Pieve

Daplebs, "la comunità dei battezzati", il termine passò alla Chiesa in cui essa si radunava ed al territorio che abitava.

La Chiesa battesimale, che formava il centro, disseminava cappelle nell'ambiente rurale, assicurando fra la popolazione la presenza pastorale del clero, guidato da un "arciprete".

Quest'ordinamento, tipico dell'Italia centro-settentrionale, durò fino al sorgere del comune rurale, quando le cappelle divennero Chiese autonome.

Il nome, molto antico, deriva dal latino « plebs », il « popolo », l'insieme della gente semplice e umile ( a differenza del termine tecnico « populus », che indicava piuttosto i ceti medio-alti, i patrizi e i cavalieri ).

La « pieve » antica è l'assemblea cristiana rurale, che vive in una zona o territorio dalle caratteristiche comuni, con un suo centro naturale a cui tutto converge, detto « vicus »: il villaggio più importante e di solito più popoloso di una zona.

La « pieve », nel territorio, è quel nucleo di gente cristiana che propone e pratica un modello di vita, si riunisce per la liturgia comune in un luogo sacro ( l'edificio della « pieve » appunto ), ha istituzioni di assistenza e servizio ( per ospizio e asilo ), un luogo per seppellire i morti ( cimitero ), ed una casa comune dove vivono insieme i sacerdoti in servizio nella pieve-comunità ( più tardi, tale casa è detta « domus canonica »; canone ).