L'unicità del Battesimo contro Petiliano

Indice

7.9 - Obiezione sul battesimo di Giovanni

" Ma. ", essi dicono, " Paolo, giunto ad Efeso, ordinò di battezzare nel nome di Cristo alcuni individui che dicevano di aver ricevuto il battesimo di Giovanni ". ( At 19,1-5 )

Se qualcuno, basandosi su questo esempio, pensa che si debbano battezzare gli scismatici e gli eretici, abbia il coraggio di sostenere, se ne è capace, che Giovanni fu un eretico o uno scismatico!

Se è un'empietà sostenere ciò, allora ne consegue senz'altro che a quegli uomini veniva dato certamente ciò che mancava, non disapprovato ciò che già era in loro, sia che avessero mentito dicendo di avere ricevuto il battesimo di Giovanni, come pensano alcuni, sia che il battesimo di Giovanni non fosse il battesimo di Cristo, anche se lui militava per Cristo, come del resto i sacramenti antichi della Legge giocavano, per così dire, un ruolo precorritore e prefigurativo.

Ma essi insistono: " Se dopo Giovanni, l'amico dello Sposo, ( Gv 3,29 ) è stato conferito il battesimo, quanto più si deve battezzare dopo un eretico! ".

Potrebbe dire un altro, come mosso da una altrettanto legittima indignazione: " Se è stato conferito il battesimo dopo Giovanni, che non beveva una goccia di vino, quanto più giustamente si deve battezzare dopo un ubriacone! ".

Ebbene, lo facciano costoro, se sono capaci!

Battezzino dopo i loro ubriaconi, se gli Apostoli hanno battezzato dopo il sobrio Giovanni.

Che cosa rispondono al riguardo, se non che essi non battezzano dopo costoro, perché quelli che sono stati battezzati da loro non hanno ricevuto il battesimo di costoro, bensì quello di Cristo?

Ammettano allora che è stato conferito il battesimo dopo Giovanni, o perché costoro non avevano alcun battesimo o non avevano ancora il battesimo di Cristo.

7.10 - I Donatisti riportano testi evangelici che piuttosto sono un valido sostegno alla nostra causa

Questa obiezione, in verità, il nostro interlocutore, cui stiamo rispondendo, l'ha rivolta piuttosto a se stesso e non l'ha risolta.

Dice infatti: " Forse qualcuno dirà: Ma coloro che Paolo ha battezzato per la seconda volta, erano stati purificati con il battesimo di Giovanni, non con quello di Gesù Cristo.

Da ciò ne deduco che non conviene ribattezzare coloro che risultano essere stati battezzati da traditori, però nel nome di Cristo ".

Ecco l'obiezione che egli si è posta, ed ora ascolta bene come abbia tentato invano di risolverla.

Egli dice: " A tale questione il Signore ha risposto nei seguenti termini: Chi non raccoglie con me, disperde; ( Mt 12,30 ) e ancora: Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli.

Molti infatti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demoni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome?

Io però dichiarerò loro: Non vi conosco; allontanatevi da me, operatori di iniquità. ( Mt 7,21-23 )

È certo dunque che essi hanno mandato in rovina il loro falso lavoro, avendo osato agire sia pure nel nome di Gesù Cristo, ma sacrilegamente.

Ne consegue che, volenti o nolenti, con i loro sacramenti sacrileghi i traditori offendono ancor più Cristo.

Se essi hanno l'ardire di affermare: Noi abbiamo profetato nel tuo nome, si sentiranno dire da lui come gli altri: Andate via da me, operatori di iniquità; non vi conosco.

E glielo dirà con pieno diritto, poiché è evidente che per gli indegni battezzare, scacciare i demoni e compiere altri portenti sono opere non dissimili ".

Vedi quante belle cose ha detto, ma non ha potuto minimamente risolvere l'obiezione che si era proposta!

Non solo non l'ha risolta, ma ha pure richiamato alla nostra mente argomentazioni di cui dovremo servirci per confutare costoro.

Questi testi evangelici in effetti non sono di alcun aiuto alla sua tesi, ma piuttosto sono un valido sostegno alla nostra causa.

7.11 - Paolo sottolineò la distinzione fra il battesimo di Giovanni e quello di Cristo

Si trattava del battesimo di Giovanni.2

Ora, se l'Apostolo battezzò alcuni già battezzati da lui, non diede certo loro, per la seconda volta, il battesimo di Giovanni che già avevano, ma piuttosto ordinò di dare loro il battesimo nel nome di Cristo che non avevano.

Ciò facendo, non distrusse né l'uno né l'altro, ma sottolineò la distinzione di entrambi.

Lo ha notato bene anche colui contro il quale noi stiamo discutendo.

Egli, nei panni del contraddittore, si è costruito questa obiezione come se l'avesse raccolta dagli avversari: " anche coloro che chiamano traditori, amministrano e ricevono il battesimo di Cristo, non quello di Giovanni, e pertanto dopo di loro non è opportuno né invalidare né ripetere il battesimo".

Ora, egli sostiene che su tale questione ha risposto Cristo con queste parole: Chi non raccoglie con me, disperde, ( Mt 12,30 ) come se Cristo avesse detto: anche se si troverà qualcosa di vero e di mio in quelli che non raccolgono con me, sia negato, esorcizzato, distrutto.

Costui dichiara anche che a certuni, i quali dicono: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demoni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome?

[ Cristo ] risponderà loro: Non vi conosco; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. ( Mt 7,22-23 )

Ma ha forse detto anche qui: " A causa della vostra iniquità, rinnegherò anche la mia verità che voi soffocate nella vostra iniquità "?

Egli in effetti non accoglierà nel suo regno tutti coloro nei quali troverà una qualche verità, ma coloro in cui troverà la carità in accordo con la verità: se mancherà quella, sarà presente l'iniquità.

Tuttavia non è giusto negare la verità racchiusa in questa iniquità; si deve piuttosto condannare l'iniquità senza distruggere la verità.

A tal riguardo dice l'Apostolo: E se conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, se avessi il dono della profezia e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. ( 1 Cor 13,2 )

Ha detto che lui è nulla se non possiede la carità, non se gli mancano i misteri, la scienza, la profezia e la fede.

Queste cose effettivamente sono grandi, anche se chi le possiede senza la carità è nulla e detiene la loro verità nella sua iniquità.

Ecco ciò che anche noi diciamo a questi eretici: " Noi non distruggiamo la verità del battesimo, che voi soffocate nella vostra iniquità; ma quando vi correggiamo, è questa che noi intendiamo distruggere e abbattere, mentre riconosciamo e manteniamo intatta quella ".

Come ben si vede, questa nutrita serie di testi evangelici non serve affatto a costui.

7.12 - Noi non possiamo negare, né disapprovare e distruggere le verità possedute dagli eretici; invece condanniamo o, per quanto possibile, correggiamo la loro iniquità

Sottolinea piuttosto come essi siano un ottimo supporto per suffragare la nostra tesi.

Ecco, ascolta attentamente le sue stesse parole: " È fuor di dubbio che essi hanno mandato in rovina il loro falso lavoro, poiché hanno osato agire da sacrileghi, benché nel nome di Gesù Cristo ".

Nulla di più vero! Coloro che hanno osato agire sacrilegamente nel nome di Gesù Cristo, hanno distrutto il loro falso lavoro.

Ma, forse, per questo il nome di Gesù Cristo diventerà sacrilego, anche se individui sacrileghi se ne servono per compiere qualcosa?

Chi oserà mai affermare una cosa simile, sia pure un perfetto demente?

Si troverà qualche pagano ai nostri giorni che oserà affermare questo?

Ecco perché lo stesso Gesù Cristo, pur avendo affermato con assoluta verità: Colui che non raccoglie con me, disperde, ( Mt 12,30 ) quando i suoi discepoli gli annunciarono di aver trovato un tale che scacciava i demoni nel suo nome e di averlo rimproverato perché non seguiva il Signore con loro, rispose: Non glielo proibite, perché non c'è nessuno che faccia miracoli nel mio nome e possa parlare male di me. ( Mc 9,38 )

Quest'uomo avrà certamente avuto la sua parte di iniquità personale, perché non raccoglieva con il Signore e non seguiva con i discepoli il pastore nell'unità del suo gregge; in questa sua iniquità egli imprigionava una verità non sua, poiché era nel nome di Gesù Cristo che scacciava i demoni e di lui non parlava male.

Pertanto, il Signore condanna l'iniquità di quest'uomo con quelle parole: Colui che non raccoglie con me, disperde, però non nega né rifiuta la sua verità presente in lui, quando dice: Non glielo proibite, perché non c'è nessuno che faccia miracoli nel mio nome e possa parlare male di me.

Imitando questo esempio del Signore, anche noi, nella misura delle nostre forze, non possiamo negare, né osiamo disapprovare e distruggere la verità del battesimo, né qualsiasi altra verità posseduta dagli eretici; invece la loro iniquità, per la quale certamente non raccolgono con Cristo ma disperdono, a buon diritto la rifiutiamo e, senza violare la verità che si trova in essi, la condanniamo o, per quanto è possibile, la correggiamo.

8.13 - Non si può tollerare colui che chiama sacrileghi i sacramenti di Cristo, anche se li possiedono i traditori

Cerchi dunque costui di individuare bene l'errore, che gli ha fatto soggiungere subito dopo: " Lo vogliano o no, con i loro sacramenti sacrileghi i traditori offendono ancor più Cristo ".3

È un altro atteggiamento temerario, certo, ma comunque tollerabile, quello di dare del traditore ad alcuni senza provarlo.

Ma chi può tollerare che egli chiami sacrileghi i sacramenti di Cristo, anche se li possiedono i traditori, come insinua a torto, e questi [ sacramenti ] sono celebrati secondo il rito evangelico, cioè nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo?

Perché, allora, non dice che non è più un sacramento di Cristo quello che è amministrato da individui sacrileghi?

E perché non dice che non esiste neppure il nome di Cristo se viene pronunciato dai sacrileghi?

Ma questo non si è proprio azzardato ad affermarlo.

Infatti dice: " È indubbio pertanto che abbiano mandato in rovina il loro falso lavoro, perché hanno agito sacrilegamente, benché nel nome di Gesù Cristo.

Benché. " - soggiunge - " nel nome di Gesù Cristo ".

Ha forse sostenuto che non è il nome di Gesù Cristo?

Dunque, come ai sacrileghi non giova affatto agire nel nome di Gesù Cristo, così non giova a nulla agli eretici battezzare o essere battezzati nel battesimo di Gesù Cristo.

Ma tuttavia, come quello è il nome di Gesù Cristo, così anche questo è il battesimo di Gesù Cristo: l'uno e l'altro deve essere riconosciuto e approvato, non negato e distrutto, per evitare di recare ingiuria a doni così preziosi di Dio, proprio mentre si vuol correggere la vita degli uomini sacrileghi, che fanno cattivo uso di questi stessi doni.

8.14 - La verità cattolica è contraria a quanto affermano i Donatisti

Egli applica ai sacrileghi, che battezzano al di fuori della Chiesa, scacciano i demoni o compiono prodigi nel nome di Gesù Cristo, le parole che dirà il Signore: Allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. ( Mt 7,23 )

Noi invece diciamo, anzi, la verità stessa dichiara che il Signore dirà questo a tutti, anche a quei pesci cattivi che nuotano nelle reti dell'unità insieme ai buoni fino alla riva. ( Mt 13,47-48 )

Che altro dirà loro, dopo aver raccolto i pesci buoni nei cesti e separato quelli cattivi per essere buttati via, se non: Allontanatevi da me, voi operatori di iniquità?

Però, non per questo distruggiamo in loro i sacramenti di Cristo, dal momento che riconosciamo nelle medesime reti dell'unità sia quelli che danno, sia quelli che ricevono il battesimo.

Personalmente, sono convinto che anche costoro non siano talmente impudenti che osino affermare che il Signore non dirà alla moltitudine di malvagi e scellerati del loro partito, corrotti e inquinati da scandali e da crimini ben noti a tutti, cioè agli avari e ai sequestratori, agli spietati usurai e ai sanguinari circoncellioni: Allontanatevi da me, voi operatori di iniquità!

Tuttavia essi sanno, vedono, sostengono che un gran numero di costoro battezzano e molti sono battezzati da loro: nonostante ciò, essi non violano il sacramento di Cristo in quelle persone, anche quelli che vedono con disgusto i loro crimini.

E così, lungi dall'aver detto qualcosa di antitetico alle nostre tesi, quando ha esibito questi testi evangelici, egli ci ha rinfrescato la memoria su quanto dovremmo dire per controbatterli!

9.15 - Il sacramento del battesimo può essere presso gli eretici, ma non per il loro bene

Perciò, quando poco dopo dichiara con aria di trionfo: "Ho risolto in poche parole la questione ",4 egli l'ha veramente risolta, ma a nostro favore, poiché affermando che anche gli indegni battezzano, scacciano i demoni e compiono altri prodigi con identiche motivazioni, e quando diranno: Nel tuo nome abbiamo fatto questo, Cristo dirà: Non vi conosco; allontanatevi da me, operatori di iniquità, ( Mt 7,23 ) ha messo in luce queste due verità correlative: anche coloro che sono separati dalla Chiesa battezzano con il battesimo di Gesù Cristo e scacciano i demoni nel nome di Gesù Cristo, ma né l'uno né l'altro fatto li conduce alla vita eterna o li salva dall'eterno supplizio.

Supponiamo, allora, che torni alla Chiesa un individuo, dal quale furono cacciati i demoni per mezzo di colui che i discepoli videro scacciare i demoni nel nome di Gesù Cristo, ( Mc 9,39 ) ma non apparteneva al gregge di Gesù Cristo: nessuno si sognerebbe di negare il prodigio avvenuto in lui ad opera di quel tale, ma gli aggiungerebbe soltanto ciò che gli mancava.

La stessa cosa accadrebbe a chi torna alla Chiesa dopo essere stato consacrato dal battesimo di Cristo, amministrato al di fuori della Chiesa dagli eretici o scismatici: non si deve negare il sacramento della verità di cui è impregnato, ma piuttosto si deve aggiungere il pio amore dell'unità, dalla quale è stato separato, e senza la quale questo sacramento potrebbe certamente essere in lui, ma non potrebbe essere per il suo bene.

Questo facciamo noi, questo abbiamo ricevuto per tradizione dai nostri Padri, questo nella Chiesa cattolica, diffusa nel mondo intero, difendiamo contro tutte le tenebrosità dell'errore.

Ma, a questo punto, perché dobbiamo continuare a discutere sulla questione, quando proprio lui ce l'ha sbrogliata alla lesta, rammentando i testi evangelici, che certamente, se non volesse andare a caccia di cavilli, gli consentirebbero di condannare il proprio errore e di riconoscere la vera dottrina del battesimo?

9.16 - Noi incriminiamo l'iniquità dei Donatisti, ma riconosciamo e approviamo senza riserve la verità del battesimo

Che bisogno c'è, dunque, di ritessere una per una le sue parole, dal momento che egli è convinto di discorrere con arguzia e di presentare con ricchezza di eloquio la sua tesi, in base alla quale presso di loro sussiste il vero battesimo, che però noi riconosciamo e non neghiamo?

In effetti, chiunque consideri un dato certo e inconcusso quanto prescrive la regola verissima e inviolabile della verità, secondo la quale in ogni uomo, non solo si deve respingere o emendare ciò che è falso e vizioso, ma si deve anche riconoscere e accettare ciò che è vero e giusto, ha già compreso sia ciò che noi rifiutiamo dell'eresia dei Donatisti sia ciò che non dobbiamo assolutamente violare.

Ora, poiché essi soffocano nell'iniquità del loro scisma la verità del battesimo, noi incriminiamo la loro iniquità, ma riconosciamo e approviamo senza riserve la verità del battesimo.

10.17 - Chi sostiene l'invalidità del battesimo dato dagli eretici, è come se negasse lo stesso Cristo perché riconosciuto dai demoni

Chi sostiene infatti che il battesimo di Cristo, quando con esso battezzano gli eretici, va invalidato, deve conseguentemente affermare che si deve negare lo stesso Cristo, quando i demoni lo confessano. ( Mc 1,24; Gc 2,19 )

In questo è stato lodato Pietro quando disse: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente, ( Mt 16,16 ) mentre i demoni sono stati espulsi, pur dicendo la stessa cosa: Noi sappiamo chi sei tu: il Figlio di Dio. ( Mc 1,24 )

Dunque, questa confessione fu proficua per Pietro, per i demoni fu dannosa; in entrambi i casi tuttavia non era falsa, bensì vera: non si doveva rinnegare ma riconoscere, non si doveva riprovare ma approvare.

Così è della verità del battesimo: quella confessione è data dai Cattolici, che si comportano con rettitudine, come fu proclamata da Pietro; la medesima confessione è data dagli eretici, che si comportano da perversi, come fu proclamata dai demoni.

Aiuta gli uni, condanna gli altri; ma, in ambedue i casi, la si deve approvare con il riconoscimento, in nessun caso la si deve violare con la negazione.

Per questo anche l'apostolo Giacomo, quando redarguiva alcuni, perché affermavano che la vera fede è sufficiente all'uomo e non la congiungevano con le opere della carità, li confuta attraverso questa comparazione con i demoni: non dovevano credere di appartenere a Dio per il solo fatto di credere nel vero Dio, senza preoccuparsi di unire alla fede le opere buone: Tu credi - dice - che c'è un solo Dio?

Fai bene; anche i demoni lo credono e tremano. ( Gc 2,19 )

Dunque, egli mette sullo stesso piano dei demoni coloro che di Dio hanno la vera fede, ma vivono malamente; però la medesima verità, che i demoni cioè credono nel vero Dio, non la distrugge negandola, malgrado l'odio che i demoni hanno contro di lui.

Perciò, quando il nostro interlocutore con cui discutiamo ha osservato che l'Apostolo dice: Un solo Dio, una sola fede, un solo battesimo, ( Ef 4,5 ) ecco che noi abbiamo scoperto che lo stesso Dio è adorato al di fuori della Chiesa anche da coloro che lo ignorano, che la stessa verità in un solo Dio è proclamata al di fuori della Chiesa non solo da alcuni uomini, ma persino dai demoni, e l'una e l'altra verità è confermata, non negata, dagli Apostoli. ( At 17,23 )

Perché, allora, non confermiamo anche l'unico battesimo, anziché negarlo, quando lo riscontriamo in coloro che si trovano al di fuori della Chiesa?

In tal modo, noi non rendiamo cattivo ciò che è buono a causa di ciò che in essi è perverso; ma, partendo da ciò che in essi è retto, correggiamo anche ciò che in essi è depravato.

11.18 - Anche noi seguiamo la regola apostolica per quanto concerne l'autenticità del battesimo

Che significa, allora, questa sua affermazione: " Il vero battesimo è là ove è la vera fede "?

Si può dare benissimo il caso, che alcuni abbiano il vero battesimo, ma non la vera fede; come può accadere che possiedano il vero Vangelo, ma non comprendendolo bene abbiano una falsa credenza su Dio.

Ebbene, per questa falsità della loro fede, penseremo forse che anche il Vangelo, che pur posseggono nella forma autentica, debba essere rigettato o emendato?

Non credo che quegli abitanti di Corinto, che l'Apostolo redarguisce perché si erano dissolti nelle sètte, avessero una vera fede quando gli dicevano: Io sono di Paolo. ( 1 Cor 1,12 )

Questo infatti era falso.

Però avevano il vero battesimo; perciò, basandosi su questa verità, per correggere questa falsità si sentono domandare da lui: Forse Paolo è stato crocifisso per voi, o è nel nome di Paolo che siete stati battezzati? ( 1 Cor 1,13 )

Fra costoro c'erano anche alcuni che non credevano nella resurrezione dei morti, e su questo punto certamente non professavano, né avevano la vera fede.

Ora, partendo dalla verità che credevano, cioè la resurrezione di Cristo, nel quale erano stati battezzati, l'Apostolo si adopera per curare anche ciò che in essi non vi era di sano nella fede, dicendo: Se i morti non risorgono, neanche Cristo è risuscitato. ( 1 Cor 15,16 )

Poiché credevano che Cristo era risorto, e su questo punto la loro fede era genuina, egli voleva guarirli anche dalla persuasione così funesta ed erronea che i morti non risorgono.

Per questo, come neppure loro trovano nelle sante Scritture canoniche casi di eretici, che venivano battezzati per la seconda volta quando entravano nella Chiesa cattolica, così neppure noi troviamo che costoro erano stati ammessi con lo stesso battesimo, che avevano ricevuto nell'eresia.

Su questo punto, almeno, la loro posizione si può equiparare alla nostra: né la loro prassi, che li porta a ribattezzare gli eretici o quelli che considerano tali, né la nostra prassi, che è di ammettere il battesimo di Cristo anche quando è stato amministrato dagli eretici, è confermata espressamente da alcun esempio dei tempi apostolici.

Comunque noi constatiamo che gli Apostoli, se scoprivano qualche verità in coloro che si trovavano nell'errore o nell'empietà di qualche sacrilegio, confermavano, piuttosto che negare, ciò che in essi trovavano di vero, senza per questo assolverli dall'errore o dall'empietà, anzi, correggendoli o condannandoli.

Noi seguiamo la stessa regola anche per quanto concerne l'autenticità del battesimo: laddove riscontriamo che essa è conservata e salvaguardata così come si conserva e si salvaguarda nella Chiesa cattolica, noi non la neghiamo né la distruggiamo.

Ma, fatta salva questa verità, ciò che in ciascun individuo è vizioso, depravato e falso, noi lo curiamo, correggiamo ed emendiamo [ per quanto è possibile ]; se invece non è possibile, lo evitiamo dopo averlo riprovato e condannato.

11.19 - La loro iniquità, causa della sacrilega separazione dalla Chiesa di Cristo

Pertanto, quando li accogliamo, non intendiamo far nostra la loro iniquità, causa della loro sacrilega separazione dalla Chiesa di Cristo, che li fa persistere nelle loro accuse calunniose e oltraggiose contro la cristianità, alla quale Dio offre testimonianze così cospicue attraverso la Legge, i Profeti, il Vangelo, i Salmi e gli Apostoli.

E neppure intendiamo accogliere il loro errore, in base al quale rifiutano di riconoscere il battesimo di Cristo, custodito anche presso gli eretici secondo la regola ecclesiastica, osano distruggerlo e non esitano a reiterarlo.

Di più: non solo laici, ma anche chierici - e non chierici qualsiasi, ma sacerdoti e vescovi - , pur essendo stati battezzati in quelle Chiese che gli Apostoli hanno fondato con la loro fatica, se riescono a sedurli in un modo o nell'altro per farli passare dalla loro parte, li fanno catecumeni!

Questi loro comportamenti esecrabili noi non li accetteremo mai e poi mai, per cui, se non li correggono, non potranno rientrare fra noi.

Indice

2 Sopra 7,9
3 Vedi sopra 7,10
4 Vedi sopra 7,10