La storia della Chiesa

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IV. Paolo VI

Frattanto in questo tempo che brucia così velocemente, la Chiesa si è, in modo notevole, mostrata all'altezza del suo compito. In un mondo di rivolgimenti, sotto il successore del defunto Giovanni XXIII, papa Paolo VI ( Giovanni Battista Montini, già prosegretario di Stato di Pio XII, poi arcivescovo di Milano ), essa sembra diventare, in misura ancora maggiore, una Chiesa del balzo in avanti e una Chiesa del dialogo non solo con le chiese cristiane non cattolico-romane, ma anche con Israele, con l'Islam e, in certo qual modo, con tutto il mondo.

Per il dialogo con i cristiani evangelici, l'allocuzione di pieno orientamento cristocentrico, tenuta dal papa all'apertura della seconda sessione del Vaticano II, ha costituito un evento denso di promesse e addirittura entusiasmante.

Al termine della seconda sessione, il 4 dicembre 1963, fu promulgata la Costituzione sulla Liturgia.

Essa è in tal misura dominata dallo spirito e dalla lettera della Scrittura, tiene conto così profondamente della sublimità della parola nel sacramento e accanto ad esso, rende possibile, in una dimensione tanto vasta, la realizzazione del sacerdozio universale di tutti i fedeli, che tutte le comunità cristiane vi si possono sentire chiamate come a casa loro.

E proprio nel momento in cui questo libro sta per venire alla luce, papa Paolo VI ritorna da un viaggio memorabile per tutti i tempi: come primo papa, dopo Pietro, egli è tornato nei luoghi della Terra Santa, i luoghi della nascita, della vita, della passione, della morte di Gesù Cristo e della sua risurrezione.

È stato un pellegrinaggio compiuto nella preghiera e nel riconoscimento delle proprie colpe.

È stato in parte l'adempimento dell'annuncio di Giovanni XXIII: la Chiesa ritorna alle sue origini ( v. sopra, cap. III ).

I discorsi del papa a Nazareth, ma specialmente il 6 gennaio 1964 - l'Epifania è il Natale degli ortodossi - nella chiesa della Natività a Betlemme, sono stati di straordinaria importanza.

Si può ben dire che qui il messaggio del Signore è stato annunciato per bocca del pontefice, come un'offerta di puro servizio.

Il papa ha parlato della riunificazione dei cristiani, come nessun altro papa finora aveva fatto.

Era un linguaggio nuovo: « Il passo da compiere è prevenuto dal nostro affetto …

Ci asterremo dal chiedere atti che non fossero liberi e convinti, mossi cioè dallo Spirito del Signore, il quale spira quando e dove vuole …

Chiederemo ora soltanto ai carissimi fratelli separati ciò che a Noi stessi proponiamo: sia l'amore a Cristo e alla Chiesa ad ispirare ogni gesto eventuale di avvicinamento e di colloquio ».

Il fatto che in questi giorni il supremo capo religioso439 della chiesa ortodossa, sua santità il patriarca Atenagora e il papa abbiano avuto due commoventi incontri e abbiano recitato insieme prima il Pater e poi la preghiera sacerdotale di Gesù, il fatto che tutto il mondo li abbia visti attraverso il video strettamente uniti, come fratelli, dopo tanti secoli di scissione e di scomunica, pronti soltanto all'amore, al perdono e alla comprensione reciproca, potrebbe ben fare di quest'incontro ( come avviamento alla riunificazione della Chiesa cattolico-romana con le chiese ortodosse ) un momento propizio della Chiesa.

Forse abbiamo assistito all'inizio di una nuova epoca della storia della Chiesa, sopra la quale sta la parola di Betlemme, che il papa inserì, piena di riferimenti, nella sua allocuzione al popolo israelita a Megiddo: Shalom! Shalom! Pace! Pace!

Anche qui costruiamo sulla speranza.

L'intera storia della Chiesa offre un solo indice di piena sicurezza, per l'interpretazione del futuro; le vie di Dio sono sempre piene di significato, ma anche, anzi soprattutto, sempre misteriose e oscure: il Dio che si rivela è tuttavia il deus ignotus ( in san Tommaso d'Aquino come in Lutero ).

E la Chiesa rimarrà sempre anche « il segno di contraddizione » ( Lc 2,34 ).

Ne segue che la storia della Chiesa è un'esposizione della nostra defezione, quale campo d'azione per la forza di Dio che, nonostante tutto, rinnoverà ogni cosa.

C'è un solo atteggiamento, che ci permette di intravedere attraverso il mistero della storia, il suo significato, che spesso ci appare un lungo agonizzare, all'unisono con l'agonia del Signore; esso è espresso dalla preghiera che Gesù insegnò agli Apostoli e che noi, nell'attesa del suo ritorno, dobbiamo sempre ripetere: SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ!

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439 Il termine preso nel senso blando, possibile soltanto nelle chiese orientali. V. sopra, § 122, I, 4 h.