La grandezza dell'anima

Indice

L'anima non è divisibile

31.62 - Difficoltà dalla vivisezione d'un verme

E. - Non avrei altro forse, se non ricordassi quanto ci meravigliavamo da fanciulli del guizzare delle code delle lucertole amputate dal corpo.

Non posso proprio convincermi che tale movimento avvenga senza l'anima e non riesco a comprendere come avvenga che l'anima non occupi spazio, quando è possibile anche sezionarle assieme al corpo.

A. - Potrei rispondere così.

L'aria e il fuoco dalla presenza dell'anima sono costretti nel corpo fatto di terra e di acqua.

Si ha così l'accordo dei quattro elementi.

Ma dopo la separazione, dell'anima acqua e fuoco si levano verso l'alto e si liberano.

Muovono allora quei piccoli corpi tanto più violentemente, quanto più velocemente si sprigionano per una recente amputazione.

Poi il movimento si attenua e alla fine cessa, man mano che gradualmente diminuisce l'elemento che si libera, fino a quando s'è completamente dileguato.

Ma mi distoglie dal dare tale spiegazione il fenomeno che ho potuto osservare con questi occhi, quasi troppo tardi per poterci credere, ma certamente non troppo tardi per doverci credere.

Qualche tempo fa ci siamo trovati nella campagna della Liguria.

I nostri giovani, che allora abitavano con me per i loro studi, mentre erano sdraiati a terra all'ombra, notarono un animaletto con molti piedi che strisciava, una specie di lungo vermiciattolo.

È abbastanza comune ma non avevo mai fatto, nei suoi confronti, l'esperienza che sto per dire.

Uno di loro, adoperando di traverso lo stilo, che per caso portava con sé, lo colpì nel mezzo.

Le due parti del corpo, separate dal colpo, mossero in direzione opposta con tanta celerità dei piedi e col medesimo impulso che se fossero due animali della specie.

Stupiti dall'insolito fenomeno e curiosi di saperne la ragione, si affrettarono a portare i due tronconi vivi a noi, a me e ad Alipio, che eravamo seduti vicini.

Noi, non meno stupiti, li osservammo correre sulla tavola in ogni direzione possibile.

Uno di loro, toccato con lo stilo, si contorceva nel punto dolorante e l'altro non sentiva nulla e continuava a muoversi altrove.

Aggiungo che volemmo verificare fino a qual punto il fenomeno si verificasse.

Tagliammo il vermiciattolo, anzi i vermiciattoli, in molte parti.

Tutte si muovevano. Che se il fenomeno non fosse stato provocato da noi e non si notassero le amputazioni fatte allora, avremmo creduto che fossero nati separati e che ciascuno avesse una vita indipendente.

31.63 - I fatti vanno spiegati …

Ma ora provo imbarazzo a dire ciò che dissi allora a quei giovani che mi guardavano fissi.

Abbiamo tanto avanzato che se non esporrò, diversamente da allora, un motivo che convalidi, sia pure in forma opinativa, la mia tesi, potrebbe sembrare che la nostra grande costruzione, fortificata da un discorso tanto lungo, crolli per lo squarcio provocato da un vermiciattolo.

A loro ordinai di attendere al corso degli studi, che avevano iniziato, per giungere un giorno, se le circostanze lo richiedevano, ad indagare ed apprendere più competentemente tali argomenti.

Dopo che se ne furono andati, discussi con Alipio, poiché ambedue, ciascuno da una propria prospettiva, adducevamo ricordi, induzioni e domande.

Ma se io volessi esporre quei concetti, dovremmo dire molte più cose di quante ne sono state dette dal principio in un continuo ritornare, a causa d'incertezze, sull'argomento.

Tuttavia ti esporrò il mio parere.

Io posseggo molte nozioni sul corpo, sulla forma inerente al corpo, sullo spazio, sul tempo, sul movimento, che vengono trattate con sottigliezza ed acume in riferimento al problema che ci riguarda.

Altrimenti sarei propenso a dare la palma a coloro che identificano l'anima col corpo.

E per questo, nei miei limiti, ti consiglio ripetutamente di non gettarti inconsideratamente sui libri, ovvero sulle tesi sostenute da uomini abilissimi nel parlare e fautori di una concezione sensistica.

Prima devi orientare e render sicuri i passi che conducono l'anima fino a Dio.

Così non avverrà che gli studi e l'applicazione, più facilmente che l'indolenza mentale, ti rimuovano da quell'arcana e serenatrice abitazione dell'intelligenza, da cui l'anima, mentre abita nel mondo, è pellegrina.

31.64 - … senza coinvolgere verità accertate

Ed ora ascolta contro la difficoltà che, come vedo, ti turba assai, un argomento, che non è il più valido fra tanti, ma più breve.

L'ho scelto non perché più probabile per me, ma più opportuno per te.

E. - Esponilo, ti prego, il più brevemente possibile.

A. - Premetto che, soprattutto se è nascosta la spiegazione del verificarsi di quel fenomeno della divisione in pezzi di alcuni corpi, non è il caso di turbarsi al punto da considerare falsi molti argomenti, che or ora ti sono sembrati più limpidi del sole.

Può avvenire che ci sia nascosta la spiegazione del fenomeno, perché non è di competenza della ragione umana.

Può anche essere che sia manifesta a qualche individuo, il quale non può essere interrogato da noi.

Potremmo essere noi di tale capacità che l'individuo interrogato potrebbe deluderci.

Ma non per questo è ammissibile che ci sfuggano o ci siano sottratte le conoscenze che, dall'altra parte della contraddizione, abbiamo appreso con valido fondamento e che riteniamo assolutamente vere.

Ora se rimangono fondate le conoscenze, che attraverso il dialogo hai ritenute certe e innegabili, non v'è ragione perché, come fanciulli, ci lasciamo turbare da questo vermiciattolo, sebbene non sappiamo trovare una spiegazione della sua vitalità e capacità di moltiplicarsi.

Supponi che ti sia nota con fondata certezza la probità di un individuo e che tu lo sorprenda a banchetto con banditi, da te ricercati, e che per una fatalità quegli muoia prima che tu lo possa interrogare.

Addurresti qualsiasi possibile spiegazione del suo trovarsi a banchetto con i banditi, quantunque la vera ragione ti rimanga nascosta per sempre, piuttosto che pensare ad un'alleanza nel delitto.

Ora per tanti argomenti addotti dianzi e da te fondatamente approvati ti è rimasto evidente che l'anima non è contenuta in uno spazio e che pertanto è immune dall'estensione, che riscontriamo nei corpi.

Perché dunque non devi supporre che esista una spiegazione del fatto che qualche animale, fatto a pezzi, continui a vivere in tutte le parti e che tale spiegazione non è la divisibilità dell'anima assieme al corpo?

E se non possiamo scoprirla, si deve cercarne una vera, anziché supporne una falsa.

32.65 - Similitudine del suono-segno che si divide …

Ti chiedo inoltre se ritieni che nel nostro discorso altro è il suono ed altro l'oggetto significato dal suono.

E. - Secondo me s'identificano.

A. - Dimmi dunque da chi è prodotto il suono, quando parli.

E. - Da me, che dubbio?

A. - Allora da te è prodotto il sole nell'atto che lo nomini?

E. - M'hai posto la domanda sul suono e non sull'oggetto.

A. - Dunque altro è il suono ed altro l'oggetto significato dal suono.

Tu hai detto che s'identificano.

E. - Allora ammetto che altro è il suono che significa ed altro l'oggetto che è significato.

A. - Dimmi allora se ti è possibile nominare, in lingua latina che tu conosci, il sole se non precede il concetto di sole.

E. - È impossibile.

A. - E se prima che il nome ti esca dalla bocca, in procinto di pronunciarlo, tu ti trattieni un po' in silenzio, non è presente nel tuo pensiero ciò che un altro udirà nella espressione orale?

E. - Certo.

A. - Il sole è di molta grandezza, ma il concetto, che hai in mente, prima di pronunciare la parola, si può considerare lungo o largo o altro di simile?

E. - No, assolutamente.

32.66 - … ma le parti non significano …

A. - Dimmi un'altra cosa. Dunque il nome esce dalla tua bocca ed io, udendolo, penso il sole, che in precedenza anche tu hai pensato assieme alla parola e che adesso forse entrambi pensiamo.

Non ti pare che il nome ha ricevuto da te il significato da trasmettere al mio udito?

E. - Sì.

A. - Ora il nome implica suono e significato.

Il suono è di competenza dell'udito, il significato dell'intelligenza.

Non ti sembra dunque che nel nome, in analogia ad un essere animato, il suono è corpo e il significato quasi anima del suono?

E. - È molta la somiglianza, mi sembra.

A. - Considera ora se il suono è divisibile in lettere, quantunque la sua anima, il significato, non è divisibile.

Mi hai già detto che, secondo te, nel nostro pensiero il significato non è né largo né lungo.

E. - D'accordo.

A. - E quando il suono si divide nelle singole lettere, mantiene il medesimo significato?

E. - Non è possibile che le lettere separate significhino l'oggetto che è significato dal nome che di esse si compone.

A. - Ma quando, perdendo il significato, il nome è smembrato nelle lettere, che altro è avvenuto, secondo te, se non che l'anima si è separata dal corpo smembrato e che è avvenuta, per così dire, la morte del nome?

E. - Non solo approvo, ma lo faccio tanto volentieri perché è la parte che più mi va a genio del nostro discorso.

32.67 - … salvo che nelle parole composte

A. - Dunque dall'analogia hai sufficientemente compreso come l'anima possa rimanere indivisibile, nonostante la divisione del corpo.

Considera ora come sia possibile che le parti separate del corpo mantengano la vita, sebbene l'anima non sia divisa.

Hai già ammesso, e giustamente secondo me, che il significato, quasi anima del suono nell'atto che si proferisce un nome, è assolutamente indivisibile, mentre è divisibile il suono, che ne è quasi corpo.

Ma nel nome " sole " è stata operata una tale divisione del nome che nessuna parte di esso mantiene il significato.

Pertanto smembrato il corpo del nome, abbiamo considerato le lettere come membra prive di anima, cioè prive di significato.

Perciò se troveremo un nome, che diviso possa avere significato nelle parti separate, dovrai ammettere che con la separazione non è avvenuta, per così dire, la morte completa.

Le membra, pur considerate separatamente, ti si presenteranno con un determinato significato e, per così dire, dotate di respiro.

E. - Sono pienamente d'accordo e chiedo che tu mi faccia udire questo suono.

A. - Subito. Per associazione al sole, del cui nome abbiamo fin qui trattato, mi viene in mente " Lucifer ".

Esso, diviso in una prima parte fra la seconda e la terza sillaba, ha significato nel termine " luci ".

Vive dunque in questa più che mezza parte del nome, da cui deriva.

Anche la seconda parte ha l'anima.

Puoi udirla infatti, quando ti si comanda di portare un oggetto.

Se " fer " non avesse significato, non potresti obbedire a chi ti comanda di portargli un libro.

Se esso si aggiunge a " luci ", si ha il suono " Lucifer " che significa una stella; se ne viene separato, significa egualmente qualche cosa e conserva, per dir così, la vita.

32.68 - … in cui significano anche separate

Lo spazio e il tempo sono dimensioni, in cui sono estesi, o piuttosto che estendono tutti gli oggetti sensibili.

Ciò che si percepisce con la vista si dimensione nello spazio e ciò che si percepisce con l'udito, nel tempo.

Il vermiciattolo intero si estendeva nello spazio più d'una sua parte.

Così il suono " Lucifer " si estende in una porzione di tempo maggiore che se si dice soltanto " luci ".

Questo nome dunque vive di significato per una abbreviazione di tempo, derivante dalla divisione di un suono più lungo.

Tuttavia di questa seconda parola non è stato diviso il significato, perché non esso ma il suono si estende nel tempo.

Così si deve pensare del corpo del vermiciattolo fatto a pezzi.

Certamente una sua parte, per il fatto che era parte, viveva in uno spazio meno esteso.

Ma non che la sua anima fosse addirittura fatta a pezzi o fosse divenuta più piccola per spazio più piccolo.

È ovvio che quando l'animale era intero, ne vivificava tutte le parti in una maggiore estensione e simultaneamente.

Non essa infatti occupava lo spazio, ma il corpo che animava, allo stesso modo che il significato, sebbene non esteso nel tempo, per così dire, animava unificandole tutte le lettere del nome che hanno una diversa lunghezza di tempo.

Ti chiedo che frattanto ti accontenti di questa analogia, anche perché vedo che ti va a genio.

Non aspettare per il momento una possibile esauriente discussione, che potrebbe essere svolta per concetti e non per analogie, il più delle volte ingannevoli.

Si deve por fine a un discorso troppo lungo.

Inoltre il tuo spirito deve essere educato con molte altre conoscenze, che ti mancano per la visione e soluzione di questo problema.

Potremo così comprendere con facilità se è vera la dottrina di alcuni grandi filosofi, i quali dicono che l'anima non in sé, ma mediante il corpo può essere divisa in parti.

32.69 - Il tema della molteplicità delle anime

Ed ora apprendi da me, se lo vuoi, o meglio riconosci per mio mezzo quanto grande è l'anima, non per estensione nello spazio e nel tempo, ma per funzione e potere.

Così, se ricordi, fin dal principio fu ordinata e distribuita la trattazione.

Non saprei che dirti sul problema del numero delle anime che, a tuo parere, rientra nella trattazione.

Farei prima a dire che non è un problema o che per ora deve essere differito, anziché dire che il numero e la molteplicità delle anime non rientrano nella grandezza, o che al momento io sia in grado di risolvere per te un problema tanto difficile.

Se dico che l'anima è una, ti sentirai sconcertato perché in un individuo essa è felice, in un altro è infelice ed è impossibile che il medesimo essere sia simultaneamente felice e infelice.

Se dico che è insieme una e molte, mi schernirai e non mi viene in mente nulla per rimbeccare il tuo scherno.

Se dico soltanto che sono molte, mi schernirò da solo e sopporterei meno di dispiacere a me stesso che a te.

Ascolta dunque un argomento che puoi convenientemente, lo prometto, udire da me.

Non subire e non imporre un argomento che o a entrambi o a uno di noi potrebbe esser tanto pesante da opprimere.

E. - Desisti senz'altro. Io attendo che tu mi esponga l'argomento del valore dell'anima, poiché a te sembra di poterlo trattare convenientemente con me.

Indice