Teocrazia

Lett. « governo divino ».

È quella tendenza, visibile in special modo in alcune teorie e prassi del Medioevo, a concepire l'autorità civile ( « temporale » ) come direttamente proveniente da Dio, e quindi a collocarla in stretta dipendenza e subordinazione rispetto all'autorità religiosa ( « spirituale » ).

Tale tendenza teocratica è certamente visibile nei comportamenti e negli interventi di papi famosi, come Innocenze III, o Innocenze IV, o Bonifacio VIII ( sec. XIII-XIV ).

La teocrazia tende a diventare « ierocrazia », ossia « governo della società civile da parte dei sacerdoti»; è una tendenza piuttosto diffusa nelle società antiche ( la società ebraica dell'AT ), in cui però non si considera sufficientemente la giusta autonomia delle realtà terrene. ( secolarizzazione ).

Forma di governo in cui il potere politico è subordinato al potere religioso o esercitato in suo nome.

Storicamente la teocrazia si è manifestata in due forme distinte: come governo di una casta di interpreti della volontà divina formata da profeti e sacerdoti ( tipico è il caso del Tibet lamaista ); oppure come governo di un sovrano al quale veniva attribuita un'investitura divina ( tipica è la monarchia davidica di Israele ).

In Europa il tentativo più rilevante in direzione teocratica si verificò tra i secc. XI-XIV a opera dei papi Gregorio VII, Innocenze III e, soprattutto, Bonifacio VIII, che teorizzarono la superiorità del potere pontificio su quello imperiale, rivendicando al papato sia la potestà spirituale, sia quella temporale.

Schedario biblico

Teocrazia A 43