Discorsi sul Nuovo Testamento

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Sulle parole del Vangelo di Mt

Mt 19,17: "Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti"

1 - Dall'amore per la presente si comprende quanto debba amarsi la vita eterna
2 - La vera e beata vita è quella eterna

1 - Dall'amore per la presente si comprende quanto debba amarsi la vita eterna

A un giovane il Signore disse: Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti. ( Mt 19,17 )

Non disse: "Se vuoi entrare nella vita eterna", comprende ma: Se vuoi entrare nella vita, definendo vita quella che sarà la vita eterna.

Ebbene, anzitutto dobbiamo porre in risalto l'amore per la eterna vita presente.

In effetti, non solo si ama questa vita, quale che sia; ma si teme, si ha paura di terminare questa vita qualunque essa sia, piena d'affanni, misera.

Per questo motivo occorre vedere e considerare in qual modo deve amarsi la vita eterna, dal momento che tanto si ama la presente, infelice e un giorno destinata a finire.

Considerate, fratelli, quanto si debba amare la vita che non dovrà mai finire.

Tu dunque ami questa vita in cui soffri tanto, corri, sei pieno di preoccupazioni e d'affanni e si stenta a contare tutto ciò che è necessario in questa misera vita: seminare, arare, piantare nuovi alberi, navigare, macinare, cucinare, tessere, e dopo tutte queste fatiche terminerai la vita.

Ecco le sofferenze che devi sopportare in questa vita infelice che pur ami!

E tu credi forse di vivere sempre e di non morire giammai?

I templi, le pietre, i marmi, per quanto consolidati con ferro e con piombo, tuttavia vanno in rovina, e l'uomo crede di non morire giammai?

Imparate dunque, fratelli, a cercare la vita eterna, in cui non dovrete sopportare queste sofferenze ma regnerete in eterno con Dio.

Orbene, chi brama la vita, come dice un Profeta, desidera vedere giorni felici. ( Sal 34,13 )

Effettivamente nei giorni infelici si desidera piuttosto la morte che la vita.

Individui oppressi da tribolazioni e da angosce, da tormenti e da infermità non li vediamo e sentiamo forse dire altro, se non: "O Dio, mandami la morte, accorcia i miei giorni"?

Ma quando arriva la malattia, si corre, si fanno venire i medici, si promettono soldi d'oro e regali.

Ma la morte stessa ti dirà: "Eccomi qui; poco prima pregavi Dio che arrivassi, e perché adesso vuoi sfuggirmi?

Ho scoperto che sei un falsario e amante d'una misera vita".

2 - La vera e beata vita è quella eterna

Ora, a proposito di questi giorni che noi trascorriamo, l'Apostolo dice: Mettete a profitto il tempo, poiché viviamo giorni cattivi. ( Ef 5,16 )

Non sono forse, dunque, giorni cattivi quelli che noi viviamo nella corruzione di questa carne, in un sì grave, o meglio sotto un sì grave peso del corpo corruttibile, fra tante pericolose tentazioni, fra tante difficoltà, giorni in cui falso è il piacere, la gioia non è mai sicura, il timore ci tormenta, la cupidigia è avida, arida la tristezza?

Ecco quanto cattivi giorni viviamo, eppure nessuno vuol che finiscano proprio giorni così cattivi, ma si prega molto Dio, affinché la vita sia lunga.

Che cos'è dunque vivere a lungo, se non sopportare lunghi tormenti?

Che cos'altro è vivere a lungo, se non aggiungere a quelli cattivi altri giorni cattivi?

Quando i ragazzi crescono hanno l'impressione che aumentino i loro giorni, ma non sanno che diminuiscono e il loro computo è falso, poiché, mentre essi crescono, i giorni più che aumentare diminuiscono.

Assegna ad un individuo, per esempio, ottant'anni; tutto il tempo che vive lo detrae dalla somma.

Eppure gli sciocchi si congratulano dei moltissimi compleanni tanto propri quanto dei loro figli.

O uomo assennato! Se ti diminuisce il vino nell'otre, tu ti rattristi; perdi i giorni e ne godi?

Cattivi sono dunque i giorni, e tanto peggiori perché si amano.

Questo mondo ci solletica tanto che nessuno desidera por fine a una vita piena d'affanni!

Orbene, la vera e beata vita è quella in cui regneremo con Cristo dopo la risurrezione.

Ora, anche gli empi risorgeranno, ma per andare a finire nel fuoco.

La vita quindi non è se non quella beata.

La vita inoltre non può essere felice, se non è quella eterna, ove esistono solo giorni felici, anzi non molti ma un unico giorno.

Sono stati chiamati giorni in base all'abitudine che abbiamo con la vita attuale.

Quel giorno non conosce né il sorgere né il tramonto.

A quel giorno non succede il domani poiché non lo precede quello di ieri.

Questo giorno o questi giorni, questa vita e vera vita ci sono stati promessi.

Sarà dunque il premio delle opere buone.

Se infatti bramiamo il premio, non stanchiamoci di fare il bene, ( Gal 6,9 ) e regneremo per sempre con Cristo.

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