Summa Teologica - I

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Articolo 4 - Se gli angeli differiscano tra loro specificamente

In 2 Sent., d. 3, q. 1, a. 4; d. 32, q. 2, a. 3; In 4 Sent., d. 12, q. 1, a. 1, sol. 3, ad 3; C. G., II, c. 93; De Spir. Creat., a. 8; De anima, a. 3; De ente et ess., c. 5

Pare che gli angeli non differiscano tra loro specificamente.

Infatti:

1. La differenza è più nobile del genere: perciò tutte le cose che hanno in comune ciò che in esse vi è di più nobile devono avere in comune l'ultima differenza costitutiva, e quindi convengono tutte nella medesima specie.

Ma tutti gli angeli convengono in ciò che vi è di più nobile nella loro natura, cioè nell'intellettualità.

Quindi tutti gli angeli appartengono a un'unica specie.

2. Il più e il meno non mutano la specie.

Ma gli angeli non pare che differiscano tra loro se non in ragione del più e del meno: nel senso cioè che l'uno è più semplice dell'altro, ed è dotato di un intelletto più perspicace.

Quindi gli angeli non sono tra loro specificamente diversi.

3. L'angelo e l'anima sono insieme gli estremi opposti di una stessa divisione.

Ma tutte le anime appartengono a un'unica specie.

Quindi lo stesso deve dirsi degli angeli.

4. Quanto più delle creature sono perfette, tanto più devono essere numerose.

Ma ciò non avverrebbe se ci fosse un solo individuo per ogni specie [ di angeli ].

Quindi ci sono molti angeli di un'unica specie.

In contrario:

Come insegna Aristotele [ Met. 3,3 ], nelle cose che appartengono alla stessa specie non esiste un ordine di priorità e posteriorità.

Invece negli angeli, anche di uno stesso ordine, ci sono i primi, gli intermedi e gli ultimi, come dice Dionigi [ De cael. hier. 10,2 ].

Quindi gli angeli non appartengono a un'unica specie.

Dimostrazione:

Secondo alcuni tutte le sostanze spirituali, comprese le anime, appartengono a un'unica specie.

Secondo altri invece sarebbero di un'unica specie tutti gli angeli, mentre diversa sarebbe la specie delle anime.

E finalmente, secondo altri ancora, apparterrebbero a un'unica specie tutti gli angeli di una stessa gerarchia o di uno stesso ordine.

Ora, queste tesi sono insostenibili.

Quelle cose infatti che convengono quanto alla specie e differiscono quanto al numero hanno una stessa forma, e si distinguono per la materia.

Se dunque gli angeli non sono composti di materia e di forma, come si è già spiegato [ a. 2 ], è logicamente impossibile che vi siano due angeli di un'unica specie.

Ciò è assurdo come affermare che possono esistere diverse bianchezze separate, o più umanità: non si danno infatti diverse bianchezze se non in quanto si trovano in più sostanze.

Ma anche nel caso che gli angeli avessero una materia, non potrebbero esserci più angeli di una medesima specie.

Poiché in tal caso il principio che servirebbe a distinguere un angelo dall'altro sarebbe la materia, ma non già in forza della divisione a cui può venir sottoposta la quantità, essendo gli angeli incorporei, bensì in forza di una diversità nella ragione stessa di potenza.

Ora, tale diversità della materia causerebbe una differenza non solo di specie, ma anche di genere.

Analisi delle obiezioni:

1. La differenza è più nobile del genere non già nel senso che abbia una natura diversa, ma come il determinato e più nobile dell'indeterminato, e il proprio è più nobile di ciò che è comune.

Altrimenti tutti gli animali irrazionali dovrebbero essere di una stessa specie, oppure dovrebbe esserci in essi qualche altra forma più perfetta dell'anima sensitiva.

Quindi gli animali irrazionali differiscono nella specie secondo i diversi gradi della natura sensitiva.

Parimenti tutti gli angeli differiscono tra di loro secondo i vari gradi della natura intellettiva.

2. Se il più e il meno sono causati dall'intensità o dalla debilità di una forma unica, allora non si ha diversità di specie, ma se provengono da una diversa gradazione di forme, così come il fuoco è più perfetto dell'aria, allora si ha tale diversità.

Ed è appunto questo il modo in cui gli angeli differiscono tra loro secondo il più e il meno.

3. Il bene della specie è superiore a quello dell'individuo.

È quindi assai meglio che negli angeli siano numerose le specie anziché gli individui di un'unica specie.

4. La causa agente non ha di mira la molteplicità numerica, potendosi questa estendere all'infinito, ma quella della specie, come già si disse [ q. 47, a. 3, ad 2 ].

La perfezione della natura angelica richiede quindi la molteplicità delle specie, non quella degli individui.

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