Diario di Cesone

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1948 - 1949

Manoscritto ( 836 - 837 - 838 - 839 - 840 - 841 )

Appunti di manoscritto del Fr. Teodoreto

Vivere con Gesù

1 - "Non sono i sani che hano bisogno del medico, ma gli ammalati".

andate a imparare che cosa significano queste parole: "Io voglio la misericordia e non il sacrificio, perché io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori" ( Mt 9,12.15 )

Gesù desidera di venire nell'anima nostra non per quello che vi trova, ma per quello che vi porta, e prima di tutto vi porta la sua misericordia, che guarisce tute le nostre miserie.

Gesù è il medico che vuol curare le anime.

Sono poche le anime che si rassegnano a lasciarsi guarire da Gesù, molte quelle che vorrebbero avere il merito di sembrare guarite con la propria virtù che non esiste.

Diamo a Gesù la gioia di curarci.

Quando abiamo accolto Gesù nel nostro cuore, Egli non se ne va se non lo mandiamo via positivamente.

Gesù nel nostro cuore non sta in ozio: Egli lavora sopratutto santificandoci incessantemente col Suo perdono che consuma tutte le nostre miserie prodotte dall'egoismo e dalla vanagloria, tali miserie non devono esserci di ostacolo nella nostra unine con Lui; anzi dobbiamo essere contenti di dare a Gesù la gloria e la gioia di trasformare in bene, in meriti le nostre stesse miserie!

"Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, questi porta abbondanti frutti". ( Gv 15,5 )

2 - Poiché l'amabilissimo Gesù, medico divino delle anime nostre, ci assicura d'essere venuto per i peccatori, ossia per gli ammalati.

Attualmente, se noi troviamo nell'anima nostra qualche cosa che non va, dobbiamo, nella nostra miseria, eccitare la fiducia e dire con la donna del Vangelo: "Solo che io tocchi l'orlo del suo mantello, sarò guarita" ( Mt 9,21 ).

La fiducia che le nostre miserie ci danno occasione d'avere in Lui un medico onnipotente è proprio quello che attrae Gesù nell'anima nostra.

Non occorre che noi ci sforziamo di pensare sempre a Lui perché il nstro genere di vita non ce lo permette, basta che noi poniamo l'intenzione di occuparci dei nostri doveri per Lui e con Lui come facevano gli Apostoli che non cessavano di essere con Lui anche quando erano distratti e parlavano di altre cose.

Non è questa una cosa facilissima?

Attendere con diligenza alle nostre occupazioni per far piacere all'amico divino Gesù non è stare con Lui?

Ma l'egoismo? e gli altri difetti che forse non vediamo?

Ma tutto è bruciato nella fornace ardente del Cuore di Gesù e nulla di tutto questo disgusta il Suo Divin Cuore perché è miseria che dispiace anche a noi, riconosciuta e offerta a Lui perché la distrugga e la guarisca aa ogni istante.

Così noi siamo santificati in ogni momento dall'amore misericordioso dell'Amabilissimo Gesù.

"Ecco l'Agnello di Dio, ecco Colui che toglie il peccato del mondo" ( Gv 1,29 )

3 - Quando Gesù sa che noi non vogliamo offenderlo è contento; ciò gli basta; alle altre miserie inevitabili pernsa Lui; Egli medica, aggusta, ripara tutto, supplisce a tutto; Egli è il nostro divin Supplemento.

E allora godiamo tale perfetta armonia d'unione con Gesù: Nessun sentimento d'orgoglio può sorgere, ma solo sentimento di riconoscenza e d'amore verso Gesù che ci santifica ad ogni istante solo perché Lui vuole così, e perché è buono.

Non facciamo a Gesù l'insulto di sentirci a disagio con Lui, ma godiamolo come il Santificatore dell'anima nostra.ùNon solo noi possiamo stare uniti con Gesù nonostante le nostre miserie, ma anzi in forza di queste, Gesù infatti è attratto in noi dall'offerta che facciamo continuamente, implicitamente a Lui delle nostre miserie.

Si dice implicitamente perché ormai Gesù e l'anima che vuol godere dell'unione con Lui è sottinteso il patto: che Gesù stabilisce ad ogni istante una perfetta armonia tra Lui e l'anima, santificandola attraverso la continua distruzione e trasformazione in bene delle sue miserie.

Non dobbiamo perciò lasciarci impressionare dalle miserie che non esiston, perché incessantemente bruciate dall'Amore misercicodioso del Cuore di Gesù.

4 - Come il pane è fatto con la farina di grano, così il vero bene in noi e fuori di noi lo si fa solo con Gesù.

Quanto meno farina di grano c'è nel pane, tanto meno si può dire pane tale sostenza, così quanto meno entra Gesù in noi e nelle opere nostre, tanto meno c'è il vero bene specialmente soprannaturale.

Un'anima che sia appena appena in stato di grazia in quanto evita solo i peccati mortali, fa certo del bene a se e agli altri, ma il bene che fa è relativamente poco perché Gesù vi entra in proporzioni minime.

Un'anima invece che aumenti la grazia d'unione con Gesù evitando anche i peccati veniali deliberati, pregando e mortificandosi, fa infinitamente di più per se e per gli altri, perché Gesù vi entra in grandi prporzioni; se poi Gesù vi entra pienamente, allora è Lui che opera e quindi il bene che tale anima fa a se e agli altri è incalcolabile e può dire con S. Paolo che non è più lei che vive, ma è Gesù che vive e opera in Lei.

5 - Non dobbiamo fare altro che cercare di stare con Gesù operando per Suo amore.

Perché vorremmo negare a Gesù la gioia di godere del Suo Amore?

Stiamo con Lui nel nostro operare e diamogli la gioia di lasciarci beneficare, purificare dal Suo Amore misericordioso.

Cerchiamo pure di avere come centro dei pensieri e degli affetti nostri Gesù nel SS: Sacramento, ma ricordiamoci, specialmente quando siamo meno vicini all'Eucaristia, che Gesù è anche in noi e adoriamolo nel nostro cuore.

Non preoccupiamoci eccessivamente delle opere esterne di apostolato, esse riusciranno se noi ci teniamo uniti con Gesù.

Da questa unione delle due vite, la nostra e quella di Gesù, le opere di apostolato attingeranno nuova vita e nuove energie.

Se poi stiamo uniti a Gesù, e facciamo quello che possiamo con calma e pave, non avverranno inconvenienti perché Gesù ripara e supplisce a tutte le nostre deficienze.

La via che qui si propone è semplicissima: amare Gesù presente nel proprio cuore dove se ne rimane per santificarci e irradiare santità per mezzo dell'anima nostra che lo ospita.

Quando noi siamo incamminati per questa via Gesù è sempre con noi, unito all'anima nostra in una maniera tutta particolare, perciò tutto quello che noi crediamo bene di fare sarà diretto da Gesù il quale si incarica istante per istante, di sanare sempre l'anima nostra e di correggere tutti quei difetti che possono esserci nelle opere nostre.

Quindi noi dobbiamo andare avanti con molta pace e con tutta sicurezza.

Gesù vuole che lo raggiungiamo non per vie tortuose, ma direttamente e subito perché l'apostolato che ci ha affidato fecondasse mirabilmente secondo la Sua divina promessa: "Colui che dimora in me e nel quale io dimora, questi porta abbondanti frutti, perché senza di me nulla potete fare". ( Gv 15,5 )

Noi dobbiamo vivere secondo queste parole di Gesù.

Richiamiamo frequentemente nelle meditazioni questa verità fondamentale che nulla possiamo senza Gesù; proprio come nn c'è vero pane senza la farina di grano, così non ci può essere vero bene soprannaturale sopratutto, senza Gesù.

Dobbiamo pure riflettere sopra una verità fondamentale ( che è la stessa ricordata sopra, ma con altre parole ), esposte da S. Giovanni nel Vangelo.

Verità tanto conosciuta dai teologi, ma purtroppo altrettanto dimenticata nella vita pratica.

L'evangelista scrive che Gesù è il "Verbo per mezzo del quale tutto è stato fatto e senza del quale nulla è stato fatto di ciò che è fatto.

Caduto l'uomo nel peccato era necessario che ancora il Verbo venisse a rifare ciò che era stato disfatto.

E Gesù che è l'infinita Sapienza si è fatto carne: "Et Verbum caro factum est", o meglio il Verbo fatto carne ha preso il nome Gesù.

Ecco il lavoro di Gesù nell'anima nostra: rifare ciò che è stato disfatto.

E perchè vorremmo noi non aderire e non lasciare che Gesù lavori, col chiuderci nella tristezza nel vederci pieni di miserie prodotte dal peccato riginale?

Il nostro scoraggiamento impedisce a Gesù il lavoro della nostra santificazione perché nell'ordine soprannaturale non si fa nulla se all'azione dela grazia di Dio non corrisponde la nostra docile e attiva adesione.

Gesù dice: "Ecco che io stò alla porta e picchio; se qualcuno ode la mia voce e mi apre, entrerò e cenerò con lui, ed egli con Me. ( Ap 3,20 )

Il triste abbattimento chiude la porta dell'anima a Gesù.

Gesù è l solo che può distruggere il male e fare il vero Bene; senza di Lui non vi può essere bene propriamente detto come non vi pò essere vero pane senza farina di frumento.

Ma nello stesso tempo è necessaria la nostra opera, sebbene sia ben misera cosa, come per fare il pane occorre confezionare la farina che l'uomo non può produrre da se.

attingere Gesù coi SS. Sacramenti, domandare a Lui la possibilità di fare il bene per mezzo della preghiera, insomma fare quanto si può, ma sempre con Gesù il quale farà da supplemento per tutto quello che non facciamo.

In sostanza fare, ma fare sempre con Gesù.

Confidare sempre in Lui e non mai nelle prorpie forze o nelle proprie doti.

Credere ed essere contenti che Gesù lavori nell'anima nostra per rifare ciò che è stato disfatto, ed eccitare in noi un grande amore di riconoscenza verso l'Amore infinito.

Gesù viene a noi più per dare che per ricevere, Egli ha tanto da dare agli uomini, ma pochi vogliono ricevere.

P. S.

Il Fr. Teodoreto delel S. C. desidera che la pratica di queste norme di spiritualità si estenda fra i Catechisti, Zelatori e Ascritti sempre però sotto l'ubbidienza ai Rev.mi Direttori Spirituali.

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