Antifona/e

Dizionario

1) Nella musica greco-romana, canto a due voci

2) lit. Versetto cantato o recitato all'inizio o alla fine di un salmo

3) fig. Discorso ripetitivo e fastidioso

capire l'antifona, comprendere il senso implicito in un discorso o in una situazione


L'antifona è una frase, spesso breve, che viene recitata o di preferenza cantata in una salmodia durante una celebrazione liturgica dell'ufficio o della messa.

Solitamente si tratta di un versetto di un salmo o scrittura, ma può essere anche una semplice composizione ecclesiale che ha lo scopo di inquadrare il salmo cantato all'interno dell'occasione liturgica celebrata.

Musicalmente l'antifona è la prima forma di ritornello e la sua origine è antichissima.

Il repertorio del Canto gregoriano conta migliaia di antifone, la maggior parte delle quali dell'ufficio suddivisi in due generi indipendenti:

l'antifona salmodica, cantata insieme con un salmo o un cantico,

l'antifona libera che è una preghiera messa in musica e senza versetti associati.

La parola è di origine greca, da αντί ( opposto ) + φωνή ( suono ) e stava a indicare una voce che si alternava a un'altra nella recitazione salmodica.

Indica, abitualmente, una frase, recitata o cantata, premessa ad un salmo per suscitare un ordine di pensieri che avvii ad una più immediata comprensione del testo stesso, di cui è talora il versetto che riassume l'argomento oppure quello che ne esprime il pensiero più importante e rappresentativo, mentre altre volte rievoca il mistero ( la festa ) che si celebra.

È un elemento cantato tipico della preghiera liturgica.

Le antifone dell'ufficio sono raccolte in un libro liturgico detto antifonario.

Costituisce un sussidio ed uno stimolo alla concentrazione meditativa.

Metaforicamente la parola viene anche a rendere una formulazione allusiva, un avvertimento coperto, l'invito a cogliere quanto chi parla si pensa dispensato dal precisare ( "Ha capito l'antifona!"; "Ti basti l'antifona!" - Collodi: "Quando saremo a casa, non dubitare che faremo i nostri conti. - Pinocchio, a quest'antifona, si buttò per terra e non volle più camminare" ).

Rito Ambrosiano

Il Canto dopo il Vangelo ( o in Rito ambrosiano antico Antifona dopo il Vangelo, in latino Antiphona Post Evangelium ) è un'antifona recitata o cantata in Rito ambrosiano dopo la pausa di silenzio che segue l'Omelia, quando il sacerdote si alza dalla sede e i ministri pongono sull'altare il corporale, il purificatoio e il calice.

È correlato al testo del proprio e forma un tutt'uno con Vangelo e Omelia e fa da "unione" con la Liturgia Eucaristica.

Nel Rito ambrosiano antico, successivamente all'Antiphona Post Evangelium il sacerdote recita l'Oratio Super Sindonem, mentre in Rito ambrosiano moderno inizia la Preghiera universale.

Queste antifone sono tratte dalle melodie del Cantemus Domino, il libro dei canti e delle preghiere dell'Arcidiocesi di Milano.

In esso vi sono raccolte le melodie scelte, eseguite e vissute, ogni Domenica, da assemblea, cantore-guida e organista nella diocesi ambrosiana.

Capire l'antifona

Capire l'antifona è un'espressione idiomatica della lingua italiana.

Significa aver capito il succo di un discorso poco chiaro, allusorio o troppo prolisso; viene anche usata per indicare che si è colta una minaccia velata o un'intenzione non rivelata apertamente.

L'espressione "capire l'antifona" condivide la sua origine con un altro modo di dire: "È più lunga l'antifona del salmo".

Questa espressione si usa per descrivere in modo ironico un discorso la cui premessa è più lunga della parte dedicata all'argomento di cui si vuole parlare.


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