Gesù Cristo rivelazione dell'uomo

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Capitolo ottavo - X

X. Piani di significato

Così, alla luce del messaggio cristiano, il lavoro, la ricerca e il progresso che ne risulta, rivestono un senso inatteso: anzi, una molteplicità di sensi, rivelati da una teologia della creazione, dell'incarnazione, del mistero pasquale, del Regno escatologico.

1. Il lavoro è innanzitutto un gesto d'alleanza e di liberazione che evoca la liberazione dall'Egitto e l'alleanza del Sinai.

Infatti, mediante il lavoro, l'uomo diventa l'alleato di Dio, il co-creatore dell'universo.

La trasformazione dell'universo è il sì dell'uomo al progetto di Dio: inaugura un dialogo nuziale tra Dio e la sua creatura.

Allo stesso tempo l'uomo sfugge al pericolo dell'idolatria, alla dominazione delle forze cosmiche e dei cicli della natura.

Invece di rinchiudersi nel suo universo per dominarlo ed essere poi dominato da esso, mantiene la sua funzione di mediatore tra il mondo e Dio: libero di fronte al mondo perché riconosce liberamente in Dio il suo creatore e salvatore.

Questa prospettiva conferisce alla risposta dell'uomo una drammaticità più grande.

2. Mediante il suo lavoro, l'uomo umanizza e spiritualizza il cosmo, ma, in compenso, attraverso questa stessa azione sul mondo e nel mondo, scopre se stesso, prende possesso delle sue possibilità, della sua capacità creatrice.

Diventa egli stesso più uomo.

Una specie di dialogo si stabilisce tra il mondo che esprime tutto ciò che è e può diventare, e l'uomo che, tramite l'impronta del suo intelletto sul mondo, esprime tutto ciò che è e che può diventare.

3. Attraverso il lavoro, l'uomo approfondisce il senso delle sue relazioni con gli altri, perché la trasformazione del mondo è orientata al servizio e al progresso dell'umanità.

L'uomo si sente così responsabile del cammino della carovana umana.

Anzi, il cristianesimo ha elevato il senso di questa azione sul mondo, per farne l'espressione dell'unione fraterna degli uomini tra loro e con Cristo.

Lo sforzo per trasformare il mondo diventa così una missione sacra, di carattere teologale, animata dalla carità.

Questo senso del lavoro non è evidentemente possibile che alla condizione di riconoscere il lavoratore come persona libera e responsabile, capace di decisione, di creatività.

Solo la carità può garantire un tale rispetto.

4. Non solo il lavoro ha un senso teologico, ma anche un senso pasquale.

Col suo aspetto di fatica, di dolore, è partecipazione al sacrificio della croce e alla trasformazione della risurrezione.

Questo pane e questo vino, frutti del lavoro dell'uomo nel corso dei secoli, sono la materia della consacrazione totale dell'uomo e dell'universo: significano il passaggio alla vita attraverso la croce.

Liberamente offerto, il lavoro fa dell'uomo il sacerdote e l'interprete della creazione: non soltanto attraverso un gesto esteriore, mediante un'intenzione aggiunta, ma riconoscendo che egli, l'uomo, è salvatore e consacratore di una creazione che gli è donata da Dio per la sua salvezza e la sua consacrazione.

5. Con l'incarnazione e la risurrezione Cristo diventa il fondamento, il centro e il fine ultimo dell'umanità e del mondo.

Il mondo e l'uomo non esistono che per la loro destinazione eristica.

Cristo è l'Omega di cui parla Teilhard, colui che, dalle origini, dirige l'evoluzione per condurla alla sua pienezza, cioè al Cristo universale, totale, sintesi del creato e dell'increato.

6. Infine, il progresso umano, benché non identico al Regno dei cieli, contribuisce a quella unificazione dell'umanità, di cui la Chiesa, animata dallo Spirito, è il compimento parziale.

Perché questo rinnovamento finale è veramente anticipato ( anche se di un'anticipazione parziale, fragile, ambigua, sempre da scoprire ), nel senso che gli uomini, vivificati dallo Spirito di Cristo, attuano insieme, quaggiù, nella speranza del mondo futuro, l'opera che Dio ha loro affidato e avanzano così verso la pienezza della storia, quando l'umanità e l'universo parteciperanno alla gloria di Cristo.

Lo sforzo per trasformare il mondo fa dunque parte della speranza escatologica, cioè dell'attesa di Cristo, Signore del mondo e della storia.

Il senso cristiano del lavoro è polivalente: agisce simultaneamente su molti piani, e punta in diverse direzioni.

Questa molteplicità e sovrapposizione dei significati del lavoro, in campo cristiano, dimostrano quale è la sua nobiltà.

Notiamo ancora che questi aspetti non sono indipendenti, ma si illuminano l'un l'altro, come i colori di un prisma usciti da una stessa fonte luminosa.

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