Patrologia

È lo studio della storia della letteratura cristiana dell'antichità ( II-VII secolo ), ed insieme anche la raccolta e lo studio della vita e degli scritti dei Padri della Chiesa.

La Patrologia è così essenziale per conoscere il contenuto della Tradizione nella vita della Chiesa.

I due termini patristica e patrologia derivano dalla qualifica di Padri della Chiesa riconosciuta a quelle personalità dei primi secoli cristiani, quasi sempre vescovi, che contribuirono notevolmente alla formazione della dottrina cristiana e alla trasmissione della retta fede.

La patristica intende raccogliere l'apporto dottrinale dei Padri, il loro contributo all'elaborazione del dogma e della teologia cristiana; patrologia indica lo studio della vita e delle opere dei Padri nel loro contesto storico culturale ed ecclesiale.

L'uso di questi termini divenne corrente a partire dal sec. XVII che conobbe un crescente ritorno ai "Padri" sotto la spinta di tre fattori diversi: l'interesse per l'antichità greca e latina promosso dall'umanesimo, le esigenze della polemica cattolico-protestante e, più in profondità, il desiderio di tornare ad attingere alle fonti della fede e della vita cristiana.

Come spesso accade, però, la realtà ha preceduto il conio dei termini.

Il ricorso ai Padri come metodo per documentare la correttezza della propria interpretazione della professione di fede è già corrente nel sec. V, come risulta dalla discussione che accompagna il concilio di Efeso ( 431 ): ogni posizione ha premura di motivarsi attraverso citazioni dei Padri.

Quasi nello stesso tempo prende corpo anche il desiderio di fissare la memoria della loro vita e della loro opera.

Intorno al 393-394 s. Gemiamo scrive un'opera dal significativo titolo, Gli uomini illustri; già Eusebio nella sua Storia ecclesiastica aveva dedicato grande attenzione ad alcune figure di rilievo di vescovi, martiri e maestri dei primi tre secoli.