Imitazione di Cristo

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Non sono degno di consolazione

Capitolo 52

1 - Il discepolo

Signore, io non sono degno della tua consolazione ne di alcuna tua visita spirituale, e pertanto tu sei giusto con me quando mi lasci povero e desolato.

Se anche versassi un mare di lacrime, ancora non sarei degno della tua consolazione.

Io non merito se non di essere flagellato e punito, perché gravemente e sovente ti ho offeso e ho peccato assai in molte cose.

Dunque, a vera ragion veduta, non sono degno del minimo conforto.

Ma tu, Dio clemente e misericordioso, che non lasci perire le tue opere, per mostrare la ricchezza della tua bontà verso di noi « vasi di misericordia » ( Rm 9,23 ) anche all'infuori di ogni merito personale, ti compiaci di consolare il tuo servo oltre ogni misura umana.

Le tue consolazioni non somigliano ai vani discorsi degli uomini.

2 - È vero e non posso negarlo

Che cosa ho fatto, Signore, perché tu mi concedessi qualche consolazione celeste?

Io ricordo di non aver fatto nulla di bene, ma di essere sempre stato propenso al vizio e pigro nel correggermi.

È vero e non posso negarlo.

Se dicessi altrimenti, tu staresti in testimonio contro di me e non vi sarebbe chi prendesse le mie difese.

Che cosa ho meritato coi miei peccati se non l'inferno e il fuoco inestinguibile?

Confesso che sono degno di ogni umiliazione e di ogni disprezzo, e non sono degno di essere annoverato fra i tuoi devoti.

E benché mi vergogni a dirlo, tuttavia mi accuserò dei miei peccati, affinché più facilmente meriti di ottenere la tua misericordia.

3 - Ho peccato

Che cosa dirò, io colpevole e pieno di ogni confusione?

Non ho voce se non per dire questa sola parola: Ho peccato. Signore, ho peccato; abbi pietà di me, perdonami!

« Lascia che un poco io sfoghi il mio dolore col pianto, prima che parta per non tornare verso la regione delle tenebre e dell'ombra densa » ( Gb 10,20-21 ).

Che altro cerchi tu dal reo e misero peccatore, se non che sia pentito e si umilii per le sue colpe?

Dalla vera contrizione e dalla umiliazione nasce la speranza del perdono, si acquieta « la coscienza turbata » ( Sap 17,10 ), si ricupera la grazia perduta, l'uomo si tutela dall'ira futura; e Dio e l'anima penitente si corrono incontro per scambiarsi il bacio santo.

4 - L'unguento gradito

L'umile contrizione dei peccati. Signore, è per te un sacrificio gradito: al tuo cospetto ha una fragranza assai più soave del profumo dell'incenso.

Essa è pure l'unguento accetto che hai voluto fosse versato sui tuoi sacri piedi, perché tu non hai mai disprezzato un cuore contrito e umiliato.

Essa è il luogo del rifugio dalla faccia irata del nemico.

In essa si emenda e si deterge tutto quello che altrove l'anima, macchiandosi, ha commesso.

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