Imitazione di Cristo

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La considerazione dell'umana miseria

Capitolo 22

1- Tu sei miserabile in qualunque luogo ti trovi e dovunque ti volga, se non ti rivolgi a Dio.

Perché ti crucci se le cose non avvengono come tu vuoi o desideri?

Chi ha tutto conforme al proprio volere?

Né io, né tu, né alcun uomo sulla terra.

Nessun uomo al mondo, sia anche re o papa, è immune da qualche angoscia e tribolazione.

Chi sta meglio? Senza dubbio chi sa soffrire qualche cosa per amore di Dio.

2 - Gli basta il poco

Nella loro debolezza e scarsità di luce molti dicono: Ecco come se la passa bene costui

Come è ricco, come è grande, come è potente, in alta condizione sociale!

Ma se consideri i beni celesti, vedrai che tutte queste cose temporali non valgono nulla, sono molto malsicure e opprimenti, perché non si posseggono mai senza preoccupazione e timore.

La felicità dell'uomo non consiste nell'avere gran copia di beni temporali; gli basta il poco.

« L'uomo ha la vita breve, ma di dolori ne ha a sazietà! » ( Gb 14,1 ).

Quanto più un uomo vuole essere spirituale, tanto più gli è amara la vita presente; perché allora fa migliore esperienza e più chiaramente intuisce le deficienze della corrotta natura umana.

Difatti mangiare, bere, vegliare, dormire, riposarsi, lavorare e sottostare alle altre necessità fisiche è veramente una grande miseria e afflizione per l'uomo pio, il quale volentieri vorrebbe sentirsi sganciato da questi legami e libero da ogni peccato.

3 - Se potessero vivere sempre

L'uomo interiore, in verità, si sente in questo mondo molto oppresso dalle esigenze corporali.

Perciò il profeta devotamente pregava di essere soccorso, per tenersi lontano da ogni colpa che ne potesse derivare, dicendo: « Dalle mie angustie. Signore, liberami tu! » ( Sal 25,17 ).

Guai a coloro che non conoscono la propria miseria e ancor più guai a coloro che amano questa miserabile e corruttibile vita.

Perché alcuni vi si attaccano tanto che, pur ricavando dal lavoro o dalla questua appena il puro necessario, se potessero vivere sempre quaggiù, non si prenderebbero nessun pensiero del regno di Dio.

4 - Ne hai ancora il tempo

O insensati e mutevoli di cuore, così sommersi nelle cose terrestri!

« Quelli che vivono secondo la carne desiderano ciò che è carnale » ( Rm 8,5 ).

Ma i miserabili alla fine della vita sentiranno, per loro sventura, quanto era vile e insignificante ciò che tanto amarono.

I santi di Dio, invece, e tutti i devoti amici di Cristo hanno disprezzato i piaceri della carne e ciò che era in auge nel tempo, mentre tutta la loro speranza e ogni loro intenzione erano un anelito ai beni eterni.

Ogni loro desiderio si innalzava alle cose durature e invisibili, perché dall'amore di quelle visibili non fossero trascinati nelle infime bassure.

Non rinunciare, fratello, alla fiducia di progredire nella vita spirituale; né hai ancora il tempo e l'ora.

5 - Se non ti farai violenza

Perché vuoi differire al domani l'attuazione del tuo proposito?

Su, incomincia subito e di' a te stesso: Ora è il tempo di agire, ora è il tempo di combattere, ora è il tempo opportuno di emendarmi.

Quando stai male e sei tribolato, allora è il tempo di meritare.

« Noi passammo per il fuoco e per l'acqua, poi ci hai fatto riprendere respiro » ( Sal 66,12 ).

Se non ti farai violenza, non supererai alcun vizio.

Finché portiamo questo fragile corpo, non possiamo essere senza peccato, non possiamo vivere senza tedio e senza dolori.

Ci piacerebbe vivere in un riposo immune da ogni miseria, ma col peccato originale abbiamo perduto l'innocenza e insieme anche la vera beatitudine.

Bisogna intanto avere pazienza e aspettare la misericordia di Dio finché non passi la presente iniquità e « ciò che è mortale sia assorbito dalla vita » ( 2 Cor 5,4 ).

6 - Sempre, incline al vizio

Quant'è grande la fragilità dell'uomo sempre incline al vizio!

Oggi confessi i tuoi peccati e domani ricadi di nuovo nei peccati che hai confessato.

Oggi prometti di stare guardingo e un'ora dopo torni a diportarti come se non avessi fatto alcun proponimento.

Abbiamo dunque ben ragione di umiliarci e di avere una bassa stima di noi, perché siamo molto deboli e instabili.

Possiamo, anzi, perdere in un momento per negligenza ciò che, dopo molti sforzi e con la divina grazia, eravamo riusciti ad acquistare.

7 - Che sarà di noi?

Che sarà di noi alla sera, se siamo così tiepidi al mattino?

Guai a noi se vogliamo adagiarci nell'inazione, quasi fossimo già nella pace e nella sicurezza, mentre non ancora appare nella nostra vita un segno di vera santità.

Avremmo davvero bisogno di essere di nuovo ammaestrati, come se fossimo al principio della conversione e formati a ottimi costumi, con la speranza, se mai, di qualche riparazione per l'avvenire e di un più ardimentoso progresso nella vita spirituale.

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