Attrattiva

Indice Spiritualità

Dizionario

1) Capacità di avvincere l'attenzione, i sentimenti altrui

Sinonimo: fascino, seduzione

2) ( al pl. ) Caratteristiche che rendono accettabile, gradevole qualcosa


Più forte, duratura e affascinante del cosiddetto colpo di fulmine e dell'attrazione fisica, c'è sicuramente l'attrazione mentale.

Come si riesca a creare questa sintonia tra due persone semplicemente attraverso il dialogo è in parte svelato, anche ci possono essere delle differenze da caso a caso.

Una cosa è, però, certa: l'attrazione e l'intesa mentale sono fondamentali per far scoppiare la scintilla dell'amore vero e sincero.

La maggior parte delle persone riconosce dal primo istante l'attrazione fisica.

Si tratta di un'intesa che si viene a creare tra due individui partendo solo dallo sguardo.

Molti studi hanno rivelato che la nostra mente impiega all'incirca 90 secondi per capire se chi ci troviamo di fronte ci piaccia dal punto di vista estetico.

Da questa breve fase scaturiscono tutti quei "sintomi" dell'infatuazione e dell'amore a prima vista.

Si va dalle farfalle allo stomaco ai brividi e al cuore che batte all'impazzata.

Tuttavia, ormai è noto come sensazioni possono essere - e lo sono molto spesso - solo temporanee.

Tanto l'attrazione fisica è in grado di instaurarsi velocemente, quanto può risultare passeggera.

L'attrazione mentale, invece, non implica soltanto uno scambio di sguardi.

Si viene a creare nella sfera emotiva e intellettuale grazie, soprattutto, al dialogo.

Non bisogna pensare che gli argomenti inizialmente trattati da due persone che sperimentano questo tipo di attrazione siano per forza seri e impegnativi.

Infatti, questa connessione mentale si può creare in particolare modo toccando temi all'apparenza banali, ma che sono cari ai due interlocutori.

Ovviamente, si notano delle predilezioni in fatto di argomenti per gli uomini e per le donne, ma ciò che conta veramente è come se ne parla.

Perciò, l'attrazione mentale è una delle basi più importanti per realizzare una storia d'amore vera e propria.

Essa non esclude quella fisica, anzi.

Normalmente in una coppia esse coesistono.

Ciò che invece non può durare è la sola attrazione fisica: senza un'intesa mentale ed emotiva non può sussistere nel tempo e svanisce.

Le caratteristiche dell'attrazione mentale

Dato che questa sintonia non si può dimostrare "concretamente" come quella fisica, perché non riguarda l'esteriorità di chi ne è coinvolto, è normale chiedersi come sia possa riconoscere.

Anche se alcuni segnali dell'attrazione mentale possono cambiare a seconda delle persone, ci sono determinate caratteristiche evidenti in tutte le coppie che la sperimentano.

1. L'attrazione mentale va oltre l'essere anime gemelle

Frequentemente si confonde l'attrazione mentale con quel concetto conosciuto come "anime gemelle".

Nell'immaginario collettivo, le anime gemelle sarebbero due persone che per destino o per una volontà superiore quasi spirituale sono destinate a stare insieme.

Il loro amore è dettato più che altro dal loro essere simili, se non uguali, per molti aspetti della vita.

Tutto ciò differenzia le anime gemelle delle menti più romantiche dell'attrazione mentale che si verifica nella realtà.

Le relazioni derivate da questa sintonia sono una scelta matura e non il frutto del fato.

Inoltre, una donna e un uomo legati in questo modo non si sentono destinati, ma dei compagni di viaggio attraverso la quotidianità.

2. La parte emotiva è fondamentale

È sbagliato credere che l'attrazione mentale avvenga solo dal punto di vista dell'intelletto.

Provare questa intesa richiede l'entrata in gioco delle emozioni.

Tutto ciò che si prova sul piano dei sentimenti, comprese la vulnerabilità e l'insicurezza, non spaventa perché si sa che dall'altra parte vi è una persona in grado di capire e comprendere questo nostro aspetto molto intimo.

3. Attrazione mentale non significa essere uguali

Così come non è da confondere con le anime gemelle, allo stesso modo provare una forte attrazione mentale non è sinonimo di essere uguali.

Ovviamente alla base ci sono degli interessi in comune e, ancora più importante, dei valori e dei principi condivisi.

Tuttavia, ciò non significa che i due potenziali futuri partner siano la fotocopia l'uno dell'altra.

Tra di loro ci sono delle differenze che, però, stimolano il loro rapporto e che condividono apertamente. Nell'attrazione mentale, il punto di vista altrui è sempre accettato e valorizzato, senza mai essere sminuito. Questo processo è indice di una relazione - che sia d'amore o di amicizia - sana, perché solamente grazie alle differenze una coppia è in gradi di crescere e di arricchirsi, facendo proprie delle prospettive inedite.

Come creare attrazione mentale tra due persone Senza dubbio, una chimica così forte e con queste caratteristiche è frutto di una conoscenza approfondita.

Tuttavia, è possibile porre delle basi per creare un primo abbozzo di attrazione mentale, che andrà poi coltivata e sviluppata nel tempo.

Dedicare all'altra persona tutta la tua attenzione: questo principio vale sia per gli uomini che per le donne.

Se desideri che scatti quel qualcosa in più a livello di complicità con qualcuno, allora devi dimostrare tutto il tuo interesse nel tempo che state trascorrendo insieme.

Tenere a mente l'importanza del contatto visivo: guardare negli occhi chi si ha di fronte non è solo un gesto che si compie per "conquistare" qualcuno, ma per creare un'intesa e mostrarti sinceramente interessata al tuo interlocutore.

Non mostrarsi per ciò che non si è: come già accennato prima, l'attrazione mentale prevede anche una connessione di tipo emotivo.

Perciò, non bisogna creare una sorta di alter ego durante i primi appuntamenti, ma non avere paura di rivelarti vulnerabile.

La vulnerabilità affascina sia un uomo che una donna perché significa mostrare il proprio io più profondo senza maschere.

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Attrazione per Gesù

L'evangelista Giovanni ripete in continuazione espressioni e immagini di grande forza per imprimere bene nelle comunità cristiane che esse devono sempre andare da Gesù per scoprire in lui la fonte di una vita nuova, secondo un principio vitale che non si può assolutamente paragonare a nulla di tutto quello che abbiano potuto conoscere in precedenza.

Gesù è « pane disceso dal cielo ».

Non va confuso con una fonte di vita qualunque.

In Gesù Cristo possiamo nutrirci di una forza, una luce, una speranza, un alito di vita … che provengono dal mistero stesso di Dio, il creatore della vita.

Gesù è « il pane della vita ».

Proprio per questo non è possibile incontrarci con lui in un modo qualsiasi.

Dobbiamo andare al più profondo di noi stessi, aprirci a Dio e « ascoltare quello che ci dice il Padre ».

Nessuno può provare una vera attrazione per Gesù « se non lo attira il Padre, che lo ha inviato ».

La cosa che più attrae in Gesù è la sua capacità di dare vita.

Chi crede in Gesù Cristo e sa entrare in contatto con lui scopre una vita diversa, di una qualità nuova, una vita che, in una qualche maniera, già appartiene al mondo di Dio.

Giovanni arriva a dire che « se uno mangia di questo pane vivrà in eterno ».

Se nella Chiesa non ci nutriamo del contatto con Gesù, continueremo a ignorare la cosa più essenziale e decisiva del cristianesimo.

Per questo, dal punto di vista pastorale, non c'è nulla di più urgente che coltivare a fondo il nostro rapporto con Gesù, il Cristo.

Se non ci sentiamo attratti dal Figlio di Dio, incarnato in un essere così umano, vicino e cordiale,

nessuno ci farà uscire dallo stato di mediocrità in cui solitamente siamo immersi,

nessuno ci spingerà ad andare oltre quanto è stabilito dalle nostre istituzioni,

nessuno ci incoraggerà a superare il limite delle nostre tradizioni.

Se Gesù non ci nutre con la sua creatività, continueremo a essere prigionieri del passato, vivendo la nostra religione secondo forme, concezioni e sensibilità nate e sviluppatesi in altre epoche, per altri tempi che non sono i nostri.

Ma allora, Gesù non potrà contare sulla nostra cooperazione per far nascere la fede nel cuore degli uomini e delle donne di oggi.

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Dall'alto della Croce, Gesù attrae a sé tutti gli uomini

L'ora è venuta in cui Gesù raccoglie tutti gli uomini attorno alla Croce.

Se il Crocifisso attrae tutti gli uomini, non tutti accettano di morire a sé stessi con lui per portare frutto.

A Cana Gesù aveva rimandato indietro la madre dicendo: « La mia ora non è ancora giunta » ( Gv 2,4 ).

Egli aveva poi accettato di anticipare il suo ministero pubblico cambiando l'acqua in vino per gli invitati alle nozze …

Ma l'ora delle vere nozze – quelle in cui il vino viene cambiato in sangue del Messia – non era ancora suonata.

Oggi, mentre Gesù risuscita il suo amico Lazzaro e fa un ingresso trionfale in Gerusalemme, ecco che l'ora è giunta – finalmente –: l'ora per Gesù di essere elevato da terra e glorificato.

Questa elevazione è quella della Croce, e questa glorificazione da parte del Padre delle luci fa il paio con un'umiliazione inaudita agli occhi degli uomini.

Nella sua Passione vittoriosa, Gesù sovverte la scala dei valori umani: a partire da quest'ora sono i poveri, i piccoli, gli umiliati che possono aspirare alla gloria.

Da quel momento in poi il mondo sta imperniato sulla Croce – tutto è rovesciato.

Tutti sono invitati.

È la rivincita di quanti sono scartati dalla storia?

Sì, in un certo senso.

Ma Gesù non entra nella dialettica servo-padrone: se lo schiavo diventa padrone, o viceversa, la relazione resta ingiusta.

Se i poveri e i piccoli accedono al potere e umiliano coloro di cui hanno preso il posto, né la giustizia né l'amore hanno trionfato.

E dunque l'opera di Gesù non consiste nel rovesciare simmetricamente l'ordine costituito.

Sulla Croce, Gesù « attira a sé tutti gli uomini » ( cf. Gv 12,32 ).

Tutti sono invitati – giudei e gentili, ricchi e poveri, peccatori e giusti!

Sulla Croce, Gesù esercita un'attrazione universale.

Egli aveva da principio limitato la sua predicazione alla terra di Israele, dove doveva nascere il Salvatore: « La salvezza viene dai Giudei » ( Gv 4,22 ).

Il suo ingresso trionfale a Gerusalemme, però, segna un'estensione dell'àmbito della salvezza.

C'è un dettaglio importante: si fa menzione di alcuni giudei ellenizzati della diaspora che dicono "Vogliamo vedere Gesù" ( Gv 12,21 ), ed è questa che provoca la dichiarazione di Cristo "L'ora è giunta in cui il Figlio dell'uomo deve essere glorificato" ( Gv 12,23 ).

Ma quella raccolta di soli figli di Israele non basta più.

Come capita spesso, è un avversario di Gesù che l'aveva profetato qualche giorno prima: Essendo egli [ Caifa ] sacerdote in quell'anno, profetò che Gesù sarebbe dovuto morire per la nazione, e non soltanto per la nazione ma per raccogliere nell'unità i figli di Dio dispersi. ( Gv 11,51-52 )

Di che attrazione si tratta?

Ed ecco dunque che la paradossale glorificazione di Gesù elevato in Croce deve attrarre tutti gli uomini.

Di che attrazione si tratta?

Si può comprendere l'attrazione nel senso forte di "tirare a sé", a mo' di costrizione.

L'attrazione connota allora la forza.

In fisica, l'attrazione terrestre è una forza che si esercita sugli uomini, tra gli altri enti, e l'uomo è così vincolato alla terra senza che egli possa sottrarvisi.

Ma è così che Gesù in Croce attrae a sé tutti gli uomini?

Sarebbe coerente con l'umiliazione e la morte che egli sceglie di affrontare per amore nostro?

L'attrazione esercitata da Gesù in Croce, che è un'attrazione celeste, non è nell'ordine della forza, né della costrizione.

Se Gesù sceglie di vincere il peccato e la morte con l'amore, ciò deve riflettersi nella maniera in cui la sua Passione e la sua Risurrezione attraggono a lui tutti gli uomini.

Le braccia di Cristo spalancate in Croce vogliono allacciare il mondo intero in una stretta eterna, ed è questo amore infinito ciò che attrae.

Già durante il suo ministero, Gesù non attraeva mediante costrizione – esteriore o interiore che si voglia.

E oggi ancora l'attrazione divina si esercita su di noi in ben altre maniere:

mediante una rivelazione rivolta all'intelletto;

mediante il fascino e la dolcezza che si sprigionano da Gesù, dalla sua Parola, o dai santi che egli suscita nella sua Chiesa;

mediante la gioia prodigiosa che c'è da vivere in sua presenza.

È tutto questo ciò che attraeva i pellegrini della Diaspora che volevano "vedere Gesù".

Si opera una selezione.

Nel mezzo di tutto ciò – che effettivamente è molto attraente – sta la Croce.

Ora, la Croce di per sé ci repelle e ci respinge.

Eppure è ciò che Gesù ha scelto per attrarci definitivamente.

E allora avviene una selezione: ci sono quelli che accettano di morire a sé stessi con Cristo, di essere seminati in terra per portare frutto ( e costoro entrano nella gloria eterna della Trinità ); e ci sono quelli che rifiutano questo abbassamento.

A costoro la beatitudine eterna è ricusata, perché non hanno voluto seguire Gesù fino in fondo.

Qui si fa sentire la voce interiore della protesta: se Gesù ha vissuto tutto questo per noi, non è stato per evitarci di dover passare di là? No.

Gesù avverte: « Un servo non è più grande del suo signore » ( Gv 13,16 ), e a noi spetta « seguire l'Agnello ovunque egli vada » ( cf. Ap 14,4 ).

Del resto, mai un chicco di grano è stato gettato a terra in modo isolato: è insieme con molti altri chicchi che il grano, gettato in terra, muore per portare frutto.

È in mezzo a tutti i cristiani che Cristo – elevato in Croce – risorge e ci porta con sé nella gloria.

Nelle braccia aperte di Gesù in Croce

Il destino del cristiano è di seguire Gesù fin nella sua morte per entrare nella sua gloria.

La Croce è piantata nel mezzo del cammino …

Se dovessimo fermarci a questo, ci sarebbe di che disperare.

Chi può pretendere di avanzare tranquillo verso la Croce?

Chi può pretendere di seguire gioiosamente Gesù fin nel suo abbassamento?

È però l'attitudine di Gesù stesso che deve illuminarci: come nel Getsemani Gesù esclama "Ora la mia anima è turbata, e che devo dire?

"Padre, liberami da quest'ora!"? » ( Gv 12,27a ).

Nella terribile angoscia dell'umanità di Gesù davanti alla morte ormai prossima leggiamo il nostro proprio dramma interiore.

Nell'ora della nostra sofferenza, nell'ora della prova e del dubbio, e fin nell'ora della nostra morte, sta a noi saperci gettare nelle braccia aperte di Gesù sulla Croce, e dire con lui: « Ma è per questo che sono giunto a quest'ora! » ( Gv 12,27b ).

Egli sa quanto ciò costi: l'ha vissuto prima di noi e per noi.

Dall'alto della Croce Gesù attrae a sé tutti gli uomini e porta con sé le nostre sofferenze per condurci nella gloria.

Siamo puntuali e pronti, all'appuntamento della Croce, perché è un appuntamento d'amore.


Magistero

Esortazione Apostolica Giovanni Paolo II - Christifideles laici 30-12-1988
Così la vita di comunione ecclesiale diventa un segno per il mondo e una forza attrattiva che conduce a credere in Cristo
Catechesi Francesco 24-10-2018
l'attrazione fisica, che in sé è un dono di Dio è finalizzata a preparare la strada a un rapporto autentico e fedele con la persona.