Giansenismo

Da Giansenio ( 1585-1638 ), che ne fu uno degli esponenti più significativi e ne espresse le idee portanti, fu un movimento di difficile definizione, perché preferì formulazioni elastiche e sfuggenti e posizioni sottilmente ambigue; proclamò spesso un'ortodossia che rientrava male nelle sue teorie e praticò un ascetismo nel quale l'austerità si discostava non di rado dall'umiltà.

Suoi fondamenti essenziali furono la dichiarazione che l'uomo è per sua natura intrinsecamente corrotto e trascinato irresistibilmente al male; che esiste però una predestinazione per ognuno fissata in antecedenza da Dio indipendentemente dai meriti individuali, per cui c'è chi è sospinto invincibilmente al male e chi lo è altrettanto invincibilmente al bene; che Cristo è morto solo per i predestinati, ai quali Dio concede una grazia ineluttabile.

A questo determinismo, che nullificava così cupamente la libertà e quindi la dignità umana, doveva per forza corrispondere un pessimismo plumbeo nella spiritualità, dove sull'amore di Dio prevaleva la sua giustizia opprimente, sulla fiducia in lui il timore, sull'accostarsi ai sacramenti la fuga per indegnità, sulla redenzione misericordiosa un clima di giudizio e di condanna: mentre, ad esempio, il crocifisso cattolico era modellato con le braccia aperte ed il capo reclinato in un abbraccio al mondo, quello giansenista tendeva le braccia verticali verso l'alto ed il capo rivolto al cielo quasi a disdegno ed a fuga dal mondo.

Si intravedevano sullo sfondo postulati protestantici, soprattutto di fisionomia calvinista, in modo speciale nella presunzione di riputarsi direttamente illuminati da Dio e depositar! della verità, pur persistendo nella ribellione all'autorità della Chiesa.

Movimento teologico ed ecclesiale sorto nel sec. XVII nel cattolicesimo francese.

Le origini

La denominazione trae origine dalle risonanze dell'opera teologica intitolata a s. Agostino, Augustinus, pubblicata due anni dopo la morte dell'autore, il vescovo di Ypres Cornelius Janssen ( 1585-1638 ), noto con il nome italianizzato di Cornelio Giansenio.

Il poderoso studio affronta la problematica dei nessi fra libertà umana e grazia divina, fra impegno etico e salvezza eterna, fra l'opera di Cristo e la fragilità delle opzioni degli individui e delle collettività.

La disputa con i gesuiti

In risposta anche alla Riforma protestante, una corrente di pensiero, alimentata in prevalenza da gesuiti, sosteneva che alcune idee di matrice agostiniana sulla condizione "peccaminosa" dell'uomo potevano indurre negli "errori" di Lutero e di Calvino e proponeva una concezione ottimistica sulle capacità autorealizzatrici dell'uomo.

La disputa si accese sulle tesi del gesuita spagnolo L. Molina ( v. molinismo ), che all'idea della grazia efficace tipica dell'indirizzo agostiniano preferiva quella di grazia sufficiente, accordata per compiere il bene a ogni uomo, ma in grado di produrre i suoi effetti solo se assecondata dal libero arbitrio.

Perciò la tesi della predestinazione gratuita alla salvezza veniva completata mediante l'aggiunta della previsione divina dei meriti umani.

Alla polemica contro Molina era indirizzato l'intervento di Giansenio, articolato sui rapporti fra filosofia e teologia, sull'imprescindibilità del riferimento alla lezione agostiniana, sull'analisi dell'intreccio tra peccato e azione salvifica di Cristo.

In queste prospettive egli enfatizzava la necessità assoluta dell'intervento di Dio sugli uomini - inesorabilmente inclini al male dopo la caduta di Adamo - perché operino rettamente: ciò tuttavia non pregiudica, a suo dire, la libertà del soggetto.

Il giansenismo di Port-Royal

Le relazioni amichevoli e le consonanze ideali di Giansenio con Jean Duvergier de Auranne, abate di Saint-Cyran, costituirono uno tra i principali veicoli perché il dibattito debordasse dagli ambienti accademici nella concreta esistenza di parecchi fedeli.

Saint-Cyran introdusse nel monastero femminile di Port-Royal orientamenti improntati al rigore, nel rispetto timoroso della grazia divina, che all'occorrenza suggerivano anche la momentanea privazione dell'assoluzione sacramentale e della comunione eucaristica.

Il monastero di Port-Royal divenne un centro di irradiazione, specie verso il mondo borghese, di un indirizzo imperniato sulla serietà drammatica della vita cristiana, oscillante nel crinale della colpa e della redenzione.

L'opposizione al giansenismo e la condanna di Roma

Le tendenze rigoriste del giansenismo, anche a causa delle implicazioni socio-politiche che sottendevano, suscitarono molte ostilità, a partire dal primo ministro di Francia, il cardinale Richelieu.

Le polemiche raggiunsero l'acme nel 1653 con la condanna da parte della Santa Sede nel 1653, di cinque proposizioni in cui si voleva riassunto il nucleo fondamentale del pensiero di Giansenio.

In sostanza veniva riprovato il determinismo naturale o soprannaturale a cui l'uomo, nelle prospettive del giansenismo, sembrava sottoposto.

Ne seguirono esasperanti discussioni sulla rispondenza o meno degli schematici asserti ai genuini intendimenti dell'autore dell'Augustinus e dei suoi seguaci.

In difesa degli orientamenti giansenisti intervennero, fra gli altri, con vedute originali, i filosofi Antoine Arnaud e Blaise Pascal ( v. ) con le sue Lettere provinciali.

Gli sviluppi successivi

La condanna della bolla pontificia Unigenitus ( 1713 ) e l'appoggio di Luigi XIV alle misure pontificie determinarono non solo ripetuti episodi di sconcerto tra i fedeli, ma anche una non trascurabile resistenza del Parlamento all'introduzione di norme considerate vessatorie nei confronti dei giansenisti.

Oltre che in Francia il giansenismo si diffuse in Belgio e in Olanda ( dove a Utrecht i giansenisti nel 1723 diedero vita a una Chiesa scismatica ).

Nuclei consistenti di giansenisti si costituirono in Italia durante la seconda metà del '700, specie nella
Toscana di Leopoldo II e presso l'università di Pavia.

Le posizioni di questi gruppi, nettamente affermate nel sinodo di Pistola ( 1786 ), furono oggetto di una dura condanna da parte di Pio VI nel 1794.

L'inesorabile declino del movimento nel sec. XIX non oscurò tuttavia la sua eredità di ricche, anche discutibili, stimolazioni religiose ed etiche.

Corrente religiosa di stampo rigorista, diffusa nei secoli XVII-XVIII in Europa; il nome deriva dal suo rappresentante più famoso, Giansenio ( Cornelio Janssen, 1585-1638 ).

Il Giansenismo avversava la filosofia, e prediligeva invece la Scrittura e i Padri della Chiesa.

Suoi punti dottrinali fondamentali erano la dottrina della grazia, del libero arbitrio, della giustificazione.

Parecchie affermazioni del Giansenismo, come ad es. quella della predestinazione alla salvezza, sono state condannate dal Magistero ufficiale della Chiesa.