Summa Teologica - I

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Articolo 11 - Se si debba distinguere in Dio una volontà significata

In 1 Sent., d. 45, q. 1, a. 4; De Verit., q. 23, a. 3

Pare che non si debba distinguere in Dio una volontà significata.

Infatti:

1. La volontà di Dio è causa delle cose nella stessa misura della sua scienza.

Ma non sono stati mai proposti dei segni della scienza divina.

Quindi non ce ne devono essere neppure per la volontà divina.

2. Ogni segno che non concorda con ciò che indica è falso.

Se dunque i segni proposti come espressione della volontà divina non concordano con essa, sono falsi; se poi concordano, sono inutili.

Non si devono quindi ammettere dei segni come espressione della volontà divina.

In contrario:

La volontà di Dio è una, essendo la stessa essenza di Dio.

Eppure qualche volta è nominata al plurale, p. es. quando si dice [ Sal 111,2 Vg ]: « Grandi sono le opere del Signore, scelte secondo tutte le sue volontà ».

Quindi talora bisogna prendere il segno del divino volere come sua volontà.

Dimostrazione:

Parlando di Dio, certe cose si dicono in senso proprio e altre in senso metaforico, come è chiaro da quanto si è detto in precedenza [ q. 13, a. 3 ].

Ora, quando alcune passioni dell'uomo vengono attribuite metaforicamente a Dio, si parte dalla somiglianza degli effetti: per cui, rispetto a Dio, si esprime metaforicamente col nome di una data passione ciò che in noi è un segno di tale passione.

Gli uomini, p. es., sono soliti punire quando sono adirati: perciò la punizione stessa è segno di ira, e così con il nome di ira, quando questa è attribuita a Dio, viene indicata la punizione stessa.

In modo analogo, talora, viene attribuito a Dio metaforicamente come volontà ciò che in noi di solito è un segno della volontà.

Quando p. es. uno comanda qualcosa, è segno che vuole che tale cosa si faccia: quindi il precetto divino talvolta, metaforicamente, viene chiamato volontà di Dio, come nelle parole evangeliche [ Mt 6,10 ]: « Sia fatta la tua volontà, come in cielo, così in terra ».

Ma tra la volontà e l'ira c'è questa differenza, che l'ira non si dice mai di Dio in senso proprio, dato che nel suo significato principale include una passione, mentre la volontà può dirsi di Dio in senso proprio.

Quindi si distingue in Dio una volontà propriamente detta e una volontà in senso metaforico.

La volontà propriamente detta prende il nome di volontà di beneplacito, mentre la volontà in senso metaforico è detta volontà di segno [ o significata ], in quanto il segno stesso del volere è detto volontà.

Analisi delle obiezioni:

1. La scienza non è causa delle cose se non per mezzo della volontà: infatti noi non facciamo ciò che conosciamo se non perché lo vogliamo.

Per questo non attribuiamo dei segni alla scienza come invece li attribuiamo alla volontà.

2. I segni della volontà sono detti volontà divine non perché siano delle espressioni [ adeguate ] del volere divino, ma perché quelli che tra gli uomini passano come segni del volere, in Dio si dicono volontà divine.

Come la punizione non è un segno che in Dio ci sia l'ira, ma in Dio si parla di ira per il fatto che tra gli uomini la punizione è un segno di ira.

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