Diario di Cesone

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13 gennaio 1928

Vita religiosa ( 191 - 192 )

Adunanza

É scusata l'assenza del Cat. Luserna.

Fr. Teodoreto spiega:

La bellezza della vita religiosa non è visibile all'occhio profano, la sente solo l'uomo giusto per mezzo della vita di fede.

Ricorda il catechista Cotti Giulliano, che speriamo di avere protettore in Cielo, data la sua morte edificantissima, e accenna al fatto che i suoi famigliari hanno già ottenute grazie singolarissime per la sua intercessione.

"Ha - continua nell'argomento della vita religiosa il Fr. Teodoreto - la vita non è bella se non è santa".

L'uomo religioso vero è santo perché la sua vita è una continua abnegazione alle ricchezze, ai piaceri, a se medesimo.

L'uomo religioso è un uomo santo e felice.

Anche la Sacra Scrittura ricorda questa felicità con le parole: "Quanto sono belli i tuoi tabernacoli" e in altro punto paragone l'anima del religioso ad "orti irrigui" e a "cedri vicini alle acque".

Il religioso è santo se è uomo di abnegazione.

I più grandi santi sono usciti dai monasteri e la loro generazione non sarà estinta finché si vedono uomini a far divorzio dal mondo.

Gesù pure vuole che siate piccoli, ma che si sente nel vostro piccolo la grazia di Dio.

Il religioso è anche l'uomo felice.

É un enigma per noi il fatto che la rinuncia di tutto porti alla felicità.

La religione è quella che concilia le più grandi distanze: la libertà dello spirito e l'obbedienza, l'attività e la contemplazione, l'iralità e la fatica, l'abnegazione di tutto e la felicità.

Tutto abbandona e tutto avrai.

Unica felicità vara e perfetta.

Nessuno dei beni materiali è vero bene.

Il religioso spinge i suoi aneliti al Padrone dell'universo e guadagna il centuplo di quel che rinuncia.

Le stesse croci sono beatitudini per chi ama G. C.

Anche voi dovete far dei sacrifici, conclude il carissimo Fr. Teodoreto, più ancora di quelli che lasciano una volta tanto il mondo, perché lo abbandonate tutti i giorni.

Staccatevi ancora dalla vostra volontà col chiedere i permessi voluti.

Eviteremo il peccato e le sue conseguenze.

Esso fa perdere l'intelletto, mentre chi ha la grazia vece chiaro, vive meglio.

Dobbiamo quindi evitare la colpa a qualunque costo, perché il peccato degrada, ci porta lo scoraggiamento.

Essa è giustizia.

Il profeta richiesto dal re Davide chi fosse l'ingiusto che aveva rubato la pecorina al povero, rispose: "Sei tu".

Perché Iddio finora non ci ha fulminati: Per il Crocifisso.

Quando c'è venuto il fulmine nel giardino ( c'era stato nella notte un furioso temporale che aveva schiantato anche le piante della Casa della Pace in cui ci trovavamo ) chi ci ha liberati?

É stato Lui.

Tutte le creature sono portate a ribellarsi al peccatore.

Meditare e vedere la profondità del detto: "Oggi in figura, domani in sepoltura".

Prego dunque e non cado.

Ci vuol fede viva, perciò ravviviamo la fede.

Il mondo è pieno di guai, perché nessuno riflette.

2° Conferenza del Fr. Teodoreto

La fede ci fa vedere G. C. nei nostri Superiori.

"Chi ascolta voi ascolta me".

Colla fede vediamo e viviamo in un altro mondo.

Ci fa vedere la ricchezza per quel che vale, affinché ce ne serviamo senza abusarne.

La santità è di tutti e consiste nel non far peccati mortali e nell'evitare i veniali.

Il peccato ottenebra la mente.

Come lo misura Dio il peccato:

Consideriamo la punizione degli angeli, che furono trasformati in mostri.

Lo S. S. dice: "Io vedevo Satana precipitare dal Cielo come folgore".

Vediamo il castigo di Adamo ed Eva che per il peccao perdettero nell'intelligenza la scienza infusa, nel corpo furono sottomessi alla morte.

Le guerre sulla bilancia di Dio sono cose da non paragonarsi al peccato.

La ribellione delle passioni, i cattivi costumi dobbiamo misurarli su questa bilancia di Dio.

Diamo uno sguardo al peccato sotto questo aspetto.

Se poi vogliamo avere un'idea più precisa del peccato prendiamola dal Crocifisso.

Il Crocifisso deve regnare nei nostri cuori.

Quando si pensa che l'Eterno Padre ha posto tutte le sue compiacenze in Gesù e poi lo crocifigge per il peccato, che cosa dobbiamo dedurre?

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