoriale del novembre 1654 ne è la drammatica testimonianza ) di un Dio che nulla ha a che fare con quello "dei filosofi", il Dio di Abramo e di Isacco, il Gesù abbandonato nell'orto dei Getsemani, che ispirò a Pascal un frammento altissimo dei Pensieri.

Ma ciò che distingue il suo sentimento religioso o l'inflessibile rigore con cui giudicò se stesso e il mondo alla luce della Croce: ripudiò la scienza, di cui era uno dei maggiori esponenti del suo tempo, ritenuta un'inammissibile distrazione ( divertissement ) rispetto ai doveri della pietà e della contemplazione ( riteneva, come s. Paolo, lo spirito superiore alla carne, ma la carità superiore allo spirito ); ripudiò il potere, come forma suprema d'inganno, e ogni affetto che non fosse riconducibile a Dio; utilizzò la sua abilità imprenditoriale ( aveva progettato e costruito la prima calcolatrice della storia ) per fondare una società di trasporti pubblici a favore dei poveri.

Gravemente malato, chiese invano di essere portato al ricovero dei poveri, ma volle che uno di loro venisse accudito nella stanza accanto alla sua.

Nei Pensieri scese come pochi altri dentro l'anima umana, si accani per smascherarne le false certezze e le atrocità inconfessabili.

Agli albori dell'età moderna provò un moto d'orrore davanti alla società secolarizzata ( v. secolarizzazione ), invocando le ragioni della fede contro l'ottimismo della nuova ideologia borghese ( l'umanesimo gesuita, il relativismo etico dei libertini ).

Diffidava dell'uomo, del suo ritenersi un miserabile ( lo scetticismo, Montaigne ), come del suo credersi perfettamente autosufficiente ( lo stoicismo, ma anche la filosofia di Cartesio ).

Diffidò anche e soprattutto di sé, della sua intelligenza, del suo talento di scrittore, mettendosi al servizio della Chiesa per scrivere una grande apologia del cristianesimo, inteso come unica salvezza possibile.