La storia della Chiesa

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V. L'influsso dell'oriente

1. Nessuna delle civiltà finora menzionate come fattori influenti sulla nuova religione esisteva allora in forma pura.

L'intero mondo della tarda antichità era profondamente orientalizzato.

L'elemento orientale penetrò sempre più nell'ellenismo nel corso del primo e del secondo secolo della nostra èra; esso ne assunse - senza alcun potere esteriore - la guida spirituale.

Questo sviluppo divenne rilevante per il Cristianesimo specialmente per il fatto che questo movimento era essenzialmente di carattere religioso: « il tempo della Roma imperiale appartiene alle grandi epoche storiche della storia universale » ( H. E. Stier ).

È da considerarsi come fattore positivo che una religione proveniente dall'Oriente potesse perlomeno essere oggetto di interesse generale.

Anche il più forte rivale del primo Cristianesimo, il culto di Mitra, ha le sue origini in Oriente.

Similmente una delle eresie più pericolose, con le quali la giovane Chiesa si dovette cimentare, la dottrina di Mani, proviene da antiche forme religiose persiane.12

2. Di conseguenza nell'enucleazione delle forze fondamentali, che accompagnano il farsi del Cristianesimo nel suo periodo di fondazione, sono da includere anche le caratteristiche essenziali dell'elemento orientale.

La sua importanza cresce ancora se si pensa che le città nelle quali dapprima sorsero le scuole di catechesi, che ebbero un influsso determinante sulla formazione della dottrina, Alessandria e Antiochia, entrambe sorgono su suolo completamente ellenistico, e che Bisanzio, posta direttamente al confine con l'Asia Minore, è soggetta più a influssi orientali che non greci.

Di questo stato di cose neppure la supremazia di Roma cambia molto.

Era così aperta alla corrente dell'Oriente, che la sua lingua, di fatto, era soltanto una fra le molte, non diversa dal celtico e dall'iberico.

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12 Questi influssi orientali si differenziano fortemente dall'elemento greco; non sono determinati dal pensiero, ma dal sentimento e dalla fantasia. Cfr. al proposito anche l'eresia di Taziano ( § 16,3b ).