Maria Marta Chambon la vita

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Desiderio del Cielo

« Stantes erant pedes nostri in antriis tuis, Jerusalem »

« I nostri piedi sono fermi nel tuo tempio, o Gerusalemme! ».

( Sal 122 ).

Ed ora è verso il Cielo, che dietro la chiamata di Gesù, noi stiamo per innalzare gli sguardi dell'anima nostra, insieme a Suor M. Marta.

L'anima della Serva di Dio viveva ormai più in Cielo che in terra: la sua fede glielo rendeva quasi visibile; la speranza e l'amore infiammavano i suoi desideri.

Ecco perché, attraverso i dolori o le gioie, tra la santificazione personale o l'apostolato nascosto, questa vita si trova costantemente e totalmente orientata verso il Cielo.

Andare in Paradiso, aprendolo alle anime per mezzo delle Sante Piaghe: ecco tutto il suo programma.

Sotto questo aspetto si è veduta fino ad ora Suor M. Marta e la vedremo ancora meglio se esaminiamo più accuratamente certe pagine dei Manoscritti.

Vi troviamo infatti, come dettati da N. Signore, dei pensieri ammirabili di bellezza e di forza sull'Eternità.

Noi vi assistiamo a specie di visioni sull'al di là glorioso.

Vi notiamo l'assetato desiderio della Patria celeste e già una comunione anticipata della felicità degli eletti.

« La terra è un nulla, Figlia mia, - diceva Gesù alla sua Sposa - la terra tutta intera e un puro nulla … guarda il Cielo!

Solo il Cielo è degno dei tuoi desideri ! …

« Ricordati della tua dimora e non dimenticare che tu appartieni alla grande famiglia del Paradiso.

Devi fissar continuamente gli sguardi nel tuo nulla; e il tuo cuore, in Cielo ».

Illuminando la sua Serva sui fini ultimi, Egli la commosse un giorno con lo spettacolo della separazione dell'anima dal corpo: « L'anima ritorna a Dio che è il suo principio, il corpo ritorna pure al suo principio, cioè alla terra.

Questo corpo non diverrà glorioso alla resurrezione generale che in virtù dei meriti della Santa Umanità di N. Signore Gesù Cristo.

Allora Io lo risusciterò con la mia Onnipotenza e le anime saranno felici di condividere la loro beatitudine con gl'inseparabili compagni della vostra povera vita terrestre …

« Voi festeggiate troppo poco il giorno della vostra morte!

È questo il giorno in cui raccogliete ciò che avete seminato ».

Suor M. Marta poté pregustare talvolta questa celeste felicità?

Le fu forse concesso d'intravederne gli splendori?

I Manoscritti l'affermano ripetutamente: « Allora - scrive la sua Superiora - essa è compresa di meraviglia alla vista di tanta bellezza! … alla vista dei beni immensi che formano il retaggio degli Eletti.

Essa partecipa, in certo modo, al loro gaudio … la sua anima gusta veramente qualche particella delle gioie del Paradiso!

Essa ne è ricolma, ma non ha che il silenzio di fronte a tante meraviglie; solo la sua aria raggiante parla per lei e tradisce questo indicibile godimento che nulla, sulla terra, saprebbe esprimere ».

Leggiamo ancora nei Manoscritti, che il 27 febbraio 1873 Gesù Crocifisso le si mostrò nella sua gloria, circondato da anime verginali, che designava alla sua Sposa chiamandole a nome.

Poi la nostra felice Privilegiata scorse « il piedestallo del trono di Maria » circondato da una moltitudine di Vergini.

Non fu permesso in tal giorno ai suoi occhi mortali di salire più in alto, e nemmeno di scorgere i Piedi dell'Immacolata Regina.

I suoi sguardi si arrestarono alla base del trono « Ma questo piedestallo era già qualche cosa di sì bello, di sì trasparente, di sì splendido » che essa non sapeva trovare un termine di paragone e tutto le sembrava oscuro davanti a tanto candore.

È qui il momento di ricordare che le notti di adorazione di Suor M. Marta, si passavano qualche volta tutte intere in visioni ed elevazioni di questo genere: « Allora - essa diceva - non posso pregare, ma solamente contemplare e godere ».

Suor M. Marta non ha sempre l'impressione che il suo spirito sia trasportato a tali sublimi altezze; talvolta le sembra che il Cielo discenda sulla terra.

Talora Gesù si presenta solo: come le stelle si eclissano alla presenza del sole, così gli Eletti spariscono per far posto al loro Re, che conversa famigliarmente con la sua Diletta.

Altra volta Egli appare circondato dalla sua corte.

Così, « il 4 aprile 1869, fu per la nostra Figlia un giorno di delizie - nota il Manoscritto. - Gesù venne a visitarla con un corteggio di Santi, tra i quali essa distinse con i Santi Fondatori della Visitazione; San Bernardo, Santa Chiara, ecc…

Ciascuno le diceva il proprio nome e Suor M. Marta parlava con loro semplicemente, come una bambina ».

Gli Eletti mantengono con coloro che essi proteggono dei rapporti intimi e commoventi, specialmente nel giorno della loro festa.

Fu così che il 4 ottobre 1867 S. Francesco d'Assisi, comparendole in gloria « come una copia vivente di N. Signore », la incoraggiava a contemplare in se medesima le Piaghe del suo Sposo Crocifisso.

Quanto alle Visitandine del Cielo, già sappiamo che essa godeva spesso delle loro conversazioni.

Le Religiose della nostra Comunità, che avevano goduto i frutti della devozione alle SS. Piaghe e delle immolazioni della loro umile Sorella, si compiacevano di farla partecipe della loro felicità: « Avevo scelto Gesù per unico oggetto della mia dilezione, diceva una di esse.

È Lui che mi ha dato la perfezione, è Lui che mi ha formalo la corona ».

Gesù « corona » delle Vergini - Gesù « corona » di tutti i Santi, dopo essere stato sulla terra « oggetto della loro dilezione »: ecco in riassunto la realtà intravista che tante volte gettò Suor M. Marta nell'estasi.

Si concepisce dunque che, simile a cervo assetato, essa fu sempre più sitibonda del Cielo!

La nostra Santa Sorella Margherita Maria Alacoque, dichiarava un giorno alla sua piccola emula della terra: « Il vostro martirio, per tutta la vostra vita, sarà il timore di essere ingannata, e la vista del Cielo di cui siete sì spesso favorita.

Queste due cose vi faranno scurire più di tutto quaggiù! ».

Ciò fu profondamente vero! … Timore d'essere illusa; qual pena crudele!

Intravedere il Cielo e restare quaggiù; quale, martirio!

Quanto la nostra Sorella ne deve aver sofferto!

« Il tuo patimento sarà di essere obbligata il occuparti delle cose della terra », le diceva dal canto suo lo Sposo Divino.

E non fu meno vero … Quando questa cara anima ridiscendeva dal Cielo, le pesava molto ritornare alle occupazioni materiali, sì grande era il desiderio dei colli eterni!

« Cosa ci guadagnate, mio buon Gesù, sospirava essa, a lasciarmi vivere ancora? »

Ovvero: « Mio buon Maestro, prendetemi ».

A queste suppliche Gesù rispondeva: « Figliuola mia, tu devi rimanere ancora.

Io vado a prepararti il posto.

« Ho ancora molte cose da rivelarti …

Quando tutto sarà compiuto in te, Io ti prenderò … il male che ti condurrà alla morte sortirà dalle mie Piaghe ».

… E Suor M. Marta attendeva rassegnata, nell'adempimento quotidiano della sua « Missione » il beneplacito di Dio.

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