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Lettera 249

Scritta dopo il 395.

Agostino a Restituto sul dovere di tollerare i cattivi Cristiani e gli scandali della Chiesa richiamandosi alle testimonianze della S. Scrittura e alle opere di Ticonio.

Agostino invia cristiano saluti a Restituto, suo signore, fratello e collega di diaconato, carissimo per l'onorifica sincerità

1 - Le tue preoccupazioni rivelanti la religiosa fiamma del tuo cuore me le ha fatte conoscere il sincerissimo fratello Deogratias il quale - come tu sai - le condivide.

Leggi perciò Ticonio, che tu conosci bene, non certo per approvare tutto ciò che dice, poiché sai bene quali sono i suoi errori che si debbono evitare.

Tuttavia il problema in qual modo si debbano tollerare nella Chiesa di Dio i disordini e perfino le azioni delittuose, che per caso non siamo capaci di eliminare o di correggere, mi pare l'abbia trattato e risolto molto bene.

D'altra parte però, una volta corretta nei suoi scritti soltanto l'intenzione, bisogna ricorrere alle stesse fonti della Scrittura, per vedere quanto poche sono le affermazioni e gli esempi dei fatti da lui citati e come nessuno potrebbe citarli tutti, salvo che volesse riportare nei suoi scritti quasi tutte le pagine dei Libri Sacri.

Così non c'è quasi nessuna pagina della Sacra Scrittura che non ci ricordi che all'interno della stessa comunione dei Sacramenti, in virtù dei quali veniamo formati per la vita eterna, dobbiamo essere in pace con quelli che odiano la pace fin tanto che gemendo non passi il nostro lungo pellegrinaggio ( Sal 120,7.5-6 ) fin tanto cioè che non andremo a godere la pace tranquillissima nella fortezza di Gerusalemme, nostra madre eterna, e nelle sue torri non godremo della moltitudine sterminata dei nostri veri fratelli, ( Sal 122,6-8 ) mentre invece quaggiù ne piangiamo l'esiguo numero tra tanti falsi fratelli.

Qual è poi la fortezza di quella città, se non il suo e nostro Dio?

Comprendi quindi per mezzo di chi solamente si effettui la pace, non solo per i singoli individui che fanno guerra contro se stessi, privi ( dell'aiuto ) di Dio, anche senza che fuori di loro sia sorto alcuno scandalo, ma insieme anche per tutti coloro che, sebbene in questa vita si amino e siano stretti fra loro da vincoli di fedele amicizia, tuttavia non sono sommamente e perfettamente uniti né mediante la presenza fisica né mediante la concordia spirituale.

Il tuo cuore si fortifichi nel Signore e si ricordi di noi.

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