Gesù Cristo rivelazione dell'uomo

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Capitolo settimo - V

V. Chiesa primitiva e testimonianza contemporanea

A prima vista, un simile ideale d'alterità-comunione ci sembra inaccessibile.

Eppure è quest'ideale che vivevano i primi cristiani.

Gli Atti degli apostoli ci raccontano che questi erano « assidui all'insegnamento degli apostoli » e « fedeli alla comunione fraterna » ( At 2,46 ).

Lavoravano a creare nel mondo questo nuovo tipo di rapporto con gli altri, illustrato e generato da Cristo; si sforzavano di vivere la dinamica dell'amore di Cristo.

« Abbiate in voi i sentimenti che furono nel Cristo Gesù », diceva san Paolo ai Filippesi ( Fil 2,5 ).

« Seguite la via dell'amore nel modo in cui Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per voi » ( Ef 5,1-2 ).

« Siate benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo » ( Ef 4,32 ).

Si capisce che lo spettacolo di questo nuovo tipo di esistenza, ispirato dallo spirito d'amore abbia esercitato sugli uomini del tempo una segreta attrattiva.

I primi cristiani, dicono ancora gli Atti, « lodavano Dio e godevano della simpatia di tutto il popolo.

Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati » ( At 2,47 ).

Il comportamento del cristiano risulta infatti da ciò che egli è diventato in Gesù Cristo, cioè un uomo nuovo, con un nuovo modo di agire.

Il suo essere fraterno deriva dal suo rapporto filiale in Gesù Cristo.

L'essere sociale di Marx si sa nato per la lotta, lo scontro e, eventualmente, per l'odio e la violenza.

L'essere fraterno e filiale ispirato da Cristo, si sforza di rendere più fraterno il mondo mediante un'infusione d'amore.

Cerca di gettare un mantello d'amore sulle spalle di ogni uomo.6

Di questo ideale di alterità-comunione, vissuto dai primi cristiani, abbiamo un'illustrazione vivente e contemporanea nell'opera dei Missionari della carità, come anche dei Fratelli missionari della carità, di cui Madre Teresa di Calcutta è la fondatrice.

Madre Teresa è come una scintilla incandescente di quella fusione dell'amore di Dio e del prossimo di cui parla Cristo in Giovanni.

La sua prima fondazione è stata quella di un focolare per i morenti ( « il meritorio » ), affinchè almeno l'ultimo sguardo incontrato da questi reietti della terra fosse quello dell'amore di Cristo chinato su di loro.

Poi si è occupata dei lebbrosi, dei bambini votati alla spazzatura, delle ragazze violentate, degli alcolizzati, dei negri.

Essa fa tutto quello che può per aiutare, nutrire, curare, guarire, ben cosciente tuttavia che ogni attività non è che una goccia d'acqua nell'oceano della miseria umana.

Il suo lavoro, come quello dei suoi compagni e delle sue compagne, è quantitativamente insignificante, paragonato alle risorse di cui dispongono i grandi Stati: e non si è mancato di dirglielo!

Ma essa e il suo gruppo non sono dei « lavoratori sociali »: ciò che apportano è unico, insostituibile, è l'amore di Cristo.

Se questo amore venisse a mancare, l'umanità ritornerebbe all'epoca glaciale.

Si tratta meno di fare qualche cosa che di « rendere presente Qualcuno ».

Ciò che attende il lebbroso che non ha più dita, più mani, che quasi non ha più corpo, ma soltanto dei grandi occhi sperduti e spaventati, è l'incontro di uno sguardo carico d'amore, è la tenerezza di un cuore che piange, capace d'amare come Cristo ha amato.

Ciò che importa per Madre Teresa non sono navi cariche di viveri, ma cuori carichi d'amore.

Non chiede che una cosa a coloro che si presentano a lei: il loro amore e le loro mani per servire.

La più grande malattia attuale dell'umanità, dice, non è la tubercolosi, la lebbra, il cancro, è l'assenza d'amore e di carità.

Su tutta la faccia della terra, anche nelle nazioni supercapitalizzate, gli uomini hanno fame e sete dell'amore di Dio.

Ciò che Madre Teresa offre al mondo, è l'amore di Cristo.

« Occorre che il nostro amore di Dio si chini su qualcuno ».

L'amore di Madre Teresa per gli altri è così potente che trasfigura il prossimo e lo rende più bello di quanto sia: essa ha creduto all'amore e lo ha fatto nascere.

La sua creatività è così prodigiosa che l'hanno soprannominata « il Bulldozer di Cristo ».

Essa è convinta che se noi riusciamo a vincere la prigione di ferro dei nostri egoismi, la breccia dell'amore sarà fatta e l'amore zampillerà e si spanderà nel mondo.7

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6 R. COSTE, « L'homme fraternel », Nouvelle Revue Théologique 102 (1980), pp. 641-671.
7 Attingiamo queste note su Madre Teresa in: G. GORRÉE e J. BAH BIER, (a cura). Mère Teresa de Calcutia. Tu m'apportes l'amour, Vendime, 1975.