Vincenzo

... de' Paoli

Nome italianizzato di Vincent de Paul, sacerdote francese, santo ( Pouy, Guascogna, 1581 - Parigi 1660 ); festa: 19 luglio.

Di origine contadina, studiò presso i francescani e fu ordinato sacerdote giovanissimo a Tolosa.

Nel 1613, precettore dei figli del governatore generale delle galere, decise di orientarsi verso l'impegno nella carità.

Lavorò a organizzare capillarmente le missioni popolari, soprattutto in territorio rurale, al cui servizio avviò nel 1625 la congregazione che poi sarà detta dei lazzaristi ( v. ).

Fortemente preoccupato dell'ortodossia, si oppose al giansenismo ( v. ) di Port-Royal, tuttavia caratterizzò la sua opera soprattutto sul versante di una carità operosa, nella condivisione e nel servizio delle condizioni più disagiate e derelitte della società, dagli ammalati dell'Hótel-Dieu agli orfani e ai bimbi abbandonati ( Opera dei Trovatelli, 1638 ), dai vecchi ai galeotti ( Opera dei Galeotti, 1639 ), dalle prostitute ai poveri.

Per questi molteplici impegni, fondò le Dame della carità e poi le Figlie della carità ( 1633 ), congregazioni femminili tra le più diffuse.

Non lasciò scritti organici, ma migliaia di lettere, prediche e conferenze.

Nel 1737 Clemente XIII lo proclamò santo, mentre la sua fama continuava e molteplici iniziative si ricollegavano al suo nome.

Leone XIII nel 1885 rese stabile questa fama, proclamandolo patrono di tutte le opere di carità.

v. San Vincenzo, società di

Società di San ...

Fu t'ondata nel 1833 a Parigi da otto membri della Società dei Buoni Studi, creata dal tipografo Bailly de Suray, che aveva dato vita a conferenze di storia e filosofia, ambito di libera discussione tra giovani.

Ispirata soprattutto dallo storico e letterato F. Ozanam ( 1813-53 ), si dedicò alla memoria del santo della carità s. Vincenzo de' Paoli ( v. ) e iniziò a impegnarsi attivamente nelle attività caritative, anche perché nel clima di accese controversie proprio dell'epoca, i giovani cattolici erano stati accusati di evitare questa dimensione nella loro apologia intellettuale del cristianesimo.

Confermando il nome di "conferenze" per i loro gruppi, i giovani si impegnarono a visitare in coppia le famiglie povere della città per portare solidarietà e sostegno.

L'iniziativa incontrò il favore di papa Gregorio XVI, che ne favorì il rapido sviluppo e la diffusione anche al di fuori della Francia.

Da maschili che originariamente erano ( affiancate alle femminili conferenze di s. Elisabetta ), le conferenze raccolsero via via anche ragazze e donne ed ebbero un importante ruolo nel tirocinio formativo dei giovani cattolici delle classi superiori tra '800 e '900, avviandoli alla conoscenza diretta delle condizioni di povertà diffuse nella società.

Tali associazioni caritative si collegarono alle nuove forme di presenza laicale del movimento cattolico ( v. ) e, accanto ad altre e più recenti congregazioni religiose dedicate alla carità, costituirono la forma di impegno caritativo tipica dei tempi moderni, sostituendo via via le antiche opere ecclesiali messe in questione dalla secolarizzazione.

Nel '900 queste forme di assistenza diretta ai poveri sono state sempre più spesso affiancate da iniziative sociali più specializzate e ispirate a un'acuta consapevolezza delle radici e delle responsabilità socio - politiche connesse alla questione della povertà.