I lettera ai Corinti

XXX - Le opere e non le parole

1. Essendo noi una porzione santa, praticheremo tutto ciò che appartiene alla santità: fuggiamo le maldicenze, gli amplessi impuri e ignobili, l'ubriachezza, la mania innovatrice, le passioni orribili, l'adulterio infame e l'orgoglio odioso.

2. "Dio, infatti, dicono, resiste ai superbi, e dà la grazia agli umili".

3. Uniamoci dunque a coloro ai quali la grazia è data da Dio; rivestiamoci della concordia rendendoci umili e padroni di noi stessi, lontani da ogni mormorazione e maldicenza, giudicando con le opere e non con le parole.

4. La Scrittura dice infatti: "Chi parla molto, anche a sua volta ascolterà; il ciarliero pensa forse di essere giusto?

5. Benedetto il nato da donna che ha vita breve.

Non essere abbondante di parole".

6. La nostra lode sia in Dio e non per noi stessi.

Dio disdegna i lodatori di se stessi.

7. La testimonianza della buona azione sia data agli altri, come fu data ai nostri padri giusti.

8. La temerità, la presunzione e l'audacia sono per i maledetti da Dio; la benevolenza, l'umiltà e la dolcezza, invece, per i benedetti da Dio.

XXXI - Benedizione divina

1. Uniamoci alla Sua benedizione e vediamone le vie.

Sfogliamo gli avvenimenti dall'inizio.

2. Per quale motivo il nostro padre Abramo fu benedetto se non per aver praticato con fede la giustizia e la verità?

3. Isacco, conoscendo il futuro, con fiducia si fece volentieri condurre al sacrificio.

4. Giacobbe con umiltà si allontanò dalla sua terra per il fratello e andò da Labano e ne divenne servitore.

A lui fu dato lo scettro delle dodici tribù di Israele.

XXXII - La fede

1. A considerare sinceramente uno ad uno i beni elargiti da lui si riconosceranno grandiosi.

2. Da Giacobbe, discendono tutti i sacerdoti e i leviti ministri dell'altare di Dio; da lui il Signore Gesù secondo la carne; da lui i re, gli arconti e i capi secondo Giuda; né sono di piccola gloria gli altri scettri, come Dio aveva promesso: "La tua discendenza sarà numerosa come le stelle del cielo".

3. Tutti furono glorificati ed esaltati non per se stessi o per le loro opere o per l'azione giusta che avevano compiuto, ma per la volontà Sua.

4. E noi, dunque, che per Sua volontà siamo stati chiamati in Gesù Cristo, non siamo giustificati né per la nostra sapienza o intelligenza o pietà o le opere compiute in santità di cuore, ma per la fede con la quale Dio onnipotente giustificò tutti sin dal principio.

A Lui sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.

XXXIII - Le opere buone

1. Che faremo o fratelli? Cesseremo di fare il bene e trascureremo la carità?

Giammai permetta il Signore che questo avvenga tra noi, ma con zelo ed ardore sforziamoci di compiere ogni opera buona.

2. Lo stesso artefice e signore dell'universo si compiace delle sue opere.

3. Con la sua immensa potenza fissò i cieli e li ornò con la sua incomprensibile intelligenza.

Separò la terra dall'acqua che la circonda e la stabilì sul saldo fondamento della sua volontà e con il suo comando chiamò in vita tutti gli animali che in essa s'aggirano.

Avendo preparato il mare e gli animali che sono in esso con la sua potenza li rinchiuse.

4. Con le mani sacre ed immacolate plasmò l'uomo, l'essere superiore e che tutto governa, quale impronta della sua immagine.

5. Così dice il Signore: "Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza.

E Dio creò l'uomo; li fece maschio e femmina".

6. Avendo compiuto tutte queste cose le approvò e le benedisse col dire: "Crescete e moltiplicatevi".

7. Vediamo che tutti i giusti furono ornati di opere buone, e lo stesso Signore che si era ornato di opere buone provò gioia.

8. Con un tale modello volgiamoci senza indugio alla Sua volontà e con tutta la nostra forza applichiamoci all'opera di giustizia.

XXXIV - Partecipi dette grandi promesse

1. Il buon operaio prende a fronte alta il pane del suo lavoro mentre il pigro e l'indolente non guardano il datore di lavoro.

2. Conviene dunque che siamo premurosi nel fare il bene; da Lui ci viene ogni cosa.

3. Lo ha dichiarato: "Ecco il Signore, e davanti a lui sta la mercede da dare a ciascuno secondo la sua opera".

4. Poiché noi crediamo con tutto il cuore in Lui, ci esorta a non essere inoperosi né trascurati in ogni opera buona.

5. Siano in Lui il nostro vanto e la nostra sicurezza, sottostiamo alla sua volontà e consideriamo che tutta la schiera dei suoi angeli, stando intorno a lui, adempie la sua volontà.

6. Dice, infatti, la Scrittura: "Miriadi e miriadi stavano intorno a lui e mille migliaia lo servivano e gridavano: Santo, santo, santo il Signore Sabaoth; tutta la creazione è piena della sua gloria".

7. E noi, riuniti nella concordia e dall'intimo come da una sola bocca, gridiamo con insistenza verso di lui che ci renda partecipi delle sue grandi e gloriose promesse.

8. La Scrittura dice infatti: "Occhio non vide, orecchio non ascoltò e non penetrò nel cuore dell'uomo quanto ha preparato per quelli che l'attendono".

XXXV - Una grande ricompensa

1. Come sono magnifici e mirabili i doni di Dio, o carissimi.

2. Vita nell'immortalità, splendore nella giustizia, verità nella libertà, la fede nella sicurezza, padronanza di sé nella santità.

Tutte queste cose cadono sotto la nostra intelligenza.

3. Quali sono le cose preparate per quelli che le attendono?

Il creatore e padre dei secoli, il santissimo, sa la quantità e la bellezza di esse.

4. Noi, dunque, lottiamo per trovarci nel numero di quelli che lo attendono per essere partecipi dei doni promessi.

5. Come questo avverrà, o carissimi?

Se la nostra mente sarà fissa fedelmente in Dio, se cercheremo le cose a lui accette e gradite, se compiremo ciò che conviene alla sua volontà irreprensibile e seguiremo la via della verità, allontanando da noi ogni ingiustizia e cattiveria, avarizia, contese, malignità e inganni, mormorazioni, maldicenze, odio a Dio, orgoglio, iattanza, vanagloria e inospitalità.

6. Quelli che fanno queste cose sono odiosi a Dio e "non solo quelli che le fanno, ma anche quelli che le approvano".

7. Dice infatti la Scrittura: "Al peccatore Dio parlò: Perché spieghi i miei precetti ed hai sulla bocca la mia alleanza?

8. Tu odiasti la disciplina e gettasti dietro le spalle le mie parole.

Se vedevi un ladro, correvi con lui, e con gli adulteri avevi la parte.

La tua bocca era piena di malvagità e la tua lingua tesseva inganni.

Sedendo sparlavi di tuo fratello e al figlio di tua madre ponevi tranelli.

9. Questo facevi e io tacqui; tu supponevi, iniquo, che io ti fossi simile.

10. Ti confonderò e ti porro faccia a faccia con te stesso.

11. Capite queste cose, voi che vi dimenticate di Dio, perché non vi assalga come un leone e non ci sia chi vi liberi.

12. Un sacrificio di lode mi darà gloria; ivi la strada con la quale gli mostrerò la salvezza di Dio".

XXXVI - Gesù Cristo, la salvezza

1. Questa la strada, o beneamati, nella quale troviamo salvezza: Gesù Cristo il sommo sacerdote delle nostre offerte, il protettore e l'aiuto della nostra debolezza.

2. Per mezzo suo fissiamo lo sguardo sulle altezze dei cieli, per mezzo suo osserviamo come in uno specchio la sua faccia immacolata e sublime, per mezzo suo si sono aperti gli occhi del cuore, per mezzo suo la nostra mente ottusa e ottenebrata rifiorisce alla luce, per mezzo suo il Signore ha voluto farci gustare la scienza immortale.

"Egli, splendore della maestà divina, di tanto è superiore agli angeli di quanto il nome che ebbe in eredita è più eccellente".

3. È scritto così: "Egli ha fatto dei venti i suoi messaggeri e delle vampe di fuoco i suoi ministri".

4. Di suo figlio così disse il Signore: "Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato.

Chiedi a me e ti darò le genti in tua eredità e tuoi saranno i confini della terra".

5. E di nuovo gli dice: "Siedi alla mia destra finché io ponga i nemici a sgabello dei tuoi piedi".

6. Chi sono i nemici? I malvagi e quelli che si oppongono alla sua volontà.

XXXVII - Cristo, la nostra guida

1. Militiamo, fratelli, con ogni nostra prontezza sotto i suoi ordini irreprensibili.

2. Consideriamo i soldati sotto gli ufficiali, con quale ordine, disciplina e sottomissione eseguono i comandi.

3. Non tutti sono proconsoli, né capi di mille, cento, né di cinquanta e così di seguito, ma ciascuno nel proprio ordine esegue i comandi dei re o dei governanti.

4. I grandi non possono stare senza i piccoli e i piccoli senza i grandi; in tutte le cose c'è qualche collegamento e in questo la utilità.

5. Prendiamo il nostro corpo.

La testa non può stare senza i piedi, né i piedi senza la testa.

Le più piccole parti del nostro corpo sono necessarie ed utili a tutto il corpo; ma tutte convivono ed hanno una sola subordinazione per salvare tutto il corpo.

XXXVIII - Tutti i beni da Dio

1. Si conservi dunque tutto il nostro corpo in Cristo Gesù e ciascuno si sottometta al suo prossimo, secondo la grazia in cui fu posto.

2. Il forte si prenda cura del debole, e il debole rispetti il forte.

Il ricco soccorra il povero, il povero benedica Dio per avergli dato chi supplisce alla sua indigenza.

Il saggio dimostri la sua saggezza non nelle parole, ma nelle opere buone.

L'umile non testimoni a se stesso, ma lasci che sia testimoniato da altri.

Il casto nella carne non si vanti, sapendo che un altro gli concede la continenza.

3. Consideriamo, fratelli, di quale materia siamo fatti, come e chi entrammo nel mondo, da quale fossa e tenebra colui che ci plasmò e ci creò ci condusse al mondo.

Egli aveva preparato i benefici prima che noi fossimo nati.

4. Abbiamo tutto da lui, di tutto lo dobbiamo ringraziare. A lui la gloria nei secoli. Amen.

XXXIX - Niente superbia

1. Gli sciocchi, gli insensati, i pazzi, gli ineducati, ci deridono e ci scherniscono, volendo esaltarsi con i propri sentimenti.

2. Che cosa può un mortale? Quale la forza di chi nasce dalla terra?

3. È scritto infatti: "Non vi era una figura davanti ai miei occhi, ma percepivo un soffio di vento e una voce.

4. Che dunque? Sarà puro un mortale davanti al Signore?

O sarà incensurabile nelle sue opere l'uomo se non si fida dei suoi servi e scorge il torto anche nei suoi angeli?

5. Non è puro neanche il cielo al suo cospetto.

Ahimè, quelli che abitano case di fango, tra i quali siamo anche noi di quel fango!

Li ha schiacciati come un tarlo e dal mattino alla sera non esistono più.

Perirono per non poter aiutare se stessi.

6. Soffiò su di loro e morirono, perché non avevano saggezza.

7. Tu chiama se qualcuno ti ascolterà o se vedrai qualche angelo santo.

L'ira rovina lo sciocco e la gelosia uccide il perverso.

8. Ho visto gli stolti mettere radici, ma subito la loro vita fu divorata.

9. Siano lungi dalla salvezza i loro figli; siano disprezzati davanti alle porte dei più infelici.

Non vi sarà chi li liberi.

I beni per loro preparati li consumeranno i giusti; essi, invece, non saranno liberati dai mali".

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