Platonismo

Movimento di pensiero ispirato alle dottrine del filosofo greco Platone ( 427-347 a.C. ), che andò via via crescendo e arricchendosi di nuovi indirizzi filosofici, religiosi e culturali, soprattutto nel neoplatonismo ( secc. II-VI d.C. ) con cui viene sovente confuso.

Gli orientamenti platonici o platonizzanti presentano alcune "costanti": la distinzione tra mondo sensibile e mondo intelligibile; il dualismo tra il piano sensibile e quello intelligibile, di cui il primo è solo immagine; la sottovalutazione del sensibile, della storia, dell'empirico, come realtà apparente, da cui riscattarsi, riconducendolo all'ideale, all'invisibile, al trascendente.

Di qui il primato dello spirituale, come scintilla del divino, e dell'intuizione intellettiva come paradigma della conoscenza.

Nel neoplatonismo, soprattutto nella sistemazione assunta in Piotino, il platonismo assume elementi di varie correnti filosofiche e approda a una visione monistica, che arriva all'Uno come la sorgente a cui l'anima ritorna attraverso la dispersione della molteplicità.

Il neoplatonismo assume quindi un pathos religioso, che ha profondamente influenzato il cristianesimo nel suo processo di assunzione delle categorie di pensiero greco e di allontanamento dalla visione ebraico-biblica.

Il platonismo trova nei Padri della Chiesa ( v. patristica/patrologia ) non solo recettori passivi, ma una rielaborazione più attenta alla storicità dell'intervento divino e della libertà umana.

v. Ellenismo e cristianesimo