Diario di Cesone

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3 marzo 1930

Casa di Carità

Si prospetta la questione della convenienza o meno di fare una società autonoma a cui intestare la Casa di Carità, oppure continuare le pratiche con la Soc, immobiliare Subalpina della Curia di Torino.

Motivi favorevoli alla Società autonoma:

a) l'indirizzo di indipendenza dato da Gesù all'Unione raccomandando di scegliere i Predicatori un pò a destra e un pò a sinistra per non legarsi a nessuno;

b) la disposizione che l'Unione abbia potuto avere una cassaforte propria, anziché servirsi di quella dei Fratelli;

c) la prospettiva dello sviluppo della Congregazione, che avrà forse l'occasione si ereditare in proprio e quindi la necessità di costituirsi in ente giuridico.

Motivi contrari alla formazione della Società autonoma:

a) Le pratiche già svolte in precedenza con la Soc. Immobiliare coll'intervento di S. E. il Card. Gamna, di S. E. Mons. Pinardi, di Mons. Bianchetta, che ci accordano il favore di lascirci entrare a far parte della S. I. S. malgrado la casa sia ancora da pagare e abbia molti pesi.

Il ritirarsi sarebbe da parte nostra una mancanza di fiducia;

b) il disturbo che si avrebbe per la tenuta dei libri contabili secondo la prescrizione della legge;

c) il vantaggio di poter dire all'atto della presentazione delle Regole per l'approvazione che si ha una casa nelle mani dell'Autorità Diocesana.

Ci portiamo ( Cesone, Ughetto, Tessitore ) a casa del Dott. Chianale il quale ci fa osservare che per formare la Società autonoma "siamo calcolati giovani dalla Curia" e che inoltre converrà trovare un buon motivo per liberarci dagli impegni già presi colla S. I. S.

Ad ogni modo ci fornisce tutti i dati necessari per la costituzione della società ed esprime il desiderio di poter parlare col Sig Trabaldo - venditore dello stabile - per farlo venire a più miti pretese, se sarà possibile.

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