Meditazioni per le domeniche dell'anno

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MD 18

II domenica di Quaresima
( Mt 17,1-9 )

Le consolazioni spirituali

1 Ordinariamente Dio si comporta così: se un'anima pura sopporta con pazienza le tentazioni e le sofferenze interiori, Egli si prende cura di lei e la sostiene con le sue consolazioni spirituali.

Il modo con cui Dio le elargisce e secondo il quale dobbiamo comportarci, ci è indicato dal Vangelo odierno.

In esso è raccontata la Trasfigurazione di Nostro Signore che rappresenta simbolicamente le consolazioni spirituali con cui, talvolta, Dio favorisce le anime che vivono una vita veramente interiore.

Leggiamo nel Vangelo che Gesù fu trasfigurato mentre pregava su un monte appartato e molto alto per farci capire che è sulle anime che si applicano molto all'orazione e che amano questo santo esercizio che Dio spande le sue consolazioni.

Le anime tiepide, vili e che amano poco l'orazione, non debbono meravigliarsi di non far del numero di quelle che Dio predilige e che mette a parte della sua più intima amicizia, appunto perché non hanno un'intima unione con lui; non si dedicano infatti all'esercizio che unisce l'anima a Dio, nel quale si impara a gustare Dio e ad avere, già sulla terra, una pregustazione delle delizie celesti.

Siate molto fedeli a questo santo esercizio e compite tutte le vostre azioni in spirito di orazione.

2 Dio ama comunicarsi alle anime pure che non hanno il minimo attaccamento al peccato; non vuole però che esse cerchino troppo i suoi doni, perché anche questo attaccamento è un difetto che gliele rende meno gradite, perché, così facendo, fanno vedere che non cercano puramente Dio, ma i doni di Dio e la propria soddisfazione.

E come Dio si serve della consolazione per incoraggiare un'anima a darle un po' di respiro, dopo aver sostenuto la prova della tribolazione, così essa deve prendere questo piccolo sollievo solo con l'idea di piacere a Dio, senza compiacersi troppo del piacere personale che può trovarvi.

In questo difetto caddero i tre Apostoli che accompagnarono Gesù sul Tabor e che, poco addentro alle vie del Signore, si fermarono più a gustare le dolcezze di quel mistero che a contemplare la grandezza e la bontà di Dio che avrebbero dovuto impegnare la loro mente e attirare la loro attenzione; perciò la gloria esterna di Gesù Cristo svanì in un istante e scomparve ai loro occhi ( Mt 17,4-8 ).

Così agisce Dio: ci toglie il piacere sensibile della consolazione, quando mostriamo troppo attaccamento ad essa e vi prendiamo gusto con eccessivo compiacimento.

3 La Trasfigurazione di Gesù durò poco: questo deve farci capire che le consolazioni che, talvolta, Dio concede in questa vita, sono soltanto un refrigerio che Egli dà alle anime sante, immerse nelle desolazioni interiori, per aiutarle a sopportare più coraggiosamente e per accrescere il loro affetto, soggetto talvolta a indebolirsi per la fragilità della natura umana.

Ma Gesù non fece in tempo a gustare la consolazione, il giorno in cui si trasfigurò, perché restò solo ( Lc 9,36 ), spogliato di tutto, senz'altra via di uscita che quella delle sofferenze, che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme.

Questo fu l'argomento su cui si intrattenne con Mosè ed Elia ( Lc 9,31 ) e questo fu anche l'oggetto della conversazione che ebbe con gli Apostoli, appena scese dalla montagna ( Mt 17,9 ).

Tutto questo deve farci capire che le consolazioni passeggere servono solo a farci animo e a fortificarci nell'amore per le sofferenze e per le pene interne ed esterne, da cui non saremo mai esenti finché vivremo.

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