Imitazione di Cristo

Indice

Non si deve credere a tutti

Capitolo 45

1 - Il discepolo

« Aiutaci, Signore, nell'oppressione; vano è il soccorso dell'uomo » ( Sal 60,13 ).

Quanto spesso non ho trovato lealtà là dove credevo che vi fosse!

Quante volte invece la trovai dove meno la presumevo!

È dunque vana la speranza che si pone negli uomini, ma la salute dei giusti è in te, Dio.

Sii benedetto. Signore, Dio mio, in tutte le cose che ci avvengono.

Noi siamo deboli e instabili, presto ci inganniamo e mutiamo.

2 - Tu non abbandoni chi spera in te

Chi è l'uomo che sa guardarsi in tutto con tanta cautela e circospezione da non cadere talvolta in qualche delusione e perplessità?

Ma chi confida in te, Signore, e ti cerca con semplice cuore, non vacilla facilmente.

E se avrà qualche tribolazione, in qualunque modo vi sia impigliato, al più presto per opera tua sarà tratto fuori o da te consolato, perché tu non abbandoni chi sino alla fine spera in te.

È raro l'amico fidato che si mantenga tale in tutte le sventure dell'amico.

Tu, Signore, tu solo sei fedelissimo in tutto, e all'infuori di te non vi è altri che sia tale.

3 - A chi crederò?

Oh, quanto bene lo comprese quella santa anima che disse: « La mia anima è stabilita e radicata in Cristo » ( S. Agata ).

Se fossi così sicuro di me, non tanto facilmente mi turberebbe il timore umano, né le frecce delle parole mi muoverebbero.

Chi basta a tutto prevedere, chi a tutelarsi da tutti i mali avvenire?

Se le cose previste spesso ci addolorano, come non feriranno gravemente quelle improvvise?

Perché, misero, non ho provveduto meglio ai casi miei?

Perché con tanta leggerezza ho creduto agli altri?

Ma siamo uomini, nient'altro che fragili uomini, anche se molti ci stimano e ci chiamano angeli.

A chi mai crederò. Signore, se non a te?

Tu sei la verità che non inganna né può essere ingannata.

Al contrario « ogni uomo è bugiardo » ( Sal 116,11 ), debole, instabile, facile a cadere soprattutto nelle parole; perciò a stento gli si può subito prestar fede, anche se nelle sue parole sembra vi sia apparenza di vero!

4 - Ho imparato a mie spese

Quanto saggiamente tu ci hai ammoniti di guardarci dagli uomini, affermando che « ciascuno tende insidie al fratello » ( Mi 7,6 ) e che non si dovrebbe credere a chi dicesse: « Eccolo qui, eccolo là » ( Mt 24,23 ).

Ho imparato a mie spese, e almeno fosse per mia più avveduta cautela e non per mia maggiore stoltezza.

« Sii prudente, mi dice uno, sii prudente, tieni per te solo quanto ti dico ».

Ora, mentre io sto zitto e credo che la cosa sia segreta, egli stesso non sa mantenere il silenzio che mi aveva chiesto, ma a un tratto tradisce sé e me e se ne va.

Da cotesto genere di ciarloni e di indiscreti proteggimi, Signore, perché non cada nelle loro mani, né anch'io faccia come loro.

Da alle mie labbra una parola sincera e sicura e tieni da me lontana ogni astuzia di lingua.

Con ogni mezzo debbo evitare tutto quello che non posso soffrire negli altri.

5 - È cosa buona

Quanto è cosa buona e fonte di pace saper tacere sul conto degli altri e non prestar fede a tutti indifferentemente; non essere facili a riportare quello che si è udito; aprire l'animo con pochi; cercare sempre te, Signore, che vedi nei cuori; non rigirarsi a ogni vento di parole, ma desiderare che tutto si compia dentro e fuori di noi secondo che piace alla tua volontà!

Quale mezzo sicuro per conservare la grazia celeste è il fuggire le umane apparenze e non bramare quello che al di fuori suole destare ammirazione, ma con tutta premura occuparsi di ciò che purifica e favorisce il fervore della propria vita.

Quanto nocque a molti la loro virtù risaputa e troppo presto lodata!

Quanto invece fu di giovamento la grazia custodita dal silenzio in questa fragile esistenza che giustamente si dice tutta una tentazione e un combattimento.

Indice