Maria Marta Chambon la vita

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Grazie particolari

« Potens est autem Deus omnem gratiam abundare facere in vobis.

Dio ha il potere di colmarvi di ogni sorta di benefici ». ( 2 Cor 9,8 ).

I. Viste straordinarie

È forse dal suo amore per N. Signore che Suor M. Marta attingeva un supplemento di lumi?

Noi troviamo in lei delle cognizioni, che non si potrebbero spiegare naturalmente.

Il Signore pare averle concesso di leggere nell'avvenire.

Diversi esempi ne abbiamo già visti su queste pagine, aggiungeremo qui altri fatti.

Al tempo delle grandi traversie di Sua Santità Pio IX, specialmente dal 1866 al 1870 Suor M. Marta, senza essere al corrente degli avvenimenti, li viveva, si può dire, col cuore vicino al Tabernacolo.

Il giorno stesso della battaglia di Montana, ella apprese il successo delle truppe pontificie « al quale, diceva Gesù, avevano contribuito le invocazioni alle Sante Piaghe »: essa ne fece parte alla sua Superiora, che ne ebbe in seguito conferma al parlatorio.

Quanto al Concilio Vaticano, abbiamo già notato che lo seguiva per così dire da lontano.1

La morte di Pio IX le venne annunziata fin dal 15 gennaio 1878, da una visione misteriosa, di cui allora essa non capì il senso.

« Una gran processione di santi Pontefici venuta dal Cielo vi ritornava, conducendo al celeste soggiorno un Santo che indossava una veste d'oro di meraviglioso splendore.

Quest'ultimo, restò tuttavia alla porta del Paradiso, mentre gli altri Pontefici dicevano alla nostra Sorella: « Noi lo lasciamo ancora, ma ben presto sarà dei nostri ».

Dopo di che disparvero nella gloria.

« Ogni giorno essa aveva la stessa visione e siccome viveva in timore che Dio chiamasse a sé il nostro Confessore Can. Bouvier allora ammalato, s'immaginò che questo fosse l'annunzio della sua morte ».

« Il 29 gennaio comprese che ben presto il glorioso drappello dei Pontefici tornerebbe a prendere il loro Amico.

« Infine il 9 febbraio, durante la « Via Crucis » fatta per il nostro Santo Padre Pio IX, l'anima dell'augusto Defunto comparve ricolma di gloria alla nostra Sorella che riconobbe allora Colui che Iddio le aveva fatto vedere in veste d'oro alla porta del Paradiso.

Egli era andato diritto al Cielo per i meriti delle Sante Piaghe di Gesù » ( Manoscritto ).

Per ciò che concerne la Francia, Suor M. Marta vide in anticipo la guerra del 1870: « Io voglio fare struggere il mondo - le disse tra le altre cose il Signore - nel mese di maggio.

La Superiora, non comprendendo questa parola, si era dispensata di notarla.

Qualche settimana dopo, Nostro Signore tornò alla carica: « Questa parola non è stata scritta e Io voglio che lo sia ».

Poi, nel mese di agosto ne spiegava chiaramente il significato.

Fin dal 21 gennaio 1871, Suor M. Marta apprendeva gli orrori della Comune: « Vi saranno dei massacri di preti e religiosi …

Io non permetterò che questo accada nel tuo paese ( la Savoia ) ».

Quanto alla storia intima della Comunità, essa fornisce gran numero di queste viste sorprendenti: previsioni o predizioni.

La Superiora e la Direttrice di Suor M. Marta le constatavano con una meraviglia facile a comprendersi.

La nostra Sorella sembrava pure « leggere, talvolta, nelle coscienze ».

« Noi credevamo distinguere in un'anima tre punti ai quali doveva applicarsi.

Ne segnalammo due, non osando ancora attaccare il terzo.

La mattina dopo, la nostra cara Privilegiata venne con umiltà a farci notare questa astensione: « Mia Madre, Nostro Signore dice che nell'anima della mia Sorella N. …, vi sono tre punti ai quali bisogna che essa si applichi ».

« Io restai stupefatta, conclude la Superiora ». ( Manoscritto ).

La nostra cara Sorella portava qualche volta a Nostra Madre - da parte del buon Maestro, diceva essa - un consiglio concernente le disposizioni interne e i bisogni spirituali di qualcuna tra noi.

E quando la Superiora utilizzava questi consigli, riceveva invariabilmente una risposta simile a questa: « È proprio vero, mia Madre, ciò che V. C. mi dice! Pare che il Signore vi faccia leggere nell'anima mia ».

Qualche volta ancora, era l'anima della Superiora stessa che diveniva, per Suor M. Marta, trasparente come un cristallo: « Mia Madre, il nostro buon Maestro mi ha detto di pregare per Lei che si trova oggi nella tal disposizione ».

Ovvero: « Mia Madre, V. C. e impressionata della tale e tale cosa … Nostro Signore non ne è contento » …

E sempre, ciò che ci diceva la nostra diletta Sorella era perfettamente esatto.

Non avendo comunicato a nessuno le mie interne disposizioni era obbligata a riconoscere che Dio stesso le aveva rivelate alla nostra figlia!

E questo accadde buon numero di volte ». ( Manoscritto ).

La Serva di Dio leggeva ancora per certe cose, nel libro dell'avvenire.

Le nostre Madri furono così avvertite generalmente della morte più o meno prossima delle nostre Sorelle.

Era questo allora il segreto delle Superiore.

I loro manoscritti ce lo hanno svelato dipoi.

Un mese avanti la morte della nostra Sorella Maria Giustina Gojon ( morta il 9 dicembre 1866 ) N. Signore avvertì Suor M. Marta che aveva intenzione di chiamarla a Sé: « Chiedimi - le disse - che Io non entri in giudizio con quest'anima ».

Poi, le mostrò nei minimi particolari una circostanza in cui la nostra Sorella, essendo Economa, aveva mostrato un po' di durezza per il prossimo.

Erano venticinque anni che la cosa era accaduta e sola, in Monastero, la nostra O. Sorella Maria Alessia Blanc, conosceva l'andamento di questo fatto.

Suor M. Marta indicò l'anno, nominò le persone ecc. a gran meraviglia della sua Maestra.

Essa soffrì molto i giorni che precedettero la morte di Suor Maria Giustina.

Per consolare la sua piccola Sposa, il Divin Maestro le mostrò allora quest'anima che saliva al Cielo tutta purificata e gloriosa.

Poco dopo, la Defunta venne essa medesima a ringraziare la nostra Privilegiata delle preghiere e dei patimenti sopportati a sua intenzione.

Dopo d'allora, non solamente Suor M. Marta era avvertita dell'avvicinarsi della morte, ma il suo sguardo interiore seguiva al di là della tomba le care defunte.

Fu cosi, anche per uno dei più cari membri della sua doppia famiglia spirituale e naturale: la sua propria Sorella Marietta, divenuta in religione Suor Maria Clandina.

Inclinata dapprima alla frivolezza, pur conservando la propria anima candida e pura, questa cara Sorella minore andava debitrice a Suor M. Marta della sua vocazione religiosa.2

Intelligente, dotala di solido criterio e di tutte le qualità convenienti alla sua condizione, come pure di una non comune destrezza, essa si rese utilissima nei diversi impieghi ove fu posta dall'obbedienza.

Ma la Comunità fondava specialmente le sue speranze sulle virtù che le vedeva praticare ogni giorno.

Una notte del settembre 1870 la Serva di Dio era, secondo il solito, davanti al SS. Sacramento. Nostro Signore le svelò che doveva ben presto chiamare a Sé la nostra cara giovane Sorella M. Claudina che non toccava ancora i due anni di Professione e i venticinque di età.

Essa la vide vestita di bianco, stesa, senza moto, sull'altare, come una vittima … ma raggiante di bellezza.

Gli Spiriti Beati la circondavano contemplandola e Gesù disse: « Ora non morirà più! ».

Suor M. Marta comprese che le incombeva di terminare la corona di sua Sorella e di vestirla per le nozze eterne. Essa pregò e soffrì molto.

Nel corso dell'ottobre, un'imprudenza cagionata da spirito di sacrificio forse eccessivo, procurò la malattia di cui Suor M. Claudina non doveva più guarire.

Il 17 maggio 1871, essa riceveva gli ultimi Sacramenti.

Il 20, dopo mezzogiorno, una voce del Cielo avvertì Suor M. Marta, che l'ora della separazione stava per suonare: « Con i grandi patimenti che hai sofferto nell'anima e nel corpo, tu hai compiuto la sua corona e pagato il suo debito ».

A queste parole essa provò una gran pace interna.

Verso le quattro essa depose un fiore ai piedi della Vergine SS. nel suo piccolo oratorio: « Mia buona Madre, vi offro questo fiore per mia Sorella M. Claudina.

Io vengo a prenderla, rispose la Madonna ».

La nostra Sorella salì prontamente all'infermeria, ove vide la Vergine Immacolata, china sulla moribonda, insieme alla nostra compianta Madre Maria Paolina Deglapigny.

Alla fine del Mattutino, circondata dalle sue Madri del Cielo e da quelle della terra, sotto gli sguardi di santa invidia della sua diletta Sorella, la cara agonizzante se ne volava al Cielo.

La sua immediata ammissione nell'eterna Beatitudine, fu mostrata a Suor M. Marta mentre era già inginocchiata alla porta del Coro per la sua santa veglia: « Io vi ringrazio Sorella mia! …

Se la mia corona è cosi bella, io lo debbo in gran parte a voi ».

La vista della felicità di quest'anima riaccese nella nostra Sorella il desiderio della morte e del Paradiso; e struggendosi in lagrime scongiurava la Sorella a ottenerle di poterla presto raggiungere.

« Toccava a me a partir la prima, poiché io sono la maggiore

La vostra corona sarà più bella della mia, perché voi salvate le anime per mezzo delle Sante Piaghe di Gesù …

Voi dovete lavorare ancora per voi e me …

Quando il vostro « compito » sarà finito, io verrò a prendervi ».

Suor M. Marta la rivide sovente, sempre adorna di una bellezza senza pari: « Io sono Sposa e seguo ovunque l'Agnello » diceva con voce incantevole l'anima beata di questa cara Sorella minore.

Lo stesso accadde per Suor M. Anastasia Jay ( 1880 )

Una voce del Cielo avvertì Suor M. Marta: « … Una Sorella cadrà ammalata di consunzione e non guarirà ».

Suor M. Anastasia, colpita dal male, vi soccombé il 15 ottobre seguente.

Una settimana avanti la sua morte, e precisamente il giorno della sepoltura di Mons. Pichenot ( di cui questa Sorella fu la prima novizia e figlioccia ), il venerando Defunto comparendo alla nostra Privilegiata le disse: « Tu soffrirai otto giorni per Suor M. Anastasia.

Tulle le preghiere fatte per la sua guarigione sono servite per la sua santificazione … i tuoi patimenti serviranno per il suo Purgatorio …

Otto giorni sono pochi … essa entrerà nella tomba alla stessa ora mia ».

Otto giorni dopo i funerali di Sua Eccellenza, alla stessa ora noi accompagnavamo la nostra giovane Sorella al luogo del suo ultimo riposo.

E così per buon numero di altre! cosicché le nostre Madri successive, avevano preso l'abitudine d'interrogare l'umile Conversa quando una Sorella si trovava agli estremi: « Sarà forse oggi? … »

La nostra Sorella rispondeva con semplicità. Giammai essa si sbagliò.

Eppure le sue occupazioni la tenevano lontana dalle Sorelle moribonde e non le permettevano di seguire i progressi del male.

Quando il Signore stava per chiamare a Sé una delle nostre educande era ben raro che la « buona Suor M. Marta » non ne fosse avvertita.

Interrogata da una delle sue confidenti, la nostra rimpianta Madre Giovanna Marianna Spinella, ( che fu per lungo tempo Direttrice emerita, e molto amata, dell'educandato ), dava questa risposta: « Tutte le volte che le ho manifestato i miei timori a riguardo di una allieva malata.

Suor M. Marta mi ha detto quale sarebbe l'esito della malattia, e mai si è sbagliata ».

I lumi soprannaturali della nostra cara Sorella si estendevano ai membri della sua famiglia.

Nel 1880 la morte del suo fratello minore le fu annunciata in modo sorprendente.

Le pareva che si stesse preparando uno splendido banchetto di nozze, al quale prendevano parte un gran numero di invitati.

Il Padrone di casa distribuiva un pane di perfetta bianchezza e di sapore squisito.

« Sulla terra non si fanno nozze simili a queste » le disse, e la invitò a preparare essa medesima le porzioni.

Pochi giorni dopo, Suor M. Marta ebbe notizia della morte di suo fratello e l'anima benedetta le comparve subito: « Ero io l'invitato alle nozze delle quali dovevi fare i preparativi, con le tue preghiere e sofferenze.

Tuttavia la mia vita fu tutta conforme ai dettami della santità: sono stato buono a riguardo del prossimo, sono stato dolce, paziente, ho compiuto i miei doveri di cristiano e non ho avuto affetto ai beni della terra …

Il mio compito è finito, e sono andato diritto in Cielo … quanto a te, bisogna che tu soffra ancora e che tu adempia fino all'ultimo la Volontà di Dio: Tu sei scelta dall'Alto per compiere dei disegni ignorati ».

L'anno seguente fu la volta di suo Padre.

La nostra Sorella lo sapeva ammalalo e ne chiedeva a Dio la guarigione, se tale era la Divina Volontà.

« Lascialo venire, è il momento » le disse una voce intima che pareva quella dei suoi fratelli e Sorella del Paradiso: quando anche ti dicessero che sta meglio, non lo credere ».

Il 2 gennaio 1882 dopo la Santa Comunione essa sentì la voce stessa di suo Padre: « Tu non mi vedrai più fresco, colorito e ben portante! … il mio corpo è in questo momento pallido e ghiaccio ».

Mentre essa stava in dubbio se fosse veramente la voce di suo Padre, fu suonato alla porta.

« È per le … vengono ad annunziarti la mia morte » riprese la voce.

Era proprio per lei: il suo fratello maggiore la chiedeva per comunicarle la triste notizia.

Suor M. Marta ne provò un dolore inesprimibile, scrive la sua Superiora, dolore ben presto confortato, però, poiché l'anima del caro Defunto le disse: « Io sono felice.

Io sono carico dei meriti e delle ricchezze delle Sante Piaghe di Gesù! … »

Sempre le Sante Piaghe! È il pegno di salvezza che N. Signore aveva da gran tempo offerto alla Sua Serva dicendole: « Un'anima religiosa che muore senza avere ottenuto l'eterna salvezza di tutti i suoi parenti, non ha adempiuto il suo compito ».

Dopo la morte delle antiche Madri che furono le depositarie dei suoi segreti, benché sempre silenziosa e immersa ognor più nella vita nascosta.

Suor M. Marta, di tratto in tratto, si avvicinava rispettosamente alla Superiora, dicendole ciò che N. Signore le aveva imposto, senza dubbio, di manifestarle.

Essa si ritirava di poi, senza aggiunger altro e senza preoccuparsi se avevano o no prestato attenzione alle sue parole.

Nei momenti in cui la prudenza consigliava che ci assicurassimo un rifugio sulla terra d'esilio, facemmo, dapprima, ricorso alla cordiale carità dei nostri Monasteri d'Italia.

La Visitazione di Torino doveva ricevere un certo numero delle nostre Sorelle.

Il 24 febbraio 1903 Suor M. Marta avvicinando la N. O. Madre Giovanna Maria Anna, con aria afflitta e preoccupata le disse: « Mia Madre è accaduto qualche cosa di grave dal lato di Torino! … ».

Orbene, il giorno dopo si riceveva il telegramma con l'annunzio della morte della nostra O. Madre Teresa Angelica Crotti di Castiglione e, poco dopo, la notizia che, per diversi motivi indipendenti dalla loro buona volontà, le nostre care Sorelle non potevano più offrirci l'ospitalità promessa …

Bisognava cercare altrove un nido di rifugio.

Qualche anno dopo, su proposte presentate dal di fuori, una decisione importante doveva esser presa.

La cosa era ignorata completamente dalla Comunità, avendone la Superiora parlato soltanto in consiglio.

L'affare era stato trattato la mattina.

Quale non fu la sorpresa della N. O. Madre quando, al momento di uscire dal refettorio vide Suor Maria-Marta avvicinarsele e dirle molto umilmente: « Mia Madre, ha detto N. Signore che non bisogna far questo » e più umilmente ancora ritirarsi lesta lesta al proprio posto!

Gesù continuava così a vegliare con amore su di noi e a istruire la sua Sposa fedele delle sue Volontà a nostro riguardo … e noi non lo sapevamo! …

Quante volte, dopo la sua morte, sentimmo le nostre Superiore rimpiangere di non aver interrogato più spesso la prediletta del Signore!

Ma entrava nei disegni di Dio di tenerla nascosta secondo la promessa che le aveva fatto.3

II. Estasi

Si conoscono ormai le consolazioni spirituali e le intime gioie di Suor M. Marta.

Si sono lette le pagine commoventi ove si avvicendano le visite di Gesù Bambino, i richiami di Gesù Crocifisso, i trattenimenti con Dio Padre, gl'incoraggiamenti della SS. Vergine e dei Santi.

Questi favori lasciavano ordinariamente la felice Conversa padrona di sé e libera di disimpegnare le occupazioni del suo impiego, che essa compiva con gli occhi interiormente fissi sulla celeste visione.

Ma le accadeva ancora di trovarsi come interamente assorbita in Dio e privata dell'uso dei sensi esterni: era l'irresistibile attrazione Divina e, può darsi, l'estasi.

Il più sovente ciò era cagionato dall'apparizione di N. Signore in uno stato straordinario di gloria.

La nostra Sorella, vide essa realmente il Divin Maestro con gli occhi corporali?

« Ci avevano proibito d'interrogarla in proposito - dice una delle sue compagne - ma un giorno non mi potei trattenere dal chiederle: « Mia Sorella M. Marta, V. C. vede N. Signore, non e vero? …

No, non Lo vedo, ma è come se Lo vedessi - mi ha risposto ».

Sembra tuttavia, che qualche volta anche con gli occhi del corpo abbia visto la Santa Umanità di Gesù.

Nelle sue relazioni si trovano espressioni come queste che denolano una differenza: « Io vidi con gli occhi dell'anima », ovvero, molto raramente: « Questa volta L'ho visto con gli occhi del corpo ».

Checché ne sia di ciò, le nostre Madri hanno notato molti casi assai sorprendenti di « sospensione dei sensi ».

Quelle tra noi che ne furono testimoni ne serbano un ricordo preciso che ravviva, dando ai fatti un nuovo significato, la pubblicazione delle note manoscritte.

« Il 22 aprile 1871 dallo spuntar del giorno la nostra cara Figlia si è trovata fortemente attirata a Dio.

Essa vedeva N. Signore e quando venne il momento della S. Comunione, si sentì chiamare da Lui: « Vieni presto, mia Sposa »

Queste parole l'infiammarono di amore …

La mattina trascorse nell'unione più intima e più sensibile.

Durante il capitolo di questo giorno, dopo aver dette le sue colpe, essa perdette l'uso dei sensi e s'accasciò.

Dopo due ore ritornò in sé, come persona che si sveglia da profondo sonno.

« Interrogata da noi, ci rispose in poche parole che aveva visto N. Signore con le Sue Piaghe gloriose …

« Oh! quando sarà che le vedremo in Paradiso! »

E rivolgendosi alla nostra O.ma Madre: « Io non posso più reggermi in piedi … mi mancano le forze per sostenere la vista del mio dolce Signore.

Egli si china verso di me e mi guarda con sì grande amore! ».

Tuttavia il Salvatore le rese le forze sufficienti per sostener la Divina presenza di cui continuò a godere mentre riprendeva le sue abituali occupazioni.

« Il 20 giugno del medesimo anno, la Comunità, riunita a pie della Cappella dedicata al Sacro Cuore, faceva la novena preparatoria alla festa.

N. Signore comparve di nuovo alla sua umile Serva con le Piaghe raggianti di tanta gloria, che essa perdé tosto i sensi e cadde a terra.

Si dovette trasportarla sul suo letto.

Aveva il viso colorito e una espressione celestiale: pareva godere di un benefico riposo.

Diverse Sorelle, credendola ammalata, vennero a visitarla e la trovarono nello stato che abbiamo descritto.

Essa restò così più di quarantotto ore, senza dar segno di conoscenza: si destò poi senza rendersi conto della durata del suo sonno, e benché assai debole tornò alle sue occupazioni, senza aver preso ne cibo ne bevanda ».

Benché Suor M. Marta perdesse in tali casi la cognizione di ciò che la circondava, non cadeva però abitualmente in deliquio come nel fatto sopra accennato … ma restava, per il solito, immobile in ginocchio ai piedi del Santissimo per delle ore e per delle notti intere.

Un giorno di festa, avendo delle occupazioni di premura, pregò una Sorella di sostituirla nell'adorazione del SS. Sacramento; ma N. Signore non lo permise: « Io non soffrirò - le disse - che un'altra venga qui a tenere il tuo posto ».

Arrendendosi subito all'invito, Suor M. Marta si umiliò profondamente, poi Gli enumerò tutte le raccomandazioni che aveva da confidargli: i bisogni della S.ta Chiesa; quelli della Comunità … la raccolta … ecc.

« Ora - le disse Gesù - ho sentito tutto, vieni a riposarti vicino a Me.

E all'istante la nostra Sorella si trovò perduta in Dio, restando in ginocchio senza movimento durante un'ora.

Essa era ancora così nei banchi delle educande, quando queste entrarono in Coro per la predica: « Dimenticate forse, che non è permesso lo stare in mezzo al Coro quando la Comunità vi entra per un esercizio? - le disse allora la Sorella Sacrestana - Ecco le educande! ».

Suor M. Marta, sempre immersa in Dio, si ritirò al suo posto.

Una scossa ricevuta da una Sorella che passava vicino a lei, la fece ritornare alle cose di quaggiù.

« Essa aveva - diceva in seguito - un si gran bisogno di restarsene col suo Gesù! »

Dopo questa grazia essa stentò molto a riprendere il suo lavoro materiale.

« Il 2 luglio 1882 la nostra umile Sorella restò in Coro in estasi dalle cinque alle sette pomeridiane, e non si accorse né della Predica, né della Benedizione del SS. Sacramento e nemmeno dell'uscita della Comunità e dell'educandato ».

Una domenica del Settembre 1887 Gesù Bambino, avendole mostrato un lembo del Cielo, i Vespri terminarono senza che la fortunata Veggente tornasse sulla terra.

Siccome doveva portare la Croce alla processione, le nostre Sorelle Converse la scossero a più riprese perché riprendesse i sensi.

Ma essa era ancora si assorta in Dio, che non poteva camminare e si sentiva priva di forze.

Volle dunque consegnare la croce a una delle sue compagne.

Ma Gesù Bambino vi si oppose: « Sarà forse detto, Sposa mia, che tu mi faccia portar da un'altra, dopo le grazie che ti ho or ora concesso? - Ah! Signore! … datemi la forza ».

Subito le forze ritornarono ed essa, senza fatica, poté compiere la Bua consolante funzione.

Alla ricreazione seguente, le nostre Sorelle le fecero molte interrogazioni: « Ma come fate dunque per perdervi così? … che cosa vedete? … ecc. »

Fu una piccola guerra che riempì di confusione la povera Sorella.

Non vogliamo moltiplicare le citazioni. Ma simili cose si rinnovavano di frequente.

Come già abbiamo potuto constatare nel corso di questo racconto.

Oh! quante ore la nostra Sorella passò così, con le mani giunte, gli occhi chiusi senza tossire, nemmeno nelle forti infreddature, senza muoversi, come se fosse morta!

Talvolta, nelle vacanze dell'educandato, o in tempo dei Ritiri, la si trovava in Coro all'una dopo mezzogiorno, col velo ancora abbassato4 continuando il ringraziamento della Santa Comunione … ovvero si trovava così la mattina di Natale essendo stata rinchiusa là dentro dopo la Messa di mezzanotte.5

Diverse volte la nostra compianta Madre Giovanna Francesco Breton, avvicinandola, prese tra le proprie mani quelle della felice estatica « Le sue mani - diceva essa - avevano un non so che di immateriale.

Il loro contatto imponeva il rispetto e commoveva l'anima penetrandola di una profonda impressione di soprannaturale.

Era come un contatto dell'altra vita ».

Due delle nostre Sorelle, non sapendo cosa dirsi di queste lunghe stazioni, vollero rinnovare la prova a cui fu sottoposta la Veggente di Lourdes.

Un giorno, avendo trovato Suor M. Marta in estasi nella tribuna delle inferme, si permisero d'avvicinarle un cero acceso alle sue mani giunte, fino a bruciarla.

Essa non diede il minimo segno di dolore.

Un'altra Sorella le piantò assai profondamente una spilla nelle dita; Suor M. Marta restò ugualmente insensibile.

Solo la parola « Obbedienza » richiamava ai sensi la nostra Sorella.

Essa sembrava allora ritornare da lontano, si alzava un po' vacillante e poi andava a fare con docilità quanto le veniva comandato.

La sua aiutante spirituale le domandava durante un trattenimento: « Mia Sorella, come va che il piccolo Gesù vi tiene qualche volta tutta la mattina in Coro, mentre altre volte vi lascia andar via? »

« Ebbene - le rispose - vedete, mia Sorella, quando non ho nulla da fare, allora non so come avvenga, ma mi lascio cadere …

E allora non si vede più niente, il tempo non esiste più … siamo insieme… siamo felici! … »

A un'altra Sorella che l'interrogava sul segreto di queste lunghe fermate in Coro, Suor M. Marta un giorno rispose: « Mia Sorella, io dormo ».

Era infatti il sonno mistico della Sposa.

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1 Cap. XXV
2 Sul punto della Professione della cara Suor M. Marta, Marietta, al colmo della commozione, aveva supplicato la Sorella di ottenerle, sotto il panno mortuario, la grazia di dividere un giorno con lei, la stessa felicità di cui era testimone.
Essa fu esaudita appieno, poiché d'allora in poi la sua pietà fu più assidua, non cessando d'aspirare al dono totale di se stessa a N. Signore.
Alla Visitazione si conserva la tradizione che le preghiere della felice Professa coperta del panno mortuario - simbolo della separazione dal mondo e da se stessa - hanno una efficacia speciale
3 È uso delle Religiose di abbassare il velo per la Santa Comunione e non si rialza che al secondo Vangelo della S. Messa
4 La nostra O.ma Madre Giovanna Maria Anna Spinella confessava che parecchie volte, sul punto d'interrogare la nostra Venerata Sorella Deposta Maria Alessia riguardo Suor M. Marta, si sentiva ritenuta da una certa riserva, che non sapeva spiegarsi
5 La Sorella incaricata di chiudere il Coro, era stata avvisata di non preoccuparsi della presenza di Suor M. Marta: era convenuto