Diario di Cesone

Indice

28 dicembre 1930

Umiltà ( 432 - 433 - 444 )

Noviziato dei Catechisti

Conferenza del Fratel Teodoreto

L'uomo illuminato dalla fede, conosce il suo ultimo fine.

Sa che Dio lo ama, lo chiama alla vita eterna, lo aspetta nella sua gloria.

Sa che fin d'ora gli dà, in germe, quella vita che si spande da G. C.Sa che può e deve sperare ogni grazia.

Qual'è il punto da cui incominciano questi benefici?

É lo stato naturale dell'uomo.

La natura è buona in se stessa, perché creata da Dio: dunque ha dirito di vivere.

Per quanto alto l'edificio spirituale sarà sempre fondato sulla natura.

La natura però è alterata, non nell'essenza, ma nel suo stato.

L'umiltà è virtù che sotto l'impulso della luce con la quale Dio manfesta alle sue creature ciò che Egli è e ciò che esse sono, le porta ad abbassarsi.

La culla dell'umiltà è la luce che irradia da Dio e che, grazie a Gesù, splende misericordiosamente nelle nostre ombre.

Questa luce divina è il principi dell'umiltà, ne è la ragione, la legge, la misura.

L'abbassamento da essa portato non può che essere regolare, ragionevole, santo.

L'umiltà è un movimento che tende a mettere la creatura al suo posto e a tenerla nell'ordine, per mezzo di quella verità da Dio pensata, voluta, amata.

Esser nella verità è essere nel pensiero, nello sguardo e nell'amore di Dio.

Nulla di migliore, nulla di più sublime.

Questa luce, nella quale l'umiltà ha la sua sorgente, ci illumina sul mondo infinito che è Dio, sul mondo vasto, ma limitato, che siamo noi e su chi unisce questi due mondi: N. S. G. C. e forma un mondo nuovo.

Quindi l'anima contemplando Dio per la ragione e per la fede, che è la luce regolare in cui vive il cristiano, scopre qualche cosa di ineffabile: un Essere che, benché distinto da tutto, è il tutto.

Senza di Lui, nulla esisterebbe.

Se fosse solo non vi sarebbe né vuoto, né lacuna.

Tutti gli altri esseri non possono né aumentarlo, né diminuirlo; Egli dà senza impoverirsi, Distribuisce senza dividersi.

Egli è la pienezza dell'essere, la pienezza della perfezione, la pienezza del diritto.

Tutto ciò che c'è in Lui è sempre unicamente Lui stesso.

Se vi sono esseri fuori di Lui è solo perché Egli trova buono che vi siano e tali esseri hanno tutto da Lui ricevuto e di qualunque bene siano ricolmi, non posseggono se non quello che da Lui ricevettero.

lui e le sue opere, Lui e i suoi doni, ecco tutto ciò che è, tutto ciò che può essere.

Fuori di Lui e dei suoi doni, non c'è che il nulla.

Tutto quello che l'intelligenza può concepire di bello, di vero, di grande, di buono, tutto ciò che può arricchire, illustrare, perfezionare un essere, si trova in Dio.

La lingua umana e gli Angeli stessi non possono che balbettare le perfezioni di Dio.

Egli è l'eterno creatore, eternamente ed essenzialmente sovrano, sempre Signore, sovrano, Egli è il diritto.

sotto l'impulso della luce veduta nella meditazione di questa triplice pienezza, nasce l'umiltà, cioè il bisogno ragionato, sentito pratico di abbandonarsi.

A ciascuna di queste tre perfezioni corrisponde una forma di umiltà.

Quella di sottomissione si riferisce alla pienezza del diritto; l'umiltà di adorazione si riferisce alla pienezza di perfezione e l'umiltà di glorificazione corrisponde alla pienezza dell'essere divino.

Se Dio ha su di noi la pienezza dei diritti, chi potrà opporre diritti ai suoi?

Non basta un atto di sottomissione: è necessario che tutta l'anima passi in tale atto, con tutta l'energia e che diventi abituale, disposizione costante avanti a Dio.

Occorre non solo la virù, ma lo spirito di umiltà.

Se l'anima esce dalla disposizione di sottomissione a Dio subito si allontana dall'ordine, non è più nella verità, sfugge al Creatore e cessa di essere d'accordo con Lui.

Bisogna amarla, compiacersene, assaporarne la giustizia, la convenienza, la bellezza del contatto fra Dio e noi e giudicare che la perfezione della libertà in una creatura ed il sommo della gloria sta in questa servitù.

"La verità vi farà liberi".

"Servire Deo reganre est".

Se l'anima è umile tutto ciò le sarà chiaro, facile, dolce.

Questa forma di umiltà è piena di riverenza; mette la creatura agli ordini del Creatore ed è compendiata nelle parole della SS. Vergine. "Ecce ancilla Domini".

Indice