L'apologetico

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Introduzione

L'Apologetico, una delle opere più famose di Tertulliano, spiega bene come si cadesse in una ben strana contraddizione.

« O i Cristiani erano colpevoli: in tal caso perché non si dovevano ricercare?

O non lo erano: perché allora si dovevano condannare? »

Nel 197 ( imperatore Settimio Severo ) in Cartagine la persecuzione aveva preso a infierire.

Le prigioni erano piene di Cristiani.

Tertulliano, dopo averli rincuorati con lo scritto Ad martyras e avere composto il trattato Ad nationes, per difendere la religione cristiana di fronte ai pagani, scrisse l'Apologetico, che vuole essere un'arringa diretta ai governatori e ai giudici, i quali il diritto di difesa non concedevano ai Cristiani tradotti davanti a loro.

Quello, pertanto, che i Cristiani accusati non potevano dire, dice in questo discorso Tertulliano, passando in rassegna la massa delle accuse a loro rivolte.

Sennonché l'oratore non si limita a confutare le accuse, a difendere gli accusati: ma le accuse ritorce, ma gli accusatori provoca e sfida, mettendo a nudo l'assurdità della loro religione, la disonestà dei loro costumi, provando che proprio essi sono rei delle nefandezze che attribuiscono ai Cristiani, la loro stessa impotenza, se i Cristiani un brutto giorno, invece di rispondere alle ingiuste persecuzioni col perdono, si contassero e reagissero.

E codesto fa, non invocando l'autorità di un partito, di una dottrina filosofica ma in nome della Verità, della sua persona stessa, che espone alla vendetta; in nome della sua altezza morale, in una parola, della sua superiorità intellettuale e spirituale.

Onde il fascino, che da questo scritto emana, e l'ammirazione, di cui fu per tutti i secoli circondato.

Indubbiamente, anche per quel che concerne le argomentazioni dell'Apologetico, ad apprezzarle al loro giusto valore, si dovrà non prescindere dal criterio storico.

Per esempio la parte che riguarda le assurdità e la insostenibilità della religione e ideologia pagana, è certo roba sorpassata.

Anche: sopra tutto nelle ritorsioni, la logica non è sempre serrata; talora tradisce lo sforzo.

Né mancano ingenuità, come certe operazioni attribuite ai demoni.

Ma giudicato nel suo complesso, l'Apologetico è un modello di argomentazione forense.

La conclusione di Tertulliano che semenza sarebbe stato il sangue dai martiri versato, ebbe la consacrazione del tempo futuro.

Venendo a toccare della forma dell'opera tertullianea, avrebbe torto chi volesse giudicarne lo stile e la lingua con i criteri della prosa ciceroniana e quintilianea.

Egli se ne discosta molto: non tanto per quanto concerne i costrutti sintattici, quanto per il significato assunto da molte parole, lontanissimo ormai dall'originario, vuoi per una evoluzione naturalmente subita, vuoi per una decisa volontà dello scrittore, che a quel significato le piega.

Indubbiamente il suo scrivere risente, più che della scuola di retorica, da cui egli proveniva, e della regione, ov'era nato, della sua forte personalità.

Per questo il suo periodo torna spesso difficile e oscuro dovuto al suo temperamento, ardente e aggressivo, sprezzatore del puro formalismo ed alla sua fede ardente e sincera.

Fatto insolito e, forse, unico nella tradizione delle opere letterarie, per l'Apologetico abbiamo due tradizioni manoscritte distinte, nel senso che in esse si rilevano divergenze e differenze sostanziali, da non potersi spiegare che con l'ipotesi di una edizione nuova, ritoccata dallo stesso scrittore.

L'una tradizione è rappresentata da una trentina di manoscritti; l'altra da un manoscritto u

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