Gesù Cristo rivelazione dell'uomo

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Capitolo terzo - XI

XI. Dal Dio omega al Dio rivelatore

Alla fine del Fenomeno umano, Teilhard osserva: « Per far posto al pensiero moderno, ho dovuto interiorizzare la materia; immaginare un'energetica dello Spirito; concepire al rovescio dell'Entropia una ascendente Noogenesi, dare un senso, una freccia e dei punti critici all'Evoluzione; far infine ripiegare ogni cosa in Qualcuno ».122

Ma questo qualcuno, questo Omega divino, personale e personalizzante, autonomo e trascendente, sarebbe muto? una specie di presente assente?

L'ipotesi sembra strana.

La parola non è infatti il modo più naturale di comunicare tra spiriti personali?

Nella Introduzione alla vita cristiana, nel 1944, Teilhard dice esplicitamente: « Una volta ammesse, la personalità di Dio, la possibilità e anche la probabilità di una Rivelazione, cioè di una riflessione di Dio sulla nostra coscienza, non solo non fanno difficoltà, ma sono eminentemente conformi alla natura delle cose.

Nell'Universo, le relazioni tra elementi sono dovunque proporzionali alla natura di questi elementi: materiali tra oggetti materiali, viventi tra viventi, personali tra esseri pensanti.

Dal momento che l'Uomo è personale, Dio personale deve influenzarlo a un grado e sotto una forma personale, cioè intellettualmente e sentimentalmente: in altre parole, gli deve parlare.

Tra intelligenze una presenza non potrebbe essere muta ».123

Evidentemente, altra cosa è stabilire il fatto storico di questa parola.

Nel 1954, scrive: « Più si riflette sulla necessità di un Omega per sostenere e animare la continuità dell'Evoluzione ominizzata, più ci si accorge di due cose: la prima, è che un Omega puramente congetturato ( puramente « calcolato » ) sarebbe ben debole per mantenere nel cuore dell'uomo una passione sufficiente perché si ominizzi fino in fondo.

E la seconda, è che se Omega esiste realmente, è difficile concepire che il suo supremo Ego non si faccia direttamente sentire come tale, in qualche modo, a tutti gli ego incoativi ( cioè a tutti gli elementi pensanti ) dell'Universo.

Da questo punto di vista, la vecchia e tradizionale idea di Rivelazione riappare e si reintroduce ( questa volta tramite la via della biologia e dell'energetica evolutiva ) in cosmogenesi ».124

Un essere superpersonale, infatti, non può non tendere al dialogo con gli esseri di cui ha suscitato e affermato la personalità.

Di conseguenza non dobbiamo essere sorpresi di afferrare nell'universo dei segni attraverso i quali Omega ci manifesterebbe la sua presenza misteriosa.

« Se Omega si trova già attualmente esistente e operante nel più profondo della massa pensante, allora sembra inevitabile che la sua esistenza, mediante qualche indice, si manifesti fin d'ora alla nostra osservazione …

Sulla cosa pensante che noi siamo diventati attraverso l'ominizzazione, gli è possibile ora di irraggiare da Centro a centri, personalmente.

Sarebbe verosimile che non lo facesse? …

Da qualche parte intorno a noi, sotto una forma o sotto un'altra, qualche eccesso di energia personale, extra umana, deve essere rilevabile, che tradisca la grande Presenza … se noi guardiamo bene ».125

« È molto, faceva notare ancora Teilhard, ( è persino l'essenziale ) per l'Uomo poter essere sicuro che il Cosciente, preso secondo il suo asse principale di Riflessione, non potrebbe retrogradare nell'Incoscienza.

Ma quanto sarebbe più confortevole e elettrizzante per il nostro sforzo se qualche segnale o qualche segno ( qualche appello o qualche eco ) ci giungesse dal di là della Morte, per assicurarci positivamente che qualche focolaio di Convergenza esiste realmente avanti a noi!

Ed ecco … dove si insinua ed emerge, non solo semplicemente il problema filosofico dell'immortalità, ma ( cosa molto più inattesa, tutta teologica in apparenza ) di una Rivelazione …

La Rivelazione … l'Al di là che si manifesta "personalmente" al Quaggiù ».126

Ed è qui che si scopre per la scienza l'importanza del fenomeno cristiano.

Nel 1936, Teilhard scrive: « Mediante la porzione più critica e più positiva del mio essere, incomincio a pensare che il Fenomeno cristiano potrebbe essere ciò che ha la pretesa di rappresentare … una Rivelazione ».127

Chiunque è attento a una visione evolutiva e convergente dell'universo, che si completa in un punto di superpersonalizzazione delle coscienze, non può non essere attento al fatto cristiano che si presenta come una delle realtà di questo mondo.

Il fenomeno cristiano, infatti, mediante il suo credo, il valore della sua esistenza, la sua straordinaria vitalità, presenta una notevole somiglianzà con tutto ciò che noi sappiamo sulla convergenza dell'universo e un Omega trascendente e superpersonale.

Il cristianesimo è caratterizzato dall'affermazione di un Dio personale, che dirige l'universo con saggezza e di un Dio rivelatore che si comunica all'uomo mediante le vie dell'intelligenza.

In Gesù Cristo, questo Dio si immerge parzialmente nella materia, assume la direzione e si mette a capo dell'evoluzione.

Uomo fra gli uomini, Cristo dirige, purifica e anima l'ascesa generale delle coscienze nella quale è inserito.

Attraverso un'azione di comunione e di elevazione, si aggrega lo psichismo totale della terra.

E quando avrà tutto riunito, tutto unificato, tutto trasformato, raggiungerà il focolaio divino da dove non è mai uscito e si richiuderà su se stesso e sulla sua conquista.

Allora Dio sarà tutto in tutti, e ogni elemento troverà, nello stesso tempo che l'universo, la sua consumazione128

Il cristianesimo s'impone inoltre per il suo valore di esistenza e di vita.

Rivolgendosi a ogni uomo e a tutto l'uomo, s'impone tra le correnti più vigorose e più feconde registrate dalla storia della noosfera.

Vale quantitativamente e soprattutto qualitativamente, per l'apparizione di uno stato di coscienza assolutamente nuovo: l'amore cristiano.

Quest'amore cristiano ha sollevato e animato fino all'eroismo, durante venti secoli, migliala di uomini che ne hanno fatto il tutto della loro vita.

Senza quest'amore che la sostiene dal di dentro, la Chiesa cadrebbe nel nulla.

L'apparizione sulla terra di un amore universale e di una tale intensità, sempre crescente, è un fenomeno capitale da registrare.

Infine, il cristianesimo, lungi dall'essere indebolito dalla prova della durata non ha fatto che diventare più vigoroso e più necessario.

In un mondo sottoposto alla legge dell'evoluzione e della convergenza, la cristogenesi appare come il prolungamento della noogenesi nella quale culmina la cosmogenesi.

In un mondo prodigiosamente allargato dalla scienza, il cristianesimo, lungi dall'essere « smontato », preso di sorpresa, appare come la sola corrente di pensiero capace di abbracciare in un gesto completo il tutto dell'universo e il tutto della persona.

Rimesso nella corrente di una evoluzione interpretata come un'ascesa di coscienza, il fenomeno cristiano, considerato oggettivamente e come apparizione storica osservabile, attraverso il suo orientamento verso una sintesi a base d'amore, progredisce nella direzione presunta dalla freccia della Noosfera.

Nel suo slancio in avanti, questa freccia ascendente implica la coscienza di trovarsi in relazione attuale con un polo spirituale e trascendente di convergenza universale.

In presenza di tanta perfezione e di coincidenza con il cammino dell'universo, non sarebbe il caso di chiedersi, semplicemente, come uomo di scienza e al di fuori della fede cristiana, se il cristianesimo non rappresenti probabilmentè la realtà esplicativa estrema del movimento dell'universo in avanti e in alto.129

Agli occhi dell'uomo contemporaneo, è la capacità di dare una interpretazione significativa del mondo che fa la verità di una religione.

Per Teilhard, abbiamo visto, la religione che meglio si armonizza con la visione di un universo che progredisce, attraverso vie di complessità e di coscienza crescente, verso un centro di convergenza e di trascendenza, sarà la religione più vera, quella che da alla vita e all'azione dell'uomo il suo massimo significato.

Ora, fra tutte le correnti umanitarie e religiose, solo il cristianesimo si dimostra capace di operare questa sintesi in Gesù Cristo.

Questa coerenza dei due fenomeni dovrebbe attirare l'attenzione, anche dei non-credenti.

La riflessione fenomenologica e la filosofia religiosa di Teilhard si fermano qui.

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122 Le Phénomène humaifi, 1940, Oeuvres 1, p. 323.
123 Introduction a la vie chrétienne, 1944, Oeuvres 10, pp. 187-188.
124 Un Sommaire de ma perspective phénoménologique du monde, Point de départ de tout le système, 1954, Oeuvres 11, pp. 235-236.
125 Le Phénomène humain, 1940, Oeuvres 1, pp. 324-325.
126 Barrière de la mori et Co-réflexion, 1955, Oeuvres 7, pp. 426-428.
127 Esquisse d'un Vnivers pers'onnel, 1936, Oeuvres 6, p. 114.
128 Le Phénomène humain, 1940, Oeuvres 1, pp. 327-328.
129 Ibid., pp. 324-332.