Discorsi sui tempi Liturgici

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Nella veglia di Pasqua

La solennità ripete quel che nella realtà è avvenuto una volta per tutte.

La memoria conservatrice di ciò che si pensa.

1 - Noi sappiamo, fratelli, e con fermissima fede professiamo, che Cristo è morto per noi una volta per sempre, ( 1 Pt 3,18; Rm 6,10; Eb 7,27; Eb 9,28; Eb 10,10 ) l'innocente per i peccatori, il padrone per i servi, il libero per i carcerati, il medico per i malati, il beato per i sofferenti, il ricco per gli indigenti, il ricercatore per i perduti, il ricompratore per i venduti, il pastore per il gregge e, ecco la cosa più stupenda, il creatore per la creatura; conservando la sua natura eterna si è donato in quella che è stata creata; in quanto Dio, nascosto, manifesto in quanto uomo; per la onnipotenza, datore di vita, per l'infermità, soggetto alla morte; immutabile nella divinità, passibile nella carne; come dice l'Apostolo: Egli è stato messo a morte per i nostri peccati, ed è risuscitato per la nostra giustificazione. ( Rm 4,25 )

Questo è avvenuto una volta per sempre, ben lo sapete.

Però, anche se la verità, con tanti richiami della Scrittura, ricorda che è avvenuto una volta per sempre, la solennità annuale lo ripete di volta in volta come se sempre fosse la prima.

E non sono in contrasto verità e solennità, quasi una dica il falso e l'altra il vero.

La verità indica che è avvenuto realmente una volta per sempre; la solennità lo rinnova di volta in volta celebrandolo nel cuore dei fedeli.

La verità c'indica che cosa e come è avvenuto; la solennità, invece, non compiendo per la prima volta, ma celebrando, non lascia che passino cose già passate.

Pertanto Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato. ( 1 Cor 5,7 )

È lui dunque che è stato ucciso una volta per sempre, lui che più non muore, su cui la morte non ha più potere. ( Rm 6,9 )

E allora, parlando secondo la verità, noi diciamo che la Pasqua è avvenuta una volta per sempre e che non si ripeterà più; parlando secondo la solennità, diciamo che la Pasqua viene ogni anno.

E penso che in questo senso si debba intendere quel che è scritto nel Salmo: Il pensiero dell'uomo ti confesserà e le rimanenze del pensiero ti celebreranno feste solenni. ( Sal 76,11 )

Se infatti di quanto si dice degli avvenimenti temporali il pensiero non lo consegnasse alla memoria, dopo un po' di tempo non se ne troverebbe più traccia.

Perciò il pensiero dell'uomo, quando percepisce la verità, dà gloria al Signore; le rimanenze del pensiero, poi che restano nella memoria in tempi opportuni non cessando di celebrare feste solenni, perché il pensiero stesso non venga giudicato ingrato.

Così si spiega la solennità tanto luminosa di questa notte, in cui, vegliando, è come se rinnovassimo con le rimanenze del pensiero, la risurrezione del Signore che, a pensarci oggettivamente, confessiamo avvenuta una volta per sempre.

Ed ora che la verità che vi ho illustrato vi ha resi [ più ] edotti, non succeda che, abbandonando la celebrazione, vi rendiate irreligiosi.

È essa che ha reso illustre questa notte per tutto il mondo.

Essa mette in evidenza la numerosità delle schiere cristiane, essa confonde l'accecamento dei Giudei, essa travolge gli idoli dei pagani.

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