Meditazioni per le principali feste dell'anno

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MF 185

Commemorazione delle anime del Purgatorio
2 novembre

1 È un pensiero santo e salutare quello di pregare per i morti, perché siano liberati dai loro peccati ( 2 Mac 12,4.5 ).

Così afferma Giuda nel secondo libro dei Maccabei, cap 12.

È uno dei migliori e più santi insegnamenti che possiamo ricevere, perché ci porta a fare ciò che è più vantaggioso per le anime del purgatorio che non riescono da sole a darsi sollievo per liberarsi dalle loro pene; hanno quindi bisogno di essere soccorse dalle preghiere e dalle buone opere di chi è ancora in vita.

È una situazione davvero dura quella di essere detenute tra fiamme divoranti, perché durante la vita non hanno pensato a fare penitenza, ovvero per qualche peccato non grave, o anche perché non hanno espiato sufficientemente quelli che avevano fatto perdere loro la grazia santificante.

È per questo motivo che le sante anime, benché sottomesse alla divina volontà, implorano insistentemente le preghiere dei vivi che possono ottenere con facilità ciò che a essi è impossibile.

Dio, infatti, a motivo dei loro peccati, non è disposto a ricevere, come espiazione, le loro buone azioni, avendo esse avuto il tempo di compierle finché erano su questa terra.

Considerate compassionevolmente la situazione di queste anime sante che, anche se non sono inquiete, sospirano però la loro liberazione, per poter godere presto la visione beatifica: è questo che esse aspettano dalla bontà infinita di Dio con speranza ferma e decisa, non appena avranno la fortuna di essere liberate dalle loro pene.

2 È una specie di obbligo pregare spesso Dio per le anime che soffrono in Purgatorio.

Dapprima perché Dio, che le ha abbandonate alla sua divina giustizia per tutto il tempo che gli piacerà, a seconda della gravità dei loro peccati e della scarsa premura che esse hanno avuto di farne penitenza in questo mondo, non ha lasciato loro altri mezzi, dopo la loro morte, che i suffragi dei fedeli che sono ancora in vita e che possono applicare loro: preghiere, digiuni e altre penitenze, elemosine, sacrificio della santa Messa o qualsiasi altra soddisfazione.

In secondo luogo, perché siamo uniti a queste sante anime da un legame esteriore perché, come lo furono esse, anche noi siamo membri della Chiesa e di Gesù stesso ( Ef 5,30 ), siamo cioè uniti ad esse, in Gesù Cristo, dalla grazia santificante che abbiamo in comune con loro.

Queste due unioni debbono ispirarci sentimenti di compassione nei confronti di queste anime sofferenti.

3 Ma ciò che ci farà più particolarmente conoscere l'obbligo che abbiamo di prendere parte alle pene di questi giusti afflitti e ciò che deve maggiormente impegnarci a soccorrerle con tutti i mezzi, è che la Chiesa, nostra madre comune, non dimentica nulla per ispirarci questo zelo in favore dei suoi figli sofferenti, per i quali essa è piena di tenerezza.

Essendo tutti sue membra ( Rm 12,5 ), dobbiamo unirci a lei per offrire a Dio le nostre preghiere e il sacrificio della santa Messa, in modo che essendo uniti a lei e a tutti i fedeli che sono sue membra e che, assieme a lei formano un solo corpo, possiamo ottenere più facilmente da lui, in nome di questa intima unione e delle insistenti preghiere e suffragi, la pronta liberazione di queste anime sofferenti, che potranno a loro volta - quando saranno in Cielo - ottenerci con le loro preghiere molte grazie e farci godere le gioie celesti.

Entrate oggi stesso nello spirito della Chiesa e unitevi a lei nelle preghiere e nei sacrifici che offrirà a Dio per il sollievo delle anime purganti.

Implorate per loro il soccorso divino, con il maggior fervore e insistenza di cui siete capaci, per avere l'onore di essere le degne membra della Chiesa e i cooperatori di Gesù Cristo ( 2 Cor 6,1 ) nella redenzione di queste anime prigioniere.

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