La Scala del Paradiso

Indice

Grado II

Di non avere affetto a niuna cosa viziosamente

Quegli che in verità ama il nostro Signore Gesù Cristo, portandolo nel cuore e nel corpo suo, e quegli che in verità cerca di participare lo regno del Cielo, e quegli che in verità à dolore de' peccati e dell'offese sue, e quegli che in verità possiede memoria del giudicio e delli tormenti eternali, e quegli che in verità porta in cuore la memoria della morte sua, questi da indi innanzi non amerà più, nè si curerà, nè si solliciterà non di pecunia, non di possessioni, non di parenti, non d'amici, non dell'onore di questa vita, non di niuna cosa terrena; ma tutto il suo affetto e la inclinazione e la sollecitudine di queste cose rimuoverà da sè e avralle in odio, ed ancora la carne sua; e così ignudo d'ogni cosa sanza niuna dubitazione, sanza pigrizia seguiterà Cristo, e sempre avrà la 'ntenzione a cielo, e da cielo chiamerà il suo aiuto, secondo che disse il santo profeta a Dio: L'anima mia si accosta a te; e secondo l'altro profeta, cioè Jeremia, che disse: Signore, a me non fu fatica di seguitare te, pastore, e non desiderai consolazioni nè riposo umano.

Grandissima confusione è a coloro, che lasciano tutte le cose di sopra dopo la vocazione, a la quale gli à chiamati Iddio e non uomo, e sollicitarsi e curarsi più di neuna altra cosa, la quale non sia utile nell'ora della nostra necessità, cioè della morte; chè questo è quello, che disse il Signore nel Vangelio: Rivolgersi a dietro è non esser atto al regno del cielo.

Lo Signore conoscendo che il viaggio di quelli, che cominciano ad andare per la via spirituale, è molto sdrucciolente, e che dimorando e conversando cogli secolari, leggiermente ricaggiono nel mondo, così disse a quel giovane, che domandò licenzia di ritornare a seppellire suo padre: Lascia li morti seppellire gli morti loro.

Le demonia, poi che siamo usciti dal mondo, ci fanno vedere che li secolari sieno beati in ciò, che fanno l'opere della misericordia e della compassione, e che noi siamo miseri a rispetto di loro, però che siamo privati di tutte le virtudi loro.

Ma la intenzione de' nimici nostri si è per questa adulterina e falsa umilità o riducerci al mondo, o rimanendo monaci, farci cadere in desperazione.

Lo disprezzamento de' mondani e di coloro che vivono secolarescamente, si può fare in due modi: l'uno modo si è per arroganzia e per nostra propia reputazione; l'altro modo si è, stando noi di lungi da essi, dispregiare lo stato loro per acquistare a noi la speranza, e fuggire la disperazione.

Udiamo quello che 'l nostro Signore Gesù Cristo disse a quel giovane, che avea adoperate quasi tutte le comandamenta di Dio, quando disse: Una cosa ai meno: se vuogli esser perfetto, va e vendi tutte le tue cose, e dalle ai poveri e fatti povero.

Anche a confermazione del cuor nostro, attendiamo come il nostro Signore Gesù Cristo tutti quelli che vivono e conversano mondanamente, gli giudicò per morti, quando disse a quel giovane: Lascia li morti soppellire li morti loro.

E non è vero che 'l Signore dicesse quello, perchè gli fosse mestiere di vendere le cose sue per ricevere il battesimo; ben dee bastare ad avere certezza della perfezione dello stato nostro queste parole di Gesù Cristo.

Quelli che vivono nel mondo, e colle vigilie e co' digiuni e colle fatiche e con mal patire affriggono sè medesimi, e vogliono andare a vita monastica, quasi ad esaminazione e probazione della bontà verace, guardino che quello primo modo di vivere nol seguitino più, perciò ch'è pigro e corrotto a rispetto della vita monastica, sì per le laude e sì per la vanagloria che riceve la vita secolaresca, sì per uso della propia volontà, sì per le tempestadi e turbazioni che à, sì per l'uso e la propietà delle cose.

Io vidi alcune piante di virtudi piantate da quelli che stavano nel mondo, le quali erano irrigate del limo lotoso de' condotti, cioè della vana gloria, e quasi fossero sarchiate, così ramificavano per la veduta delle genti, ed erano letaminate dalle laude; ed essendo questi passati alla solitudine, ove non era chi vedesse e laudasse queste loro piante, cioè l'opere virtuose, incontanente furono secche, imperò che le piante usate all'acque non ànno natura di fruttificare ne' luoghi sanza acqua.

Quegli che à in odio il mondo, è liberato dalla tristizia mondana; ma chi è inchinato nell'amore d'alcuna cosa visibile, questi non può essere liberato dalla tristizia.

Ma come potrà essere che non si contristi, quando sarà privato delle cose ch'elli amava?

In tutte le cose che ci possono avvenire ovvero occorrere, sì n'è mestiere d'avere molto attendimento, e spezialmente in questo, che io vidi molti che stando nel mondo, per le molte sollicitudini e vigilie di questa vita erano liberati dalla tentazione della carne, ed essendo venuti a vita monastica, essendo in molta tranquillità, furono sozzati miserabilmente da' movimenti della carne; la qual cosa adiviene per la negligenzia e per la iniverenzia e per la ingratitudine e per la propia reputazione e per la inobedienzia.

Attendiamo a noi medesimi, che noi non siamo ingannati in questo, che dicendo e credendo noi andare per la via stretta ed angosciosa che mena alla vita, non andiamo errando per la via ampia e spaziosa, la quale mena alla morte.

La via stretta è questa, patire fame, stare in vegghiare tutta notte in orazione, bere acqua a misura e mangiare poco pane, ricevere il beveraggio delle vergogne e de' vituperii, il quale purga l'anima, patire in pace le dirisioni e beffe e lo mozzamento delle propie volontadi, sofferire le persecuzioni e le oppressioni; quando se' disprezzato, non mormorare; patire le violenti ingiurie; quando se' offeso, sostenere fortemente; quando se' straziato e detto male di te, non indegnarti; quando se' disprezzato e tenuto vile, non adirarti; quando se' iudicato, umiliarti.

Beati coloro che vanno per questa via, però che loro è il regno del cielo.

Niuno entra nel regno del cielo dinanzi allo sposo portando corona, se non dopo 'l primo e secondo e terzo rinunziamento: il primo si è di tutte le cose e fatti del secolo e del mondo e dell'uomini e de' parenti; lo secondo si è del propio senno e della propia volontà; lo terzo si è della vanagloria, che conseguita alli sopradetti renunziamenti.

Disse il Signore per lo profeta alli servi suoi: Uscite del mezzo della gente perversa, e non vi contaminate col mondo della immundizia; chè quale di loro fu che facesse le meraviglie giamai?

Quale di loro suscitò li morti?

Qual cacciò le demonia?

Neuno, imperò che queste sono le corone e le dignitadi, che Dio dà alli santi e perfetti monaci dispregiatori del mondo.

Quando le demonia dopo il rinunziamento del mondo ci fanno bollire il cuore, infocandolo per la memoria de' parenti e della propia contrada, a quell'ora conviene che noi ci armiamo colla orazione, infocando noi medesimi per la memoria del fuoco eternale, per ispengere quel mal fuoco che consuma l'anime.

Qualunque persona si pensa e credesi esser inchinato ad amore d'alcuna cosa sanza vizio, ed essendo privato di quella cosa, il suo cuore se ne contrista, questo perfettamente inganna sè medesimo.

Qualunque giovani persone sono fortemente inchinati alle concupiscenzie ed alli amori carnali o alle delizie della gola, e vogliono andare a vita monastica, debbono con ogni sollicitudine ed attenzione esercitare sè medesimi sotto le fatiche, e dolori ed ogni austerità, astenendosi da tutte le dilizie e da ogni malignità, acciò che non siano fatti peggiori poi nel monasterio, che non erano in prima, cioè nel secolo, e 'l porto della salute sì non sia ad essi accrescimento di pericoli; la qual cosa conoscono quelli che navicano il mare intellettuale, cioè quelli che ànno discernimento della vita spirituale.

Ed è questa cosa molto miserabile, vedere la gente scampata del pelago essere annegata nel porto.

Questo è il secondo grado della Scala: o tu che corri, fuggi, seguitando Lotto e non la moglie.

Indice