Gesù Cristo rivelazione dell'uomo

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Capitolo secondo - XII

XII. Un'antropologia teologica

Riassumiamo la struttura dell''Apologià.51

L'uomo è incomprensibile: senza luogo nello spazio infinito, senza fine ne inizio databile nel tempo, paradosso interiore di miseria e di grandezza.

È il nodo gordiano.

Le filosofie vogliono districare questo imbroglio: non lo possono fare che voltando le spalle a un universo irrevocabilmente muto e negando lo smarrimento al quale l'uomo vi si trova abbandonato, in mancanza di proporzione con alcuna cosa.

Pascal prende atto di questo fallimento per farne la prova della verità cristiana.

Questa non ha la pretesa di equilibrare i contrari, ne di conciliare l'inconciliabile, ne di accerchiare l'inaccerchiabile, ma di prendere a carico le contrarietà dell'uomo, accentuandole invece di cancellarle, esasperandole anziché allentarle, elevandole per portarle fino al punto alto che permette di decifrarle.

Questo incontro in cui il paradosso religioso assume il paradosso antropologico, costituisce per la religione cristiana la migliore verifica: « degna di venerazione perché ha conosciuto l'uomo; amabile perché promette di il vero bene» ( B187 C1 ).

Alla ragione calcolatrice Pascal oppone il rischio totale, al quale è spinto colui che, qualsiasi cosa faccia, s'inabissa sempre nella consapevolezza della sua miseria, pur misurando la grandezza di questa miseria cosciente.

Indicando il peccato originale come chiave d'interpretazione della condizione umana, il cristianesimo oppone mistero a mistero, risponde a uno scandalo con uno scandalo maggiore: ma questa follìa è più saggia di tutta la saggezza degli uomini.

Per aver voluto costituirsi il centro del mondo, l'uomo ha rotto l'armonia: con Dio, con la creazione, con se stesso.

È caduto in un vuoto infinito.

Al mistero del peccato originale, capace di spiegare la nostra miseria, risponde quello della nostra redenzione che vi rimedia.

Il cristianesimo offre significato e rimedio.

Ad Adamo risponde Gesù Cristo.

In Gesù Cristo la condizione umana trova un senso alle sue lacerazioni.

I contrasti dell'uomo, in Gesù Cristo, diventano significativi.

Grandezza e miseria misurano la levatura di un essere la cui elevazione tradisce l'incurabile pesantezza.

L'elevazione è dovuta alla grazia, come l'abbassamento è dovuto al peccato.

L'incomprensibilità dell'uomo sussiste, ma non è più la stessa quando il cristianesimo l'assume.

Non basta tuttavia suscitare rispetto per la religione, si deve stabilirne la plausibilità, la credibilità, perché Dio non vuole sollecitare la fede senza ragione.

La sua autorità sarà fondata su solidi argomenti costituiti dal messaggio stesso, le profezie, i miracoli, la santità.

Ecco quanto basta per convincere coloro che cercano sinceramente la verità e sono disposti ad accoglierla nell'umiltà del cuore docile alla grazia.

Coloro che non ne sono conquistati, dovranno prendersela con la loro cocciutaggine, cioè con il loro poco interesse per le cose soprannaturali.

L'apologetica di Pascal è quindi un'ermeneutica che si applica a decifrare l'enigma due volte cifrato dell'esistenza umana.

L'opera risulta un'antropologia teologica in cui l'uomo è interpretato in Gesù Cristo.

Quest'antropologia dipende sia da una critica filosofica degli errori e delle illusioni dell'esistenza umana, sia da una conversione religiosa.

La descrizione della condizione umana, con la violenta emozione che produce e il desiderio che suscita di penetrare l'enigma dell'uomo, è come la piattaforma da cui prende slancio la dimostrazione storica.

Ma l'uomo non potrebbe leggere correttamente le figure della storia ( profezie ), e le figure della natura ( miracoli ) senza una conversione che strappa l'uomo al suo egocentrismo per centrarlo su Gesù Cristo.

Non c'è luce che attraverso il passaggio obbligato della croce.

Non c'è senso per l'uomo e rimedio alla sua condizione che in Gesù Cristo.

L'uomo non si realizza che vuotandosi di se stesso per vivere in Gesù Cristo.

La dimostrazione di Pascal segue un ordine concentrico, in cui l'unificazione dei temi avviene meno tramite il coordinamento tra loro che tramite il loro collegamento a uno stesso centro: Gesù, Cristo, punto di convergenza del più alto significato.

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51 Vedere a questo proposito: P. MAGNARD, Nature et Histoire dans l'apologétique de Pascal, pp. 385-397.