La città di Dio

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Libro XI

Sommario

1. Questa è la parte dell'opera con cui si comincia a trattare l'inizio e la fine delle due città, cioè la terrena e la celeste.

2. Si deve conoscere Dio ma non si giunge a conoscerlo se non tramite il Mediatore di Dio e degli uomini, l'uomo Cristo Gesù.

3. L'autorità della Scrittura canonica autenticata dallo Spirito di Dio.

4. La creazione del mondo non è fuori del tempo ma non è stata eseguita da un ulteriore ordinamento di Dio; come se dopo abbia voluto quel che prima non voleva.

5. Non si deve ritenere l'ipotesi di una infinita successione del tempo prima del mondo come d'una infinita estensione dello spazio dopo il mondo perché, come non v'è tempo prima di lui, così non v'è spazio oltre lui.

6. Uno solo è il principio della creazione del mondo e del tempo e non ve n'è uno che preceda l'altro.

7. Significato dei primi giorni della creazione, perché è scritto che ancor prima che apparisse il sole c'erano mattino e sera.

8. Qual è il carattere e il modo del riposo di Dio con cui dopo le opere di sei giorni si riposò nel settimo?

9. Che cosa si deve intendere della creazione degli angeli secondo la Bibbia?

10. Non soggetta allo spazio e al tempo è la Trinità di Dio Padre e di Dio Figlio e di Dio Spirito Santo, un solo Dio, in cui non si distinguono attributo ed essenza.

11. Si deve ritenere che anche gli spiriti, i quali non perseverarono nella verità, furono partecipi della felicità che gli angeli santi ebbero sempre dall'inizio del loro esistere?

12. Confronto fra la felicità dei giusti che ancora non hanno raggiunto il premio della divina promessa e quella dei progenitori nel paradiso terrestre prima del peccato.

13. C'è il problema se tutti gli angeli furono creati nella medesima felicità in modo che i ribelli non han potuto conoscere che sarebbero decaduti e coloro che furono fedeli ottennero la prescienza della propria perseveranza dopo la caduta dei ribelli.

14. Il senso dell'espressione relativa al diavolo che non ha persistito nella verità perché in lui non c'è la verità.

15. Il senso della frase: Dall'inizio il diavolo pecca.

16. Le condizioni e le differenze delle creature che in un senso giudica la soggezione al bisogno, in un altro un criterio razionale.

17. Il pervertimento morale non è una qualità della natura ma contro natura perché impulso ad esso nel peccare non è il Creatore ma la volontà.

18. L'armonia dell'universo per ordinamento di Dio diviene più luminosa dall'opposizione dei contrari.

19. Come si deve interpretare la frase della Scrittura: Dio distinse fra la luce e le tenebre?

20. E la frase che si ha dopo la distinzione di luce e tenebre: E Dio vide la luce perché è un bene?

21. Nell'eterna e immutabile sua scienza e volontà Dio decretò nell'eternità che fossero fatte tutte le cose come sono state fatte.

22. Vi sono alcuni ai quali non piacciono, nel tutto delle cose prodotte bene dal Creatore buono, alcune di esse e ritengono che qualche essere è cattivo.

23. L'errore di cui si accusa il pensiero di Origene.

24. La Trinità divina ha diffuso in tutte le sue opere orme della sua essenzialità.

25. L'insegnamento della filosofia in tre parti.

26. L'immagine della somma Trinità in una certa forma si trova anche nella natura dell'uomo sebbene non ancora in possesso della felicità eterna.

27. L'essere, il sapere e il loro amore.

28. Si chiede se è oggetto d'amore l'amore stesso con cui amiamo l'essere e il sapere per avvicinarci di più all'immagine della divina Trinità.

29. Con la loro scienza gli angeli santi conoscono la Trinità nella sua stessa deità e contemplano la causa delle creature nell'arte di chi crea prima ancora che nelle creazioni dell'artefice.

30. Si ha la perfezione del numero sei perché è il primo che risulta dalle sue componenti.

31. Col giorno settimo si segnalano la pienezza e il riposo.

32. L'opinione di coloro i quali ritengono la creazione degli angeli anteriore a quella del mondo.

33. Le due categorie assai diverse di angeli non in senso improprio sono state designate con i termini di luce e tenebre.

34. Si esamina l'affermazione di coloro i quali pensano che nella creazione del firmamento con il termine di acque separate sono stati indicati gli angeli e di altri i quali ritengono che le acque non sono state create.

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