Diario di Cesone

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26 ottobre 1930

Pietà ( 412 - 413 )

Noviziato dei Catechisti

Conferenza di Fr. Teodoreto.

La vera pietà ci induce a lavorare per acquistare le virtù proprie della nostra condizione e che si oppongono ai vizi comuni.

I ricchi studino di evitare l'orgoglio e l'ozio, i dipendenti l'impazienza e la tristezza.

La pietà si manifesta contribuendo al decoro del culto, frequentando la casa di Dio con contegno riverente, con l'amore alla preghiera, la stima delle cose sante ( parola di Dio scritta e predicata, processioni, acqua benedett, S. Reliquie, indulgenze ... ) con il parlare rispettosamente dei Santi, dei Ministri della fede, delle persone sacre.

La pietà ci fa vincere il rispetto umano e gli esempi cattivi..

I catechisti siano disposti a versare il sangue anziché commettere cose contro l'onore di Gesù e della Sua SS. Madre.

L'Unione sia dunque un vivaio di apostoli e di martiri.

La cura degli altri non impedisca la pratica delle virtù interiori ( umiltà, pazienza, abnegazione della propria volontà ) e perciò se ne adoperino i mezzi, cioè: la presenza di Dio, la preghiera frequente, il rinnovare la retta intenzione, evitare le vane conversazioni, i conviti. i giuochi preoccupanti, le brighe, ecc cose che distraggono lo spirito e soffocano ogni sentimento di divozione.

Per attendere davvero alla propria santificazione occorre averne un gran desiderio, il quale non può nascere fuorché in un cuore puro.

Tale desiderio dev'essere ardente ed in qualche modo proporzionato allo scopo da raggiungere.

Bisogna aver fame e see della giustizia.

Esso fortifica l'anima e la rende capace di sforzi.

Senza di esso l'anima si stanca presto.

Il desiderio della perfezione ci mette sulla via della perfezione stessa ed è la misura del progresso.

Bisogna dunque domandarlo a Dio ed eccitarlo in noi con le seguenti considerazioni:

I - La perfezione è prescritta nel precetto della carità: Amerai Iddio con tutto il tuo cuore.

II - Nulla di più bello e di più giusto della perfezione.

III - L'uomo non potrà mai fare abbastanza per Dio: egli fa già poco quando fa tutto ciò che può.

IV - Quando si trascura di tendere alla perfezione si ama Dio con freddezza, si rende inutile parte del Sangue di G. C. e si è in pericolo di perdersi.

V - Il desiderio della perfezione rende preziose le minime azioni.

Senza di esso le più grandi azioni valgono poco dinnanzi a Dio.

( Signore nel tuo nome abbiamo scacciato i demoni )

VI - Il tndere alla perfezione è un dovere esenziale per chi è consacato a Dio con voti.

VII - La perversità del secolo ed i pericoli del mondo sono motivi di tendere alla perfezione e così pure il desiderio di riparare gli oltraggi a io.

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