L'anima dell'apostolato

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e) Perchè la vita interiore produce la vita interiore, i suoi risultati sulle anime sono profondi e durevoli

Bisognerebbe che questo capitolo aggiunto alle prime edizioni, fosse in forma di lettera indirizzata al cuore di ciascuno dei miei confratelli.

Abbiamo considerato come le opere dipendano soprattutto dalla vita interiore dell'operaio evangelico; ma la preghiera e la riflessione mi hanno fatto vedere sotto un altro aspetto l'infecondità di certe opere, e credo di essere nel vero formulando questa proposizione: Un'opera non mette radici profonde, non è veramente stabile e non può durare, se l'operaio evangelico non abbia generato delle anime alla vita interiore.

Ora questo non gli è possibile, se egli stesso non è molto nutrito di vita interiore.

Nel capo III della seconda parte, riportavo le parole del canonico Timon-David, sulla necessità di formare in ogni istituzione un gruppo di cristiani ferventissimi i quali esercitino alla loro volta un apostolato sui loro compagni.

Chi non vede come sia prezioso tale fermento e come questi collaboratori possano moltiplicare la forza di azione dell'apostolo?

Questi non è più solo al lavoro, e i suoi mezzi di azione sono centuplicati.

Mi affretterò a ripetere che soltanto l'uomo di azione, che sia di vera vita interiore, possiede abbastanza di vita per produrre altri focolari di vita feconda.

Anche le istituzioni laiche riescono a ottenere zelatori capaci di fare propaganda e di esercitare un'autorità per amore dei colleghi, per spirito di corpo e per rivalità; bastano, come leva, il fanatismo o la concorrenza, il settarismo o la vanagloria, l'interesse o l'ambizione.

Ma suscitare apostoli secondo il Cuore di Gesù Cristo, apostoli che partecipino della sua dolcezza e della sua umiltà, della sua bontà disinteressata e del suo zelo esclusivo per la gloria del Padre celeste, non è cosa possibile che alla leva dell'intensa vita interiore.

Finché un'istituzione non abbia potuto dare questo risultato, la sua vita è effimera; quasi certamente essa non sopravvivrà al suo fondatore.

La ragione della continuità di certe istituzioni invece, non ne dubito affatto, sta ordinariamente nel fatto che la vita interiore potè produrre la vita interiore.

Citerò un esempio: Il sacerdote Allemand, morto in concetto di santità, fondava a Marsiglia, prima della rivoluzione, L'opera giovanile degli studenti e impiegati.

Questa istituzione conserva ancora il nome del suo fondatore e continua, dopo più di un secolo, a godere di una meravigliosa prosperità.

Eppure quel sacerdote, per nulla ricco di doni naturali, miope all'eccesso, timido, privo di qualità oratorie, era, umanamente parlando, incapace della prodigiosa attività richiesta dalla sua impresa.

I lineamenti irregolari del suo volto avrebbero indotto i giovanetti allo scherno, se non fosse stata la bellezza della sua anima che si rifletteva nel suo sguardo e in tutto il suo contegno; con tale bellezza l'uomo di Dio aveva su quei focosi giovani un'autorità che li dominava e imponeva rispetto, stima e affezione.

Il pio Allemand volle tutto basare soltanto sulla vita interiore e potè formare, nella sua istituzione, un gruppo di giovani dai quali esigeva liberamente, in tutta la misura permessa dalla loro condizione, una vita interiore integrale, un'assoluta custodia del cuore, la meditazione del mattino ecc., insomma la vita cristiana completa, come la intendevano e la praticavano i cristiani dei primi secoli.

E quei giovani apostoli succedendosi continuarono davvero ad essere, in Marsiglia, l'anima di quella istituzione la quale diede alla Chiesa parecchi vescovi e le dà ancora tanti sacerdoti, missionari, religiosi e migliaia di padri di famiglia i quali sono in quella città i migliori appoggi delle opere parrocchiali e formano una falange che non solo è l'onore del commercio, dell'industria e delle libere professioni, ma forma un vero focolare di apostolato.

Dico di padri di famiglia, e questa espressione richiama il solito ritornello che si sente un po' dappertutto: « L'apostolato che è relativamente facile sui giovani, sulle fanciulle e sulle madri di famiglia, diventa spesso impossibile quando vogliamo esercitarlo sugli uomini.

Eppure finché non avremo ottenuto che i capi di famiglia diventino non solo cristiani, ma apostoli anch'essi, l'opera pure così importante della madre cristiana sarà resa vana o effimera, e noi non arriveremo mai a stabilire il regno sociale di Gesù Cristo.

Ora in questa parrocchia, in questo sobborgo, in quest'ospedale, in quest'officina, non c'è nulla da fare per ridurre gli uomini ad essere profondamente cristiani ».

Confessando cosi la nostra incapacità, non ci diamo forse quasi sempre un certificato di insufficienza di quella vita interiore che sola ci farebbe conoscere i mezzi per impedire che tanti uomini sfuggano all'azione della Chiesa?

Alle fatiche di una preparazione intensa di prediche capaci di destare la convinzione, l'amore e profonde risoluzioni in cervelli e cuori di uomini, non preferiamo forse il facile trionfo oratorio con i giovani e con le donne?

Soltanto la vita interiore ci potrebbe sostenere nelle fatiche della semina, umili e aspre e in apparenza per molto tempo infruttifere; essa soltanto ci farebbe comprendere la potenza di azione che ci darebbe il lavoro della preghiera e della penitenza, e come il nostro progresso nell'imitazione di tutte le virtù di Gesù Cristo moltiplicherebbe l'efficacia del nostro apostolato sugli uomini.

Ero così sorpreso di quanto mi si diceva intorno a un circolo militare di una gran città della Normandia, che stentavo a credere a così meravigliosi risultati.

Come mai, per esempio, i soldati venivano al circolo assai più numerosi quando vi era una lunga serata di adorazione, per riparare alle bestemmie e ai disordini della caserma, che non quando si faceva un concerto musicale o una rappresentazione in teatro?

Ma dovetti cedere all'evidenza, e cessò anche lo stupore quando mi fu descritto fino a che punto l'Assistente ecclesiastico comprendeva il santo Tabernacolo, e quali apostoli aveva saputo formare vicino a questo.

Dopo tale esempio, che cosa dovremmo pensare di certi apostoli per i quali il cinematografo, il palcoscenico, l'acrobatismo formano quasi il programma di un quinto vangelo per la conversione dei popoli?

L'uso di tali mezzi, in mancanza di altri, per attirare i giovani o per allontanarli dal male, otterrà certamente un risultato, ma per lo più quanto limitato ed effimero!

Dio mi liberi dal raffreddare lo zelo dei cari confratelli che non possono concepire nè adottare un altro metodo e intravvedono già ( come provai io pure da giovane sacerdote inesperto ) i loro oratori deserti, se consacrano un tempo più breve a preparare quelle ricreazioni moderne che sono ai loro occhi condizione sine qua non della riuscita.

Mi limito dunque a metterli in guardia contro il pericolo di dare una parte troppo larga a quei mezzi e auguro loro la grazia di capire la tesi del canonico Timon-David del quale già ho riferito una conversazione.

Un giorno ( avevo allora appena due anni di sacerdozio ) quel prete venerando era obbligato, alla fine della conversazione, a dirmi molto fraternamente, ma non senza un po' di pietà: « Non potestis portare modo; soltanto più tardi, quando sarete più avanti nella vita interiore, mi comprenderete meglio.

Oggi, tutto ben considerato, non potete fare a meno di adoperare tali mezzi: adoperateli dunque tranquillamente, in mancanza di altri.

Per me, io tengo benissimo i miei giovani operai e impiegati e ne attiro dei nuovi, benché da noi non ci sia quasi altro che quei giochi antichi e sempre nuovi i quali, mentre non costano nulla, riposano l'anima con la loro stessa semplicità.

Guardate, soggiunse poi argutamente, vi feci vedere sul solaio gli strumenti musicali che io pure da principio consideravo come indispensabili; ecco che viene appunto verso di noi la nostra fanfara di oggi: voi ne giudicherete ».

Poco dopo infatti sfilava dinanzi a noi una squadra di quaranta o cinquanta ragazzi dai dodici ai diciassette anni.

Che fracasso!

Chi si sarebbe potuto trattenere dal ridere alla vista di quella schiera strana che lo sguardo sereno del vecchio canonico fissava con soddisfazione?

« Osservate, mi disse, colui che cammina all'indietro alla testa della squadra e che agita la sua bacchetta come un direttore d'orchestra e poi la porta comicamente alle labbra a guisa di clarino: è un sottufficiale in licenza, uno dei nostri migliori zelatori.

Per quanto può, fa la comunione quotidiana, ma soprattutto non tralascia mai la sua mezz'ora di meditazione.

Straordinario nel tenere allegri gli altri; questo angelo di pietà si sforza con tutto il suo ingegno perché i giuochi dei mezzani non languiscano; meraviglioso nel trovare i mezzi per il suo scopo, tiene vivo l'entusiasmo di questi giovanetti; ma al suo occhio di aiutante e al suo cuore di apostolo non sfugge nulla ».

Non potevo trattenere le risa dinanzi a quel gruppo di musici che eseguivano le canzonette più comuni: Un canard déployant ses ailes; As-tu vu la casquette ecc.

Al segnale del capobanda si cambiava ritornello; ciascuno degli esecutori simulava uno strumento: gli uni con le mani allargate davanti alla bocca, altri con un foglio di carta che vibrava tra le labbra, alcuni pochi con uno zufolo; ma nella prima fila dei musici v'era un trombone a pompa e una grancassa: il primo fatto con due bastoni all'uno dei quali la mano dava un movimento regolare in su e in giù; la seconda era una vecchia latta da petrolio!

I visi raggianti di tutti quei giovanetti mostravano tutto il loro entusiasmo per quel gioco.

« Andiamo dietro alla fanfara », mi disse il canonico.

Infondo del viale vi era una statua della Madonna.

« In ginocchio, amici - comandò il capobanda - un'Ave maris stella alla nostra buona Madre e poi una posta del Rosario ».

Quel piccolo mondo restò prima un minuto in silenzio, poi cominciò a rispondere alle Ave Maria con la stessa divozione che se fosse stato in cappella.

Quei piccoli Meridionali, quasi tutti con gli occhi bassi, veri folletti pochi minuti prima, si erano improvvisamente trasformati in angeli di Fra Angelico!

« Non dimenticate, mi disse la mia guida, che questo è il termometro dell'istituzione: trattenere con divertimenti semplici e allegri i nostri giovani anche di più di vent'anni; ottenere che desiderino di ripigliare qui, nelle loro ore di preghiera e di ricreazione, un'anima da fanciullo; arrivare soprattutto a far pregare, ma pregare davvero, anche in mezzo al gioco: tutti i nostri zelatori mirano a questo ».

La banda si rialzò per nuovi saggi artistici che echeggiarono nell'ampio cortile.

Un momento dopo si giocava animatamente alla barra.

Avevo notato che il sottufficiale, alzandosi dopo l'Ave maris stella, aveva sussurrato alcune parole all'orecchio di due o tre i quali subito, allegramente e come obbedendo a un'usanza praticata da tutti, andarono a deporre il camiciotto da ricreazione e in ordine si diressero alla cappella per passarvi un quarto d'ora presso il Divino Prigioniero.

« La nostra ambizione, soggiunse allora il canonico Timon-David con profonda convinzione, la nostra ambizione deve mirare alla formazione degli zelatori nei quali l'amore di Dio sia abbastanza intenso perchè, quando avranno lasciato l'istituto e abbiano fondato una famiglia rimangano apostoli premurosi di comunicare al maggior numero di anime gli ardori della loro carità.

Se il nostro apostolato, continuava il santo sacerdote, mirasse soltanto a formare buoni cristiani, come sarebbe limitato il nostro ideale!

Noi dobbiamo creare legioni di apostoli affinchè quella cellula fondamentale della società, che è la famiglia, diventi essa pure un centro di apostolato.

Ora soltanto una vita di sacrificio e d'intimità con Gesù, ci darà la forza e il segreto di svolgere integralmente tale programma; soltanto a questa condizione la nostra azione sarà potente nella società, e si adempirà la parola del Maestro: Ignem veni mittere in terram et quid volo nisi ut accendatur? ».194

Solamente molto più tardi, purtroppo, sono riuscito a comprendere il valore delle lezioni viventi del canonico, così profondo nella sua psicologia e nella sua tattica, e sotto lo sguardo di Dio, per il quale i trionfi apparenti non contano nulla, a confrontare i risultati dei diversi mezzi adoperati.

Questi mezzi, secondo che sono semplici come il Vangelo o complessi come tutto ciò che è troppo umano, possono servire a valutare un'istituzione e quelli che ne sono l'anima.

Contro Golia avevano combattuto invano i forti d'Israele bene armati, e il giovine Davide va contro di lui con una fionda, un bastone e cinque pietre del torrente: l'adolescente non chiedeva di più; ma quel suo: In nomine Domini exercituum195 era già di un'anima capace di arrivare alla santità.

Oggi si parla molto dei doposcuola laici; ma essi potranno pure avere a loro disposizione somme enormi stanziate ufficialmente dallo Stato, magnifici locali ecc.; i doposcuola della Chiesa, nonostante la loro povertà, non ne dovranno temere la concorrenza, se sono fondati sulla vita interiore e con l'attrattiva di ciò che più di tutto piace al giovane, cioè con il loro ideale, attireranno la parte migliore della gioventù.

Terminerò con un ultimo esempio il quale ci servirà a farci conoscere l'uomo di azione il quale sembra trascinare le anime al Signore fino al punto di farne degli apostoli, ma che in realtà desta soltanto entusiasmi nati dalla simpatia naturale per la sua persona e dall'azione magnetica che egli esercita intorno a sè.

I giovani, felici di trattare con una pia persona che li incanta, orgogliosi nel vedere che si occupa di loro, formano intorno a lui come una corte e accettano a gara, ma soprattutto per fargli piacere, le pratiche anche più penose che sembrano il riflesso di una vera divozione.

Una Congregazione di ottime Suore catechiste era diretta da un Religioso di cui fu scritta ultimamente la vita.

Quest'uomo di vita interiore disse un giorno a una Superiora locale: « Madre, sarei di parere che la Suora X … lasci almeno per un anno d'insegnare il catechismo.

- Ma padre, come si fa? è la migliore insegnante: i fanciulli accorrono da tutti i sobborghi della città, attratti dai suoi modi meravigliosi.

Il toglierla dal catechismo equivale a far disertare quasi tutti quei fanciulli.

- Io ho assistito dalla tribuna al suo catechismo, rispose il Padre; essa veramente incanta i fanciulli, ma in maniera troppo umana.

Dopo un anno di un secondo noviziato, formata meglio alla vita interiore, essa santificherà l'anima sua e le anime dei fanciulli col suo zelo e col buon uso del suo ingegno; ma attualmente, senza saperlo, essa è un ostacolo all'azione diretta del Signore su quelle anime che si stanno preparando alla prima comunione.

Vedo, Madre, che la mia insistenza vi rattrista; ebbene, accetterò una transazione: conosco Suor N … anima di vita interiore, ma d'ingegno limitato; domandate alla vostra Superiora Generale, che ve la mandi per qualche tempo.

La prima verrà a incominciare per un quarto d'ora il catechismo, tanto per calmare il vostro timore di diserzione, poi a poco a poco si ritirerà del tutto.

Vedrete allora che i fanciulli pregheranno meglio e canteranno più devotamente.

Il loro raccoglimento e la loro docilità avranno un carattere più soprannaturale: questo sarà il termometro ».

Quindici giorni dopo, e la Superiora potè constatarlo, Suor N … faceva da sola il catechismo, eppure il numero dei fanciulli andava crescendo.

Era proprio Gesù che insegnava il catechismo, per mezzo di lei; col suo sguardo, con la sua modestia, con la sua dolcezza, con la sua bontà, con la sua maniera di fare il segno di croce, con il suo tono di voce, essa esprimeva Gesù Cristo.

Suor X … aveva potuto spiegare con ingegno e rendere piacevole ciò che vi era di più arido, ma Suor N … faceva di più.

Certamente essa non trascurava nulla per prepararsi alle spiegazioni e per esporle con chiarezza, ma il suo segreto e quello che dominava nel suo cuore era l'unzione: e appunto con questa unzione le anime si trovano veramente a contatto con Gesù.

Ai catechismi di Suor N … vi era assai meno di quelle esplosione rumorose, di quegli sguardi attoniti, di quel fascino che avrebbe potuto destare egualmente la conferenza assai interessante di un esploratore o il racconto commovente di una battaglia.

Vi era invece un'atmosfera di attenzione raccolta: quei fanciulli stanno nella sala del catechismo come in chiesa; nessun mezzo umano per impedire la dissipazione o la noia.

Qual è dunque l'influenza misteriosa che domina quell'uditorio?

Non ne dubito: è quella di Gesù che si esercita direttamente.

Infatti un'anima di vita interiore, che spieghi il catechismo, è un'arpa che suona al tocco del divino Artista, e nessun'arte umana, per quanto meravigliosa, è paragonabile all'azione di Gesù.

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194 Sono venuto a portare il fuoco sulla terra, e che altro voglio se non che si accenda? ( Lc 12,49 )
195 Io vengo a te nel nome del Dio degli eserciti ( 1 Sam 17,45 )