Aureola

Dizionario

1) Raggiera dorata che circonda il capo degli angeli, dei santi, raffigurazione simbolica della gloria celeste

2) estens. Luminosità intorno a un corpo, anche fig.

Sinonimo: alone


È un irraggiamento luminoso a forma di corona che avvolge il capo del Padre e di Cristo, dai quali fu progressivamente esteso agli angeli, alla Vergine ed ai santi.

Il termine è connesso con oro ( aurum ) e con aurora ( "l'ardente" ), che infiamma il cielo nell'imminenza del sorgere del sole.

È detta anche nimbo, quasi "nube" sfolgorante ai riflessi del sole.

Fu infatti già in uso presso gli antichi per le divinità della luce ( sole, luna ), dalle quali fu dai cristiani trasferita a coloro che emettono la vera, brillante luce dello spirito.

La santità non è infatti rinuncia ma depurazione da ogni elemento tenebroso per raggiungere la serena luce della coscienza.

I. Il fenomeno.

Si tratta di un fenomeno mistico straordinario relativo al corpo, che gli autori denominano anche irraggiamento luminoso, irradiazioni, luci, splendore.

Fatti del genere possono essere facilmente osservati tra gli animali ( lucciole e pesci dotati di organi fluorescenti ) e tra i vegetali ( alghe e alcuni tipi di funghi ).

Anche reazioni chimiche di corpi in putrefazione possono dare luogo a fenomeni di questo tipo.

La luminosità che, a volte, si verifica nelle sedute spiritiche è frutto per lo più di imbrogli, ma non si esclude che possa essere causata da satana.

II. Nell'esperienza mistica.

Le a., di cui qui si parla, sono dovute a intervento divino, come nel caso di Mosè ( cf Es 34,28-35 ) e di Gesù sul Tabor ( cf Mt 17,2ss ).

Di non pochi santi ( Gregorio Palamas, Francesco d'Assisi, Angela da Foligno, Caterina da Siena, Ignazio di Loyola, Filippo Neri, Teresa d'Avila ) si hanno testimonianze documentate di splendori che emanano dalla testa, ma anche dal viso, dagli occhi e da tutto il corpo, generalmente sotto forma di a. o di raggi, di cometa e di croce.

Una spiegazione plausibile potrebbe essere la seguente: anticipazione della luminosità del corpo risorto, grazie all'inabitazione dello Spirito.

Prima di pronunciarsi, occorre, però, accertare la natura del fatto e verificare che il soggetto sia psicologicamente sano, moralmente onesto e sincero, spiritualmente attento ai valori evangelici.

* * *

Un elemento comune che ritroviamo nell'iconografia cristiana dei santi è una sorta di fascio di luce che avvolge il capo o l'intero corpo della persona raffigurata.

Stiamo parlando dell'aureola, detta anche nimbo, che viene usata nell'arte sacra per specificare la santità del personaggio.

L'aureola non è un "invenzione" cristiana ma bensì un prestito culturale che ha origini ben lontane nel tempo.

Già nell'antica Grecia gli dei dell'olimpo venivano raffigurati con un cerchio di luce dietro la testa, rappresentazione di una letteratura greca in cui si parlava di una luce dorata che illuminava la testa degli eroi militari o degli dei.

L'aureola, quindi, altro non era che un simbolo che voleva esprimere la magnificenza di una persona o di un dio.

I romani, poi, seguendo la tradizione dei greci continuarono ad usare questo simbolo.

L'aureola fu cominciata ad essere usata dai cristiani tra il II e il III secolo, all'inizio per esprimere rispetto verso personaggi che non dovevano essere per forza santi o essere angelici.

Ne sono un esempio le rappresentazioni di Giustiniano e Teodora nei mosaici della Basilica di San Vitale a Ravenna, dove vengono rappresentati con l'aureola pur non essendo dei santi.

Poi dal IV secolo si sceglie di adottare questo simbolo specificatamente per personaggi di un più elevato livello spirituale.

Così l'aureola viene dedicata dapprima alla figura di Gesù, poi a quella degli gli angeli e la Vergine Maria, successivamente anche gli apostoli e i santi.

Nell'iconografia cristiana l'aureola viene usata attraverso regole ben precise: la base è che spetta agli angeli e ai santi e se ha forma di raggiera allora vuole indicare un beato non ancora canonizzato.

Per Gesù si usa un'aureola nella quale al suo interno si può distinguere anche una croce.

Dio viene raffigurato con un'aureola triangolare, simbolo della Trinità.

Per la rappresentazione di persone non ancora ufficialmente canonizzate dal VII secolo si usa anche un'aureola quadrata, simbolo della terra, in opposizione al cerchio, simbolo del cielo.

L'aureola, quindi, viene utilizzata nell'arte cristiana per identificare personaggi celesti, che appartengono al mondo del cielo, vicini a Dio, e per questo fonte di luce celestiale.

* * *

Nella cultura occidentale, le aureole sono uno dei simboli artistici più noti.

Se la maggior parte delle persone lo sa, pochi ne conoscono l'origine.

L'aspetto affascinante è che la sua storia è sia antica che sorprendentemente secolare.

Nell'Iliade di Omero si descrive che "Atena gli mise [ ad Achille ] l'egida ornata di nastri intorno alle spalle possenti, intorno alla testa gli effuse una nube dorata la divina tra le dee, e ne fece brillare una fiamma radiosa [ … ].

Così dalla testa d'Achille i raggi si alzavano al cielo".

Altrove nella letteratura greca si vede una luce dorata che si irradia intorno alla testa degli eroi militari o degli dei.

Questo elemento venne tradotto naturalmente nelle rappresentazioni artistiche della letteratura greca, e i romani portarono avanti questa tradizione, trasformando la luce dorata in un disco che appariva dietro la testa.

All'inizio i cristiani non usarono l'aureola per identificare persone sante o esseri angelici, ma solo quando prendevano in prestito dei personaggi dalla letteratura greca per rappresentare i concetti cristiani.

I raggi di luce erano più comuni, ed erano tipicamente riservati a Gesù Cristo.

Le aureole vennero usate anche all'epoca dell'Impero romano per identificare gli imperatori nell'arte, ed erano più associate alla dignità terrena che al favore celeste.

È stato solo nel IV secolo che l'aureola è stata utilizzata nell'arte cristiana per identificare personaggi celesti.

Dio, essendo fonte della luce, era naturalmente rappresentato con un'aureola di luce, e nel corso del tempo altre figure sante sono state rappresentate con una luce simile che emanava da loro.

I santi venivano più comunemente rappresentati con corone d'alloro intorno al capo, ma col tempo gli artisti mescolarono le due tradizioni e il risultato fu una corona circolare dorata.

In seguito si svilupparono vari tipi di aureola.

Un'aureola triangolare veniva usata per identificare i membri della Trinità, mentre quella circolare era riservata a santi e angeli.

Un'aureola quadrata veniva a volte usata per identificare le persone ancora viventi, come i mecenati che avevano promosso un progetto artistico.

C'erano anche aureole esagonali, per distinguere virtù e figure allegoriche.

Nel corso dei secoli gli artisti iniziarono a rappresentare i santi in modo più realistico e l'uso dell'aureola declinò, rimpicciolendosi fino a sparire nella maggior parte dei dipinti religiosi.

Visto che l'aureola è un elemento così comune nelle opere più note dell'arte occidentale, ad ogni modo, questo simbolo non è mai stato del tutto cancellato ed è ancora oggi una parte essenziale della cultura.


Summa Teologica

Aurea corona Spl q. 96, a. 1
… e premio essenziale Spl q. 96, a. 1
… e frutti Spl q96, a2-4
… dei vergini Spl q. 96, a. 5
… dei martiri Spl q. 96, a. 6
… dei dottori Spl q. 96, a. 7
Soggetto Spl q96a8-10
Numero Spl q. 96,a11
Confronto Spl q. 96,a12
Intensità Spl q. 96,a13