Gesù Cristo rivelazione dell'uomo

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Capitolo terzo - XIII

XIII. Significati e aspetti diversi di Omega

Possiamo ora tentare di sistematizzare i diversi significati che ricopre in Teilhard, la realtà Omega.

Questo punto Omega, infatti, poiché non svela la sua pienezza che per tappe, riveste diversi significati: che danno luogo a volte a delle ambiguità.141

Distinguiamo innanzitutto due approcci d'Omega: il primo, basato sui dati della scienza e della ragione; il secondo basato sui dati della rivelazione e della fede.

Stando a questi due approcci e a queste due fonti, Omega ha due significati.

Nel primo è il centro di convergenza dell'umanità: centro vivente, supercosciente e superpersonale, centro reale e attuale, irreversibile e trascendente.

Nel secondo significato è il Dio rivelato in Gesù Cristo.

È Cristo che si aggrega tutti gli uomini e raccoglie tutto l'universo: è il Cristo totale e universale.

Ma occorre subito precisare che la conclusione del primo approccio si effettua anch'essa in due tempi o due tappe, per cui l'insieme della riflessione di Teilhard su Omega è, in realtà, scandita da tre tempi:

a) dal punto di vista della scienza e dell'analisi fenomenologica. Omega appare come la cima immanente del cono dell'evoluzione;

b) dal punto di vista della riflessione filosofica. Omega è un centro divino, personale e trascendente;

c) dal punto di vista della rivelazione. Omega è il Cristo universale.

Consideriamo dettagliatamente questi tre momenti della riflessione di Teilhard e, di conseguenza, questi tre significati d'Omega.

1. In un primo tempo, per fedeltà alla lettura degli avvenimenti della storia dell'evoluzione, Teilhard suppone Omega come un punto di convergenza dell'umanità e del cosmo intero, come un termine della maturazione planetaria.

Omega appare come il polo superiore dell'evoluzione, come « la cima del cono evolutivo terrestre », come « il focolaio di convergenza semplicemente immanente »,142 come lo stato collettivo della coscienza riflessa.

In questo primo tempo, Omega è posto, pena l'incoerenza scientifica, come il punto terminale dell'evoluzione cosmica culminante nel trionfo dello spirito.

Al momento in cui « visto in ascesa dalla nostra parte delle cose, la cima del cono evolutivo ( il punto Omega ) si profila innanzitutto all'orizzonte come un focolaio di convergenza semplicemente immanente: l'Umanità totalmente riflessa su di sé ».143

Omega è concepito semplicemente come l'ultimo termine della serie e definito come la concentrazione ultima della noosfera su se stessa: « In virtù stessa della sua natura convergente, l'Ominizzazione non si può affatto concepire ( vista dal punto in cui noi ci troviamo ) se non come sfociante, qualunque sia il tragitto percorso, in un punto di riflessione collettiva in cui l'umanità, avendo realizzato ( sia tecnicamente che intellettualmente ), in sé e intorno a sé, il massimo di coerenza possibile, si troverà portata a un punto critico superiore, insieme di instabilità, di tensione e di metamorfosi, che coincide, sembra a noi, coi limiti fenomenali del Mondo ».144

Sotto questo primo aspetto, Omega non appare ancora come trascendente.

È concepito come il punto più elevato e più denso del processo di complessità cosciente dell'evoluzione: punto congetturato e probabile, punto futuro, frutto della co-riflessione dell'umanità, che non sarà raggiunto, se mai sarà raggiunto, che dopo una durata imprevedibile, che sfugge a ogni calcolo.

Sotto questa prima forma, Omega è un punto ideale e virtuale, un'unità di pura convergenza, interamente da realizzare.

Omega non si identifica ancora con Dio.

Una volta congetturato e posto, in un primo tempo, questo punto di maturazione dell'umanità attraverso una via di progressiva interiorizzazione, ci si può fermare, soddisfatti; ma ci si può anche chiedere se non ci sarebbe da cercare ancora per scoprire la condizione estrema d'intelligibilità di questo processo irreversibile.

Teilhard si sforza di dimostrare che questo nuovo passo è indispensabile, perché il primo significato d'Omega è lontano dall'esaurire tutta la ricchezza della sua realtà.

Ma la riflessione diventa allora filosofica.

2. È analizzando le condizioni concrete dell'esistenza futura di questo primo Omega che Teilhard, l'abbiamo già detto, giunge ad affermare l'esistenza attuale, indipendente, autosussistente d'Omega.

In effetti, considerato sotto il suo aspetto evolutivo, come una grandezza che si realizza tramite l'unificazione progressiva dell'umanità, all'interno e come ultimo termine della serie, Omega non basta a giustificare il cammino concreto dell'evoluzione.

Visto « sotto questo aspetto evolutivo, Omega mostra solo la metà di se stesso.

Ultimo termine della serie, è nello stesso tempo fuori serie ».145

« Esaminandolo si capisce che, per durare, suppone dietro ad esso, più profondo di esso, un nocciolo trascendente, divino »:146 un centro amabile e amante, ultimo principio di unificazione, capace di assumere effettivamente il processo di personalizzazione e di unanimizzazione ( amorizzazione ) dell'umanità.

Questo focolaio supremamente autonomo, autosussistente, supercosciente e superpersonale, è il solo reale Omega, il Dio Omega.

Così il termine Omega, applicato innanzitutto a uno stato congetturato di riflessione collettiva dell'umanità, appare di conseguenza e per sempre come il centro supremo e personale, responsabile hic et nunc del processo evolutivo, solo capace di promuovere l'amore tra gli uomini e di garantire il successo dell'evoluzione.

Questo già uno, pre-esistente dell'evoluzione, questo Omega, è Dio.

Omega non è più il semplice prodotto finale dell'evoluzione, ma un punto trascendente l'evoluzione, il Motore che già l'alimenta e la garantisce.

Omega è concepito come una realtà eminentemente personale e attuale, autonoma, trascendente e ciò per ragioni d'irreversibilità, di polarità, d'unanimità ( Come io vedo ) o, in modo equivalente, per ragioni d'amore e di sopravvivenza ( Il fenomeno umano ).

A più riprese, Teilhard dettaglia gli attributi d'Omega perché possa assolvere le sue funzioni.

a) Omega è un centro personale.

Infatti per soddisfare le esigenze di una evoluzione della biosfera che si prolunga ormai in noosfera.

Omega deve effettuare la riunione di tutte le coscienze.

Ora, per effettuare l'aggregazione di ciò che c'è di unico e di più elevato nell'uomo, cioè la sua qualità di persona, Omega deve possedere lui stesso questo carattere: sarà quindi supercosciente e superpersonale.

Altrimenti come potrebbe essere il luogo di comunione degli « unici » nella loro unicità?

Omega deve essere lui stesso una Persona, Qualcuno.

b) Inoltre, un Qualcuno amabile e amante.

Infatti perché il completamento del processo di ominizzazione conduca all'unione delle persone occorre che questa unificazione si produca attraverso ciò che hanno di migliore, tramite la sola energia capace di avvicinare gli uomini personalizzandoli, cioè l'amore.

Perché si realizzi l'unione personalizzante, si deve riconoscere la realtà di qualche Amabile e Amante al vertice del mondo.

Solo Omega, riconosciuto come avente un volto e un cuore, diventa attirante e unificante.

Altrimenti l'evoluzione ricade.

« Perché l'amore muore a contatto dell'impersonale e dell'anonimo ».147

c) Omega è un centro reale e attuale.

Infatti, il principio dinamico di un fenomeno reale e attuale, deve essere esso stesso reale e attuale.

L'universo è orientato fin dall'inizio: è una constatazione della scienza.

Se quindi c'è una evoluzione orientata, ciò che rende conto dell'evoluzione deve agire esso stesso fin dall'inizio.

« A Noosfera attuale e reale, Centro reale e attuale ».148

Senza attrazione attuale, come potrebbe Omega orientare fin dall'inizio l'unificazione progressiva dell'umanità?

E deve anche essere attuale per ragioni d'amore.

Infatti, il ruolo del Centro dei centri essendo di favorire l'unione delle persone attraverso l'amore, deve godere di una esistenza attuale.

« Per essere supremamente attirante, Omega deve essere supremamente presente ».149

In breve, se non fosse reale e attuale, Omega non potrebbe dirigere l'evoluzione fin dalle origini: e non potrebbe neppure essere oggetto d'amore e unificare mediante l'amore.

d) Omega è un centro irreversibile e trascendente.

Dopo il passo della coscienza riflessa, l'evoluzione non potrebbe morire.

Il pensiero non può più ricadere.

Perché, in una prospettiva di morte totale, l'uomo non può vivere, ne agire.

In una umanità planetizzata, l'esigenza d'irriversibilità si deduce come una condizione esplicita dell'azione.

Ora, per consolidare l'evoluzione e impedirle di morire, Omega deve rivestire un carattere di trascendenza, cioè essere lui stesso emerso e indipendente dall'evoluzione.

Altrimenti, trascinato anche lui nello spazio-tempo dell'evoluzione, non potrà compiere la sua missione di consolidatore.

Solo l'esistenza e l'incontro di un centro sussistente possono consolidare: « il principio che ci voleva per spiegare … la solidità paradossale del più fragile, lo conosciamo: è l'Omega ».150

e) Omega è un centro divino.

Caratterizzato così com'è, non vi è più dubbio che il Centro dei centri, più profondo di tutti i centri, è divino.

Teilhard identifica esplicitamente Omega come « Dio centro dei centri ».151

Frequentemente parla di Dio-Omega.

Questo Omega, postulato come termine della complessificazione crescente dell'universo, non è più soltanto un focolaio immanente di convergenza, ma un centro già autosussistente, principio ultimo di personalizzazione, d'amorizzazione, d'irreversibilità.

Così, il cammino razionale verso Omega diventa una specie di prova dell'esistenza di Dio, su una base allargata.

Da una parte una riflessione scientifica sull'approdo dell'universo alla noosfera, dimostra che l'evoluzione ha un senso, un orientamento, una finalità.

D'altra parte, la contingenza dell'universo dimostra che non può rendere conto pienamente, da solo, della sua finalità.

Si deve concludere ammettendo l'esistenza del Dio-Omega.

Infatti, solo Dio da una spiegazione coerente, intelligibile, totale del fenomeno dell'evoluzione.

Se vogliamo ridurre l'itinerario di Teilhard a un sillogismo, potremmo formularlo così: Maggiore: ci troviamo di fronte al fatto di una evoluzione orientata, convergente, attraverso la via di complessificazione-coscienza.

Nella minore deduciamo le condizioni trascendentali di questo fatto.

In conclusione, affermiamo la realtà di Dio che solo può spiegare con piena coerenza questo fatto iniziale.

Invece di partire dalle aspirazioni di ogni uomo, Teilhard parte dalle aspirazioni della noosfera tutta intera.

La base della via verso Dio è l'evoluzione, coi suoi miliardi di anni e nella totalità del fenomeno, includente l'umanità e l'universo.

Dio appare allora necessario per dare al fenomeno totale il suo significato e la sua coerenza.

Dopo la biosfera e la noosfera, la teosfera.

Omega è un essere attuale, preesistente all'evoluzione, autonomo, personale, trascendente l'universo, amabile e amante, « Motore, Collettore, e Consolidatore in avanti dell'Evoluzione ».152

Personale, personalizza e amorizza; transcendente, consolida e immortalizza l'evoluzione.

3. In un terzo significato, infine, Omega; per Teilhard cristiano, è Cristo, in quanto realizza la coincidenza tra il Centro universale divino, fissato dalla rivelazione e dalla teologia, e il centro universale cosmico, termine dell'evoluzione, postulato dall'antropologia.

Il Cristo della rivelazione appare come l'Omega dell'evoluzione.

Questo Cristo-Omega è innanzitutto il Gesù della storia, ma anche e soprattutto il Cristo risuscitato, allargato alle dimensioni del mondo, che si aggrega tutti gli uomini e raccoglie tutti gli elementi del mondo.153

Per parlare di questa funzione del Cristo nei confronti del mondo e dell'umanità, Teilhard parla del Cristo universale, del Cristo evolutore, del Cristo della parusia.

Esaminiamo il senso e la portata di questi titoli, perché costituiscono altrettanti capitoli della cristologia di Teilhard.

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141 A questo proposito vedere: A. HAGUETTE, « Le Point Omèga et la Révélation», in G. DUSSAULT-A. HAGUETTE e Coli., Panthéisme, Action, Omega chez Teiihard de Chardin, Bruges et Montreal, 1967.
142 Esquisse d'une Dialectique de l'Esprit, 1945, Oeuvres 7, pp. 150-152.
143 Ibid., p. 152.
144 Le rebondissement humain de l'Évolution et ses conséquences, 1947, Oeuvres 5, p. 255.
145 Le Phénomène humain, 1940, Oeuvres 1, p. 301.
146 Esquisse d'une Dialectique ' de l'Esprìt, 1946, Oeuvres 7, p. 152.
147 Le Phénomène humain, 1940; Oem'res 1, p. 299.
148 Ibid., pp. 299-300.
149 Ibid., p. 300.
150 Ibid., p. 301.
151 Ibid., p. 328.
152 Le place de l'homme dans la nature. Le groupe zoologie/uè bumain, 1949, Oeuvres 8, p. 173.
153 Comment je crois, 1934, Oeuvres 10, p. 149.